Coronavirus: l'esperienza drammatica serva per ritrovare il senso civico

Le ferree regole imposte ai tempi del coronavirus, ci inducano a comprendere la necessità di rispettarle anche e soprattutto quando finirà la pandemia

All’interno dei programmi scolastici, attualmente erogati a distanza per l’emergenza covid-19, esiste una disciplina non sempre affrontata con l’attenzione che merita: l’educazione civica.

L’ora inserita nel calendario settimanale, è di fondamentale importanza per la formazione dei cittadini del domani, però di frequente viene confusa per un momento di svago.

In Italia, fu Aldo Moro il primo a introdurre nel 1958 (D.P.R. n. 585 del 13 giugno 1958) l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore al mese obbligatorie, affidate al professore di storia, senza valutazione.

Il ruolo della popolazione all’interno di uno Stato è rilevante. Le norme riguardanti il contrasto ed il contenimento del diffondersi del Coronavirus devono rispettarle tutti, altrimenti quale il senso delle misure restrittive?

La domanda trova risposta nel periodo che stiamo vivendo. I giorni trascorrono e si spera finiscano presto. Non si conosce una precisa data della fine della pandemia, né quando si ritornerà alla normalità. Nel momento in cui l’autocertificazione è obbligatoria anche solo per andare al supermercato, è necessaria una profonda riflessione.

La libertà raggiunta col dispendio di vite umane, spesso è ritenuta un valore scontato, ma si ha piena consapevolezza del peso di tale conquista?

Quando ritorneremo ad uscire dall’attuale isolamento, avremo un’occasione unica. Questa drammatica esperienza insegni, tra l’altro, a capire che un dispositivo di protezione individuale alla guida, tra le mura domestiche, al lavoro non va utilizzato per paura di un’eventuale sanzione, bensì per tutela personale.

Lo stesso vale per il rispetto di qualsiasi regola che estende il perimetro, dando valore ai nostri diritti che insieme ai doveri dovranno essere trasferiti, anche e soprattutto, a scuola.

Al giorno d’oggi l’attività didattica introdotta a fine anni ’50 col decreto del presidente della Repubblica, purtroppo è confusa e spesso finalizzata banalmente al consumo della merenda, magari senza aver prima lavato le mani, come se ci trovasse durante la ricreazione, volendo generalizzare perché il cittadino può e deve ritrovare il ‘senso civico’.