Comunali Reggio, Minicuci arringa piazza Castello: ‘Cambieremo la città che diventerà perla del Mediterraneo’

Chiusura con tutti gli alleati e i big locali dei partiti di centrodestra. ‘O Reggio si rilancia adesso o Reggio è morta per sempre’

“È stata una campagna elettorale bella e intensa, ho trovato persone che si sono avvicinate sempre più a me e al centrodestra. E questa piazza dà una spinta ulteriore a chi fino a ieri era indeciso. Sono arcicontento e sono convinto che vinceremo”.

Così il candidato sindaco Antonino Minicuci ringrazia piazza Castello (location scelta per la chiusura della campagna elettorale) e il popolo di centrodestra che, ammette, “un mese fa sarebbe stato difficile vedere così numeroso”.

La piazza, gremita e palpitante, colorata e piena di bandiere, vedrà sul palco tutti i rappresentanti delle dieci liste che sosterranno lo sprint finale della sua cavalcata verso palazzo San Giorgio. Ci sono i rappresentanti delle diverse liste civiche – che sottolineano la non appartenenza di Minicuci alla Lega (tema cavalcato dagli avversari) – e i big dei partiti con il deputato azzurro Francesco Cannizzaro, la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia e parlamentare Wanda Ferro, e la consigliera regionale della Lega tilde Minasi.

Ma Minicuci, che è anche uno pragmatico, non nasconde ai cronisti le difficoltà incontrate durante la prima tribolata fase di questa calda campagna elettorale – “Abbiamo ribaltato una situazione che ci ha visto in difficoltà all’inizio – dice – perché c’erano state delle problematiche superate nel momento in cui abbiamo unito il centrodestra”– ricordando però che quella della Lega che lo ha scelto per rappresentare il centrodestra nella corsa a Palazzo San Giorgio è stata anche la più alta rappresentanza, in termini numerici, giunta in riva allo Stretto per sostenere la sua candidatura.

Poi, il messaggio ai reggini, che è chiaro e forte:

“Cambieremo questa città, che dovrà ritornare alla normalità nei servizi, ma dovrà rifiorire ed essere rilanciata per diventare la perla del Mediterraneo”.

Le preoccupazioni del centrodestra, rispetto ad un dannoso astensionismo nei giorni di domenica e lunedì, sono state al centro anche di una nota stampa che il centrodestra ha affidato alle redazioni dei giornali. Minicuci su questo è netto:

“In una situazione così difficile non c’è possibilità di stare fuori dalla mischia. Capisco che il reggino è disilluso dalla politica, ma questo è l’ultimo appello perché o Reggio si rilancia adesso o Reggio è morta per sempre. Noi dobbiamo fare in modo che ci sia programmazione in questo territorio, capire qual è la visione di questo territorio per far sì che gli imprenditori arrivino in questa terra e portino il lavoro”.

A chi gli chiede un parere su un possibile ballottaggio, Minicuci risponde con ottimismo:

Non credo al ballottaggio, io vedo un crescente entusiasmo nei miei confronti. Vedo che le persone adesso mi hanno conosciuto, conoscono il nostro progetto e lo apprezzano in tutto e per tutto. Quindi io non credo ci possa essere un ballottaggio perché significa dare fiducia ad un uomo che non ha fatto nulla per questo territorio. Certo, la battaglia è tra il centrodestra e il centrosinistra. Tra un sindaco, come Falcomatà, che chiede di continuare così come ha fatto negli ultimi sei anni, lasciando la città sporca, con tutti i disservizi che ci sono, per l’acqua, per i rifiuti, per il verde pubblico, per i cimiteri ed i servizi amministrativi inefficienti, ed un’altra persona che dice dobbiamo cambiare tutto e migliorarci, tornando alla normalità ma anche rilanciare questa città”.

Un rilancio che – è la ricetta di Minicuci – partirà sfruttando le risorse europee:

“Lo faremo ottenendo le funzioni della città metropolitana dalla Regione. Funzioni che sono importantissime per l’agricoltura, il turismo, la formazione professionale ed il lavoro che riporteremo in questo territorio. Difenderemo questa città da chiunque attaccherà al città. Non accetteremo di avere risorse inferiori a quelle che ci spettano in relazione alla popolazione e faremo una battaglia per quanto riguarda la spesa storica. Farò un coordinamento tra tutte le città del mezzogiorno e se c’è necessità faremo un’azione forte anche all’interno dell’Anci col governo”.

Un governo che intanto è sceso in campo, a supporto di Falcomatà con il chiacchieratissimo “decreto Agosto”. Anche su questo terreno Minicuci sceglie il pragmatismo:

“Fin quando un decreto non viene convertito in legge non si sa cosa può succedere. Che poi un ministro del Pd dica che arrivino dei soldi, io sono contento per la città. Sappiate però che per quante risorse possano arrivare saranno di gran lunga inferiori al debito monstre certificato al 31 dicembre dalla Corte dei Conti. La stessa dice poi che ci sono altri debiti nascosti che sono quelli della mancata riscossione delle tasse e da quelle somme che non sono state accantonate per eventuali sentenze negative per l’ente. In ogni caso, ad oggi, avremo un debito che si avvicina ai 470 milioni di euro. Quindi, per quanto il Governo possa dire di inviare 200 milioni, e io me lo auguro per la città, non sarebbero sufficienti a coprire se non una parte del disavanzo”.