Reggio piange un altro morto per Covid. Macheda: 'Lavoriamo giorno e notte senza turni di riposo'

I medici che hanno fatto la notte lavorano anche il giorno dopo senza turni di riposo. E intanto sono 64 i decessi a Reggio in totale

Di ieri il dato più preoccupante.

La Calabria non aveva mai registrato così tanti morti in un giorno. Diciassette in tutto i decessi registrati dal bollettino del 23 novembre diramato dalla Regione Calabria di cui quattro a Reggio. Questa notte un’altra vita spezzata dal coronavirus, si tratta di una donna ricoverata nel reparto di terapia intensiva del Grande Ospedale Metropolitano. E così, il bilancio delle vittime diventa sempre più pesante: solo nella nostra città sono 64 i morti dall’inizio della pandemia.

EMERGENZA COVID A REGGIO, NUMERO RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA

“Un’altra signora non ce l’ha fatta”.

Esordisce così il dott. Sebastiano Macheda, primario del reparto di Terapia Intensiva del GOM. Il tono della voce è basso, la voce è stanca già di primo mattino. Il dott. Macheda ci aggiorna sulla situazione attuale all’interno del suo reparto:

“Sono 12 al momento i ricoverati in Terapia Intensiva. Eravamo arrivati nel weekend a 14 ma abbiamo trasferito un paziente in malattie infettive e purtroppo una signora questa notte ci ha lasciato. Alcuni dei ricoverati sono molto ma molto gravi. Abbiamo trasformato l’intero reparto in ‘Terapia Intensiva covid’ con una capacità totale di 16 posti e in caso di emergenza si stanno adottando diverse soluzioni per aumentare il numero di qualche altra postazione”.

COVID A REGGIO, SITUAZIONE CRITICA AL GOM

“Registriamo ancora decessi all’interno del nostro ospedale ma c’era da aspettarselo – continua Macheda – Sono aumentati i numeri dei ricoveri e degli accessi in struttura e ci siamo avvicinati a quello che avveniva al nord a marzo. Aumentando il numero dei ricoveri aumenta anche il numero dei decessi. Purtroppo ci sono casi drammatici. La ventilazione meccanica serve a dare tempo all’organismo di riprendersi ma spesso i decessi sono causati da una compromissione del distretto vascolare. I pazienti che non superano la malattia, è bene ricordarlo, al 90% sono persone che hanno grosse comorbilità, con più patologie diverse”.

STAFF ALLO STREMO, MACHEDA: ‘IL PROBLEMA VERO RIMANE IL PERSONALE’

Se i posti letto si trovano, grazie all’impegno della direzione del GOM, e alla rimodulazione dei reparti, ciò che preoccupa maggiormente invece rimane la carenza del personale sanitario, soprattutto di medici.

“Il problema vero è il numero dei medici e degli infermieri. Il personale attuale è diviso nelle due terapie intensive ‘covid’ e ‘non covid’ tra l’altro anche distanti tra loro. Sono arrivati 8 infermieri nuovi ma sono assolutamente insufficienti e vanno anche formati. Speriamo in settimana di avere altri infermieri ma la situazione è drammatica perchè mancano i medici. Andiamo avanti con molti sacrifici. I medici che hanno fatto la notte vengono anche il giorno dopo a lavorare e non abbiamo turni di riposo settimanale”.

Un dato tra tutti, ci viene offerto dal dott. Macheda che testimonia la sofferenza attuale del GOM.

Dovremmo avere almeno 30 infermieri in Terapia Intensiva e ne abbiamo solo 19. E i medici sono sempre gli stessi“.

PRESSIONE ALLENTATA DA GIOIA TAURO

Il trasferimento di alcuni pazienti covid nel presidio ospedaliero di Gioia Tauro ha permesso di agevolare il lavoro al GOM e sfoltire i reparti.

“Sicuramente il trasferimento ci ha permesso di decongestionare l’ala covid ma è bene chiarire che sono pazienti già in via di guarigione – conclude Macheda – Sono pazienti stabili. E’ comunque stato fondamentale l’apporto di Gioia Tauro dove attualmente sono ricoverati 25 pazienti”.