Comunali Reggio - Marino (Movimento giovanile della sinistra): 'Marcianó abbia il coraggio di ripudiare il fascismo'

"Nelle sue liste nostalgici e fascisti", le parole di Antonio Marino

Di seguito la nota di Antonio Marino, del Movimento Giovanile della Sinistra.

Se non si condivide un percorso politico ci si dimette.

Angela Marcianò non solo non si è dimessa, ma per tre anni, ovvero gran parte del mandato, è stata in sella all’Assessorato comunale ai Lavori pubblici. È stato il sindaco Falcomatà a revocarle le deleghe e, visto il percorso intrapreso dall’ex assessore, ha fatto più che bene e avrebbe dovuto farlo anche prima.

Oggi, Angela Marcianò si presenta agli elettori come alternativa al suo stesso “dominus politico”, a chi l’ha politicamente inventate e le ha dato un ruolo. E lo fa con liste infarcite di fascisti, nostalgici e personaggi fuori dal tempo. Lei non dice una parola sugli schifosi inni al duce di chi la sostiene, non prende le distanze nemmeno dai volgari attacchi di suoi candidati a giornaliste coraggiose come Alessia Candito.

L’ex assessore Marcianò, invece, si riempie la bocca col termine legalità,Il fascismo, lo ricordiamo alla Marcianò, non è un’opinione: è un reato! Comunque, nemmeno paragonabile al reato che frena le sue ambizioni da candidata. Quello per la Marcianò, infatti, è l’emblema del voto inutile. Non sarà mai sindaco della città di Reggio Calabria, in virtù di una condanna in primo grado ad un anno di reclusione che la terrà, comunque, ferma ai box. Ci faccia sapere se il vicesindaco da lei scelto (ovvero colui che andrebbe a reggere le sorti di Palazzo San Giorgio in caso di una sua sospensione per la sopraggiunta legge Severino) sarà il prode e audace Minnella oppure il littorissimo Quattrocchi. Su quale altro balilla potrebbe ricadere l’investitura?

Quello della Marcianò, dunque, è un programma vuoto di idee e contenuti, ma ricco di odio e sentimenti di vendetta e rivalsa contro chi, consapevole del suo ruolo tecnico, ne aveva riposto fiducia. Ma quale credibilità può avere una persona che opera e agisce soltanto per ripicca? Non è questo il tempo delle vendette e delle gelosie. E’ il tempo delle responsabilità, di difendere Reggio dall’avanzata leghista e dai repubblichini usciti a riprendere fiato. La Marcianò, armata di superbia, piuttosto che voltar loro le spalle, funge da cassa di risonanza per figuri cancellati dalla storia e dalla democrazia, per quanti si professano cultori di una nefandezza che ha fatto strame dei diritti e del l’emancipazione delle donne. È solo grazie alla Resistenza partigiana ed alla caduta del fascismo se oggi, anche Angela Marcianò, può candidarsi o recarsi alle urne. È un errore non riconoscerlo e, se non lo si riconosce, è un errore darle fiducia.