Un ‘Diario non Comune’ per comunicare con la città: la sfida della partecipazione di Perna

Iniziativa mediatica del vicesindaco: ‘Se cercate il gossip non lo troverete in queste pagine’

Un Diario per raccontare cosa accade al 𝐶𝑜𝑚𝑢𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑅𝑒𝑔𝑔𝑖𝑜 in un momento così difficile per la nostra città. Un Diario non comune scritto dall’interno del Comune, che dovrebbe essere la casa di tutti, il primo bene comune di una città.

L’idea di un Diario

È l’ultima iniziativa del vicesindaco Tonino Perna, titolare di diverse e importanti deleghe che vanno dall’Area dello Stretto alla Citta’ metropolitana, dall’Innovazione sociale alla Smart city, dai Parchi urbani, alla Partecipazione e cittadinanza attiva, passando dall’Identita’ territoriale.

Ed è con quelle parole che il numero due di Palazzo San Giorgio ha praticamente deciso di battezzare, mediaticamente, il proprio impegno all’interno dell’amministrazione. Con una sorta di report da offrire alla cittadinanza, slegato dalle rituali formule degli uffici stampa, come un filo diretto con i reggini. Una iniziativa che prosegue nel solco del Perna pensiero che abbiamo conosciuto in tutti questi anni.

E c’era da aspettarsela un’assunzione di responsabilità di questa importanza. Perché al di là dell’idea romantica di scrivere qualcosa per qualcuno, c’è in Perna la voglia di ritornare ad una politica (quella del confronto e della condivisione) che non c’è più ormai da tempo. Per questo, il ‘Diario non comune dal Comune’, per dirla con il vicesindaco,

non farà l’elenco delle cose fatte, degli incontri, commissioni, consigli, giunte, ma di quello che rimane dentro, delle emozioni, riflessioni, che partendo dalla pratica, dal caso particolare, ci portano verso una dimensione che va oltre il vissuto. Se cercate il gossip non lo troverete in queste pagine, così come non troverete uno stucchevole elenco di cose fatte o da fare”.

Sarà un Diario settimanale che, inaugurato lo scorso 20 novembre, è nato quasi per caso:

“Non avevo mai pensato che avrei fatto questa esperienza in età avanzata, o meglio, come dice mio nipote Spartacus: diversamente giovane. Non riesco a scrivere ogni giorno, e rischio di farlo come dovere più che come piacere, per il gusto di comunicare con tutte le persone che sperano che questa città si possa salvare”.

Covid e solidarietà

È il primo tema affrontato dal vicesindaco che si dice colpito da un dato forse non troppo esaltato dai mass media: la solidarietà di cui è capace una parte della nostra società:

“C’è chi si lamenta, giustamente, chi denuncia, legittimamente, e c’è anche chi dà il suo tempo e le sue risorse per il bene comune”.

Perna racconta quindi l’esperienza reggina dove è in atto una mobilitazione di medici che,

“attraverso il numero messo a disposizione dal Comune, stanno cercando di dare risposte alle persone che non sanno più a che santo votarsi. C’è l’ingegnere Silipo, un imprenditore che gestisce una grande azienda di call service, che ha messo a disposizione un suo tecnico per sopperire alle carenze del Comune nella gestione di questo servizio. E poi ci sono tanti psicologi che si metteranno a disposizione della nostra comunità con un altro numero telefonico e un servizio offerto in collaborazione col Comune che ha un acronimo evocativo J.A.M.U. (Just Ability Must Uplevel) Supporto psicologico collettivo. Senza dimenticare il mondo delle associazioni…”

𝐋𝐚 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨ne

Perna ha incontrato i presidenti delle Consulte istituite al Comune di Reggio Calabria. I suoi trascorsi, la sua attività di impegno nel sociale e nella cultura lo spingono a sostenere che:

“Sono almeno vent’anni che si dibatte sulla necessità di partecipazione dei cittadini alla gestione della pubblica amministrazione, a partire dagli enti locali, dai Comuni. Il movimento neomunicipalista sulla partecipazione popolare ha incentrato il core della sua idea di gestione dell’ente comunale. Dopo tanto entusiasmo iniziale diverse esperienze di democrazia partecipativa si sono spente.  Le ragioni sono diverse, ma credo che quella principale consista nel fatto che la partecipazione dei cittadini non è un giro di valzer, richiede impegno, costanza, e se non si vedono risultati, le persone, anche quelle più dotate di buona volontà, si allontanano, abbandonano”.

Naturalmente il rapporto con le associazioni non si esaurisce qui, dato che le Consulte non rappresentano tutte le associazioni presenti in città. Perna lo dice chiaramente:

“Senza la partecipazione, attiva e convinta, di tanti cittadini non risolveremo i gravi problemi che ci affliggono”.

Infine, una nota di ottimismo:

“La disponibilità, la solidarietà, la vicinanza che hanno dimostrato tante associazioni e singoli cittadini nel segno della gratuità, sostenendo i nostri operatori sanitari che si battono da leoni, a dispetto delle gravissime carenze della Regione e delle Asp, lasciate con risorse umane e materiali assolutamente insufficienti”.