Iatì:"Mozione Sacal e conduzione del Consiglio Comunale, lezione a Falcomatà e Marra"

"Sindaco Falcomatà tanto impreparato quanto superbo”, le parole del consigliere comunale Filomena Iatì

“E’ doppia la direttrice verso cui indirizza i suoi strali il consigliere comunale di “Impegno e Identità”, Filomena Iatì, che, in occasione del Consiglio comunale svoltosi nel pomeriggio di sabato, e dei suoi lavori preparatori, ha colto in fallo sia il presidente del Consiglio Enzo Marra, che il sindaco Giuseppe Falcomatà. Del primo l’avvocato Iatì sottopone all’attenzione della città il suo mancato senso delle istituzioni con conseguente assenza di rispetto del Regolamento; del secondo la nota superficialità che lo accompagna nelle sue avventate mosse populistiche.

“Poiché a nulla sono valsi i ripetuti solleciti da me effettuati sia direttamente al presidente del Consiglio che, sempre allo stesso, in sede di Conferenza di Capigruppo, al rispetto delle norme regolamentari, voglio denunciare – ha attaccato in Aula il consigliere eletto con la coalizione strettasi attorno al nome di Angela Marcianò – le modalità poste in essere dal presidente per la convocazione di ogni Consiglio comunale.

La massima Assise cittadina, considerata da questa Amministrazione quale esclusiva sede di atti che necessitano di essere ratificati, ma mai luogo di confronto vero sui drammi che attanagliano la città”.

Il consigliere comunale di Impegno e Identità Filomena Iatì attraverso una nota critica duramente il sindaco Falcomatà e il presidente del Consiglio Comunale Enzo Marra.

“Il presidente del Consiglio non ha ancora capito cosa comporti rivestire il ruolo istituzionale ricoperto, a tutela delle prerogative dei consiglieri comunali, a garanzia dell’esercizio effettivo delle loro funzioni, ispirandosi a criteri di imparzialità e di efficienza.

“Il presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria – dettaglia l’avvocato Iatì – pur affermando che il consigliere comunale deve essere tale h24, non si preoccupa però di rispettare il regolamento sull’organizzazione ed il funzionamento del Consiglio comunale, in ordine alla convocazione della Conferenza dei Capigruppo e dei relativi lavori.

Dall’inizio del mandato ad oggi, infatti, a parte qualche sporadico caso, la riunione con i Capigruppo è stata convocata quasi sempre senza preavviso, in dispregio alla previsione regolamentare e nonostante le numerose rimostranze rivolte dalla sottoscritta, facendo riferimento ad una presunta urgenza che poi nei fatti non è mai stata acclarata.
Semplici questioni ordinarie che diventano urgenti per questa Amministrazione, solo ed esclusivamente a causa della manifesta incapacità di programmazione dell’azione politica ed amministrativa.

Ad avvalorare questa mia affermazione, la Conferenza dei Capigruppo a seguito della quale è stata convocata l’ultima seduta del Consiglio comunale. Appena 24 ore di preavviso, per motivi, a suo dire, di urgenza senza fare alcun riferimento specifico.
Eccezione che diventa regola!

Infatti, per l’approvazione del Consolidato – informa il consigliere Iatì – il termine è fissato dalla normativa al 30 settembre. Né vale la giustificazione della imminente riunione della COSFEL (Commissione per la Stabilità Finanziaria degli Enti Locali per gli aspetti relativi al personale degli enti locali che si trovano in stato di dissesto o sono strutturalmente deficitari) prevista per la settimana prossima, in quanto il calendario delle riunioni della suddetta commissione era già conosciuto.

L’urgenza degli altri punti all’ordine del giorno?
1) Il riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio datati nel tempo,

2) la mozione relativa alla richiesta alla Regione Calabria per il riconoscimento dell’elettrosensibilità quale malattia rara votata dalla competente Commissione addirittura il 24 giugno;

3) la proposta di deliberazione e la mozione sul progetto “Mediterranean Life” votate entrambe in Commissione, udite udite, quattro giorni più tardi, il 28 giugno (sic!).

“Il Consiglio comunale è fissato per venerdì e sabato, chi vuole venire venga, chi no stia a casa”: parole che non possono essere accettate in quanto offensive della funzione e del ruolo del consigliere comunale, proferite da chi, a gran voce, in tutte le sedi esprime ipocritamente l’importanza della partecipazione democratica.

Ma vi è di più: la riunione che ha preceduto la convocazione di questa seduta del Consiglio, così come tutte le altre, si è ridotta ad essere strumento di mere comunicazioni da parte del presidente ai Capigruppo, sia riguardo all’ordine del giorno, sia al giorno di convocazione del Consiglio, svuotando la Conferenza dei capigruppo del significato attribuitole direttamente dal Regolamento. In merito ai punti posti all’ordine del giorno ed a quanto previsto dal regolamento, il presidente del Consiglio non ha preso nemmeno lontanamente in considerazione l’ipotesi avanzata dal consigliere Demetrio Marino di discutere, tra gli altri argomenti, quello relativo alla decisione di qualche giorno fa da parte della Corte di Cassazione in merito al processo Leonia.

Non è certo intenzione della sottoscritta – precisa la rappresentante di ‘Impegno e Identità’ – trasformare il Consiglio comunale in un Tribunale, ma siamo di fronte ad una sentenza definitiva da cui trarre delle conclusioni. L’accusa delle infiltrazioni quale condizionamento dell’attività politico-amministrativa, anche se non l’unico certamente, è stato uno dei fondamenti che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio comunale nel 2012 ed il conseguente commissariamento.

Oggi c’è un fatto nuovo. Essa è’ venuta meno e non si possono accantonare le nefaste conseguenze, non solo economiche, che ancora oggi gravano sulle spalle della comunità reggine, a causa del provvedimento allora adottato dal Consiglio dei Ministri. Alla luce della recente pronuncia della Corte di Cassazione, credo sia necessario affrontare, con onestà intellettuale, una seria riflessione del Civico Consesso, per restituire un senso di verità storica a fatti tali da condizionare pesantemente il corso degli eventi di questa città”.

“Ma da questa maggioranza, che non perde occasione per comprimere le funzioni dei consiglieri, in dispregio delle norme che regolano l’ordinato funzionamento della massima Assemblea cittadina, non ci si può – si rammarica Filomena Iatì – aspettare nulla di più. Basti pensare al balletto scandaloso attorno alla mozione per accertare le presunte responsabilità della SACAL in merito all’aumento di capitale che ha portato i soci privati a recitare la parte del leone.

Misura che non è stato possibile votare, nonostante l’arrogante insistenza del sindaco e dei suoi scudieri, perché ciò avrebbe costituito una ulteriore grave violazione del Regolamento. Esso statuisce, infatti, che le mozioni devono preliminarmente passare al vaglio delle Commissioni di competenza. Fanno eccezione casi urgenti che ottengono una specifica deroga da parte della Conferenza dei Capigruppo.

La sussistenza della plateale irregolarità è stata sollevata dai consiglieri di Forza Italia e dalla sottoscritta. Analoga è stata la presa di posizione, sia pur non pubblicamente, da parte della Segretaria Generale. Ed è squallido, sul piano umano prima ancora che politico, il ricatto morale del Primo Cittadino. Egli ha tentato, con un colpo di mano all’insegna del prepotente arbitrio, di nascondere la clamorosa incompetenza che contraddistingue l’operato della maggioranza”.

“Sostenere la tesi secondo cui la minoranza avrebbe avuto sulla coscienza la decisione di aggrapparsi ad un tecnicismo per non far votare una mozione – decreta in conclusione il consigliere di ‘Impegno e Identità ‘ – restituisce la cifra morale ed il senso dello Stato di un sindaco impreparato quanto superbo”, conclude Iatì.