Mal di pancia ed equilibri fragili: per Falcomatà il possibile rientro è già un intrigo

A Palazzo San Giorgio si fa già 'la conta', i numeri traballano: Neri è un ex, Zimbalatti 'ambiguo' e due consigliere fanno la spola...

L’estate si avvicina, in riva allo Stretto le temperature aumentano non solo fuori ma anche dentro Palazzo San Giorgio. L’amministrazione comunale e metropolitana proseguono a velocità di crociera (non proprio sostenuta…), al timone di comando i due sindaci f.f. Brunetti e Versace.

Rispetto al recente passato, sembrano esserci meno sussulti all’interno della maggioranza. L’esame superato del rendiconto, la conclusione del piano di riequilibrio e la prossima uscita dallo stato di ente strutturalmente deficitario hanno dato ossigeno e tranquillità all’esecutivo, serenità che il centrodestra non sembra voler minare con un’opposizione piuttosto morbida.

Il clima attualmente mite però assomiglia tremendamente ad una quiete prima della tempesta. La clessidra è già stata posizionata, la data sul calendario cerchiata di rosso anche se non si ha un preciso riferimento temporale. L’incertezza è l’unica certezza, assieme però alla garanzia che l’amministrazione Falcomatà si trova davanti ad un bivio: il 2023 deciderà le sorti di Palazzo San Giorgio e al contempo il destino del sindaco oggi sospeso.

Cassazione Miramare, futuro al bivio

Il verdetto che separa il giorno dalla notte è quello legato all’ammissibilità del ricorso in Cassazione in ambito del Processo Miramare.

Diverse le ipotesi possibili, come già scritto su queste pagine: il ricorso potrebbe essere ritenuto manifestamente infondato, ne consegue l’assegnazione alla settima sezione. In questo caso il sindaco decade e con lui anche il Consiglio comunale.

Altra ipotesi (più probabile). Il ricorso è fondato e viene assegnato ad un’altra sezione per la fissazione dell’udienza nel corso della quale potrebbe però anche essere dichiarato successivamente inammissibile.

Nel caso invece di ammissibilità del ricorso, qualora i giudici lo valuteranno fondato, annulleranno il reato senza rinvio per insussistenza del fatto eliminando di conseguenza la condanna. La Corte potrebbe poi anche decidere di ridiscutere il fatto, ipotesi però meno probabile in quanto il reato è già prescritto.

Se il ricorso sarà dunque ritenuto infondato, la conseguenza sarebbe tanto chiara quanto nefasta: decadenza del primo cittadino, commissari in arrivo a Palazzo San Giorgio per un breve periodo e nuovo appuntamento con le urne, probabilmente nella primavera del 2024. Quando si svuoterà la clessidra separando in maniera netta il presente dal futuro? Non c’è una data precisa ma plausibile, ovvero tra luglio e settembre.

Falcomatà e gli altri esponenti di maggioranza condannati in primo e secondo grado del Processo Miramare, sperano ovviamente in un esito positivo della Corte di Cassazione a loro favorevole, che consenta a tutti di poter rientrare a Palazzo San Giorgio.

Si concretizzerebbe una ‘seconda vita’ per l’amministrazione comunale, con Falcomatà nuovamente in cabina di regia in prima persona e non più soltanto ‘generatore di impulsi’ che permetta all’esecutivo guidato da Brunetti di proseguire nel solco da lui tracciato.

I numeri parlano chiaro, Falcomatà…ascolta

Tutto tranquillo e sereno in quel caso, con la scadenza delle prossime elezioni definitivamente spostata all’appuntamento naturale, nella primavera del 2026? Si…e no: attenzione a sottovalutare la potenza glaciale ed incontrovertibile dei numeri.

Il consiglio comunale reggino è composto da 32 consiglieri (più il sindaco), la maggioranza attuale a Palazzo San Giorgio è di 20 a 12, al netto di due cambiamenti che non hanno spostato l’equilibrio tra le forze.

Se infatti il consigliere Gianluca Califano dopo essere subentrato al consigliere di opposizione Saverio Anghelone ha abbracciato la maggioranza (con un momentaneo risultato di 21 consiglieri a 11) Mario Cardia facendo il percorso inverso ha riportato le cose allo stato originale.

Neri addio, Zimbalatti ambiguo, Castorina ‘freddo’

Con l’eventuale rientro di tutti gli esponenti sospesi, Anghelone si riprenderà il seggio da consigliere di centrodestra, con il dato che si aggiornerebbe così a 19 consiglieri di maggioranza e 13 di opposizione. Dato che durerebbe poche ore, sino all’ufficialità della scelta da parte di Armando Neri.

L’ex vicesindaco, da tempo in rottura totale con Falcomatà, non vede l’ora di poter rientrare a Palazzo San Giorgio ma da un’altra prospettiva, ovvero facendo dura opposizione al sindaco oggi sospeso e piazzandosi al fianco di Mario Cardia, in virtù di un asse solido tra i due. Il nuovo equilibrio sarebbe così di 18 consiglieri di maggioranza a 14…ma non è finita qui.

Al netto del sorprendente dietrofront maturato a 24 ore dall’evento di presentazione che lo aveva visto al fianco di Eduardo Lamberti Castronuovo, anche Nino Zimbalatti infatti è oramai ai margini della maggioranza. Difficile ipotizzare oggi una rottura, quello che è certo però e’ che i rapporti non sono più quelli di un tempo, con Zimbalatti chiamato a scegliere il proprio futuro possibilmente stavolta senza confusionarie giravolte.

Non nascosti, all’interno dell’attuale maggioranza, alcuni mal di pancia che porterebbero i numeri ad aumentare la loro fragilità. Nino Castorina è ormai ‘virtualmente’ del Pd e sempre più entità a sé stante, con un futuro politico già scritto (di matrice Renziana?), lontano dal nuovo percorso dem targato Schlein.

Come se non bastasse, rumors sempre più insistenti riferiscono di due consiglieri attualmente con la maggioranza, pronti però a saltare dall’altro lato della barricata, in vista delle prossime elezioni comunali. Passaggio che, solitamente, non arriva a scadenza naturale del mandato e talvolta può essere decisivo per far saltare il banco in anticipo…

Da non dimenticare infine la questione relative alle consigliere di maggioranza che si trovano, per motivi di lavoro, fuori dai confini regionali. A Nancy Iachino, oramai da tempo in pianta stabile a Milano, si è aggiunta di recente Deborah Novarro. Una situazione quella di quest’ultima, a differenza di Iachino, che secondo quanto filtra sarebbe però per un periodo di tempo non superiore a qualche mese.

Con l’impossibilità per regolamento (dopo la conclusione dell’emergenza pandemica) di collegarsi da remoto ai consigli comunali, in caso di assenza di Iachino e Novarro la maggioranza si troverebbe con due soli consiglieri di vantaggio rispetto all’opposizione. Un equilibrio piuttosto precario, specie all’interno delle commissioni, quando le assenze di qualche esponente di maggioranza sono più frequenti.