I numeri (economici) della terapia intensiva: quanto costa un posto in rianimazione. Perchè solo 6 in Calabria?

Terapie intensive al centro del dibattito: una ricerca ne ha evidenziato i costi. Si viaggia sui 60mila euro per ogni posto attivato, fino a 1300 euro al giorno per ogni paziente trattato. L'approfondimento

pragmatismo (o prammatismo) s. m. [dall’ingl. pragmatism, der. del gr. πργμα -ατος«cosa, fatto»]. – 1. Termine introdotto dal filosofo statunitense Ch. S. Peirce (1839-1914) per caratterizzare la propria concezione analitica del linguaggio secondo la quale, per provare, indipendentemente dall’uso di categorie a priori, la veridicità di un’affermazione, occorre accertarne l’ambito di applicazione, verificando nella pratica la sua validità teoretica.  2. Atteggiamento che tende a privilegiare i risultati concreti, le applicazioni pratiche, più che i principî o i valori ideali. Per estens., comportamento spregiudicato che punta solo al raggiungimento dei proprî fini.

Tanti discorsi, forse troppi. Li abbiamo ascoltati in questi giorni, in risposta all’ennesimo schiaffo morale subito dalla Regione Calabria e dai Calabresi tutti. Il disastro organizzativo-sanitario, che ha avuto nelle dimissioni di Cotticelli il punto – si spera – già basso, è emerso in tutta la sua prorompente e vergognosa forza. Chi è che resta col cerino in mano, come già detto, sono i cittadini, sottoposti ad un lockdown motivato dall’assenza – e dal mancato implemento nei tre mesi di tregua covid – di posti in terapia intensiva. Perchè, senza fare ulteriori giri di parole, e senza fare inutili preamboli, la Calabria, come già ampiamente acclarato, paga con la zona rossa l’impreparazione delle proprie strutture ospedaliere. Sono 152 i posti totali in rianimazione, a fronte dei 146 pre-pandemia. Nell’ordinanza odierna, il Presidente Spirlì ha annunciato riconversioni e attivazioni, per un totale di 244 posti letto covid-19 e 10 posti in più (ma rispetto a cosa? Al piano Arcuri che ne prevedeva di partenza 283 per la Calabria? O ai soli 6 già realizzati?) di terapia intensiva.

Quanto costa un posto in rianimazione

Quello su cui, oggi, ci si vuole soffermare è l’aspetto non organizzativo – ampiamente già discusso – ma economico nascosto (ma non troppo) dietro l’attivazione di un posto di terapia intensiva. L’HD Healthcare Datascience Lab (HD-LAB) della Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza, che, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria e In.Ge.San (Associazione Ingegneri Gestionali in Sanità) ha infatti condotto una ricerca approfondita, nelle scorse settimane, per quantificare quanto costi ogni singolo slot di TI.

Le risultanze hanno evidenziato tre fasce di costi in relazione e tre diversi tipi di trattamento: a bassa, media e alta intensità. Quotidianamente, un paziente ospedalizzato covid che necessita di trattamenti blandi prevede delle spese pari a circa 430 euro/giorno. Il livello medio di cure, ossia la terapia sub-intensiva, presenta giornalmente un conto di circa 600 euro. Oltre il doppio, invece, per i soggetti ricoverati in terapia intensiva, 1278 euro/giorno.

Considerando un periodo di gestazione e ricovero che mediamente si attesta sui 19 giorni, un paziente che non finisce in TI arriva a costare intorno ai 10mila euro nell’arco di tutta la gestione dell’infezione. Si arriva a circa 23mila euro, invece, qualora si renda necessario l’utilizzo della rianimazione.

L’attivazione di un posto letto (per dirla in termini più chiari, la sua creazione) ci si attesta invece sui 50-60mila euro. Vi è la necessità apparecchiature come i tanto richiesti Ventilatori Polmonari  da terapia intensiva (costo: da 14 a 22mila euro) ai Monitor Multiparametrici (da 3500 a 5mila euro). I più vanno acquistati i letti con materassi antidecubito (da 4 a 12mila euro) agli umidificatori attivi (da 2 a 4mila euro).

Per dimensionare correttamente un reparto di TI, si deve anche tenere in conto che, per singolo posto letto, vanno poi aggiunte le Dotazione di tecnologie sanitarie condivise nei blocchi di Terapia Intensiva, che con una cifra vicina ai 200mila euro permette l’attivazione di un intero reparto, con strumentazioni complesse che comprendono tra le altre un Sistema radiologico portatile digitale (circa 90mila euro), un elettrocardiografo (5mila euro), un sistema CPAP (2500 euro l’uno) ed un ecografo (da 8 a 20mila euro). Apparecchiature che spesso fortunatamente – o almeno lo si spera – sono già presenti presso gli ospedali italiani.

Il “rilancio” della sanità calabrese

La spesa, come si vede, è ingente, non vi è dubbio. Ma ingenti erano stati anche i fondi stanziati dal Governo nel corso della prima ondata. Il Decreto Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso luglio, prevedeva un piano di finanziamenti di circa 3250 miliardi per il settore sanitario. Nello specifico: 1467 miliardi indirizzati alle strutture ospedaliere, 1256 all’assistenza territoriale, 430milioni ai lavoratori già assunti e 95 milioni per la stipula di nuovi contratti di specializzazione.

Considerando l’attivazione di soli 6 posti di TI in Calabria, risulta di facile calcolo arrivare alla cifra di 360mila euro spesi finora dalla Regione, nell’esclusivo ambito di creazione di nuovi slot nell’ambito della rianimazione. Il perché dei soli sei posti è da ricercare nell’incompetenza evidente di chi ha gestito la situazione (e i soldi?) finora. Adesso, in ogni caso, c’è da convertire la pioggia di soldi del Dl Rilancio in un altro rilancio. Quello della sanità calabrese.

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