Consiglio regionale, tensione in aula: sulle slot autogol del centrodestra

Salta la votazione per mancanza di numero legale, l'opposizione esulta

Era il provvedimento più atteso alla vigilia, quello che con ogni probabilità avrebbe portato polemiche e frizioni tra maggioranza e opposizione. Così effettivamente è stato, ma forse non ci si aspettava tanto.

Il punto all’ordine del giorno recante la “Modifica all’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9” (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘Ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza) vedeva tra i provvedimenti gli interventi sul gioco d’azzardo.

I consiglieri di minoranza hanno criticato fortemente la proposta della maggioranza. “Questa legge da’ il cerino in mano ai sindaci, potestà decisionale che li mette in imbarazzo, sono a rischio pressioni di vario tipo”, le parole di Laghi.

“Grande amarezza e totale contrarietà, noi dell’opposizione non possiamo stare inerti, ricordo che questo punto parla di prevenzione, legalità e trasparenza, le misure prese invece vanno in direzione opposta. Vi prego fermatevi faccio appello alle vostre coscienze”, il pensiero di Amalia Bruni.

Crinò ha ribattuto alle critiche della maggioranza, evidenziando come “oggi finalmente si esce dal limbo, finalmente vediamo legge. Dal 2018 ci sono stati 4 anni di proroghe, è mutato lo scenario e anche la maggioranza politica. Capisco il voler trovare cavalli di battaglia ma non bisogna trovare noi la coscienza, ne abbiamo fin troppa. Non stiamo avallando nulla, il gioco d’azzardo, condivisibile o meno è legale”, ha concluso Crinò.

L’opposizione, attraverso Amalia Bruni, ha chiesto il voto nominale, il presidente del consiglio regionale Mancuso si è rivolto a Crinò chiedendo ulteriori chiarimenti. “La legge non è l’unica in Italia, abbiamo replicato quanto previsto in Piemonte e in Puglia”. La maggioranza, particolarmente stizzita riguardo l’orario di chiusura delle attività e la distanza minima tra due locali, ha abbandonato l’aula in segno di protesta ma anche forte di un calcolo matematico.

Alla maggioranza infatti a quel punto mancava il numero legale per poter approvare il provvedimento. Dopo dieci minuti di infuocati botta e risposta tra maggioranza e opposizione, con Mancuso a fare da paciere, non è rimasto altro che verificare i numeri.

Mancato il numero legale, Mancuso ha dichiarato tolta la seduta, tra la soddisfazione dell’opposizione, che ha incassato il risultato. Grazie anche al clamoroso autogol della maggioranza…