Coronavirus, operatori ecologici reggini senza mascherine...e senza stipendio

"Non abbiamo più i soldi per fare la spesa e le nostre famiglie rischiano come e più di noi. Comune e AVR ci diano spiegazioni"

Lo smart working per loro non esiste.

Il ricorso al lavoro agile, tanto predicato dal Governo, per gli operatori ecologici, non trova attuazione. E così si è costretti ad uscire di casa, giorno e notte, per far fronte ad un’altra emergenza, passata ormai in secondo piano. Quella dei rifiuti.

Centinai di donne e uomini, dipendenti di AVR, stanno vivendo in questo periodo una situazione paradossale. Non solo sono senza stipendio da tre mesi ma anche senza mascherine.

“I locali sono stati igienizzati e sanificati ma siamo senza dispositivi di sicurezza – spiega il rappresentante sindacale Fit-Cisl Antonello Errante – Le mascherine che abbiamo sono monouso e siamo costretti a portarle a casa e lavarle anche se andrebbero buttate dopo solo sei ore”.

Le risposte da parte dell’azienda e da parte del Comune di Reggio Calabria tardano ad arrivare e gli operatori ecologici sono allo stremo delle forze.

“Finora nessuna risposta è arrivata dall’amministrazione comunale per quanto riguarda l’aspetto economico. Mentre AVR ci ha informato che sta facendo il possibile per reperire le mascherine ma avrebbe dovute già averle dentro sin dall’inizio – continua Errante – Dal Comune invece non è arrivata nessuna notizia contrariamente a quanto avveniva nel passato”.

L’allarme arriva anche dai colleghi Giuseppe Palermo (UIL) e Francesco Cuzzola (FIADEL).

“Il problema degli stipendi è assurdo e non abbiamo più un centesimo. Se malauguratamente dovessimo ammalarci non avremmo i soldi per curarci. Non possiamo fare nemmeno la spesa”.

I dipendenti AVR continuano dunque, nonostante tutto, a lavorare e a pulire le strade di Reggio Calabria ma in condizioni precarie non solo dal punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista sanitario.

“Rischiamo ogni giorno e abbiamo il terrore di perdere l’unica mascherina in dotazione”.

L’appello dei rappresentanti di AVR viene rivolto soprattutto al primo cittadino Giuseppe Falcomatà.

“Vogliamo risposte immediate sia in merito alle mascherine e sia in merito ai pagamenti. Il sindaco ha la responsabilità della nostra salute e vogliamo sapere se nelle casse comunali ci sono i soldi per AVR. Nella querelle tra AVR e Comune ci siamo noi e non abbiamo più un euro per fare la spesa”.

Le scorte delle mascherine sono sempre più risicate per la difficoltà di approvvigionamento sul mercato.

Se non si interviene subito dunque oltre agli operatori ecologici ad essere in serio pericolo saranno anche le loro famiglie e l’intera collettività reggina.