Comunali: il flop della Lega a Reggio Calabria ed il ritorno agli antichi dogmi

Nel suo discorso ad una piazza semivuota, il numero due della Lega ha toccato i temi di chiesa, famiglia ed immigrati

Centrodestra unito. È questo il messaggio che l’opposizione fa passare sin dal momento in cui i vertici nazionali hanno deciso che a designare il sindaco per la città di Reggio Calabria sarebbe stata la Lega.

Uno solo il nome che ha messo tutti d’accordo, anche se non subito: quello di Antonino MinicuciMatteo Salvini ha personalmente scelto l’avvocato impegnato nella ricostruzione del ponte di Genova, puntando tutto sulla sua esperienza in materia di burocrazia.

Nonostante l’impegno profuso in questi ultimi mesi, la Lega fa ancora storcere il naso ai reggini. In tanti non riescono a seppellire l’ascia di guerra issata un ventennio fa dalla Padania. Quasi impossibile dimenticare i commenti di chi per anni ha disprezzato il sud ed, ora, lo vorrebbe amministrare.

Il “non” corteo della Lega

Il corteo della Lega, di domenica 6 settembre, dunque, non può che essere una fotografia dell’attuale pensiero politico di reggini.

Quella che, inizialmente, era stata pensata come una grande manifestazione non ha riscosso il consenso dei cittadini. Al comizio, cui hanno preso parte esponenti politici comunali e regionali, erano presenti solamente un centinaio di persone.

Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, è stato la “guest star” dell’evento che ha visto la presenza del vice presidente Nino Spirlì, del consigliere regionale Tilde Minasi, del segretario della Lega Calabria Christian Invernizzi e del consigliere comunale Emiliano Imbalzano. L’occasione è stata, ovviamente, quella della presentazione del candidato sindaco Antonino Minicuci.

“Rinnovamento e cambiamento per riportare al centro della scena una parola dimenticata dalla politica reggina: la meritocrazia” sono le prime parole di Crippa ai microfoni della stampa locale.

Il progetto per Reggio Calabria

Una volta sul pulpito il luogotenente della Lega ha illustrato, nel dettaglio, il progetto per Reggio Calabria:

“Per colpa della cattiva politica i migliori medici, i migliori avvocati, insegnanti, commercialisti del Nord sono ragazzi e ragazze che vengono dalla provincia di Reggio Calabria che, rimanendo qui, non possono mettere a disposizione della comunità il proprio talento. Dobbiamo riportare a casa questi ragazzi”.

Un discorso apprezzabile, visto quanto la migrazione segna il nostro territorio, ma allo stesso tempo assurdo visto che proviene da chi, fino a qualche tempo fa, predicava l’indipendenza della Padania perchè “stanco di doversi sobbarcare le spese del ‘nullafacente’ sud”.

A Crippa, però, si deve il merito di aver saputo cambiare rotta al momento giusto, quando la Lega ha perso metà della sua dicitura: “Nord”. Il giovane politico era persino andato contro il ‘grande’ Bossi:

“Ha sbagliato. Insultare i meridionali non fa il bene della Lega – aveva detto in un’intervista all’Adnkronos. Ho incontrato tante persone per bene al sud – sottolinea l’ex leader dei giovani padani. Dobbiamo valorizzare le diversità, non solo le identità” perché “la nuova Lega si giocherà una partita importante al sud”.

Crippa, dal 2019, ha dunque gettato le basi di un progetto ben definito che, oggi, vede il suo compimento anche a Reggio Calabria.

“Dobbiamo rendere questa città più vivibile – ha spiegato, ieri, l’esponente leghista ospite a piazza Duomo. È una città sommersa dalla spazzatura, ci sono strade dissestate e c’è un sindaco che è il peggior sindaco d’Italia in una delle città più belle dello Stivale.

Ce la mettiamo tutta, in una lista fatta di persone perbene. È la prima volta che la Lega si candida a Reggio, ma cercheremo di esportare ed impiantare qui il buon governo che ha già funzionato in altre regioni ed in altre città del centro, del nord e del sud”.

Non sono mancati gli applausi, i fischi ed anche le proteste a Reggio Calabria nei confronti della Lega. Da una parte un gruppo di militanti con indosso magliette “Processate anche noi”, dall’altra, sulla scalinata del Duomo, un grande striscione che recitava: “Terroni fieri delle nobili origini della nostra civiltà. Mai venderemo la nostra dignità”.

Non lasciandosi scoraggiare dalla tiepida accoglienza riservata al suo partito, Crippa ha affermato:

“Credo che questa sia una delle migliori piazze che abbia mai visto negli ultimi mesi. Da una parte la rabbia, dall’altra il rancore. Le critiche non mi preoccupano, anzi ci esaltano, ci danno più stimoli per liberare questa terra. Io non sto parlando da una delle tante città del sud d’Italia, io sto parlando da una delle più belle. Una città che si merita più rispetto, più ascolto, più riconoscimento del merito perché con Falcomatà ed il Pd non è mai stato messo al centro dell’azione politica.

Qui, sulle nomine degli enti pubblici non vengono scelti i più bravi, i più competenti, talentuosi. Qui vengono scelti gli amici degli amici. Qual è la conseguenza? Che i giovani migliori, quelli bravi che hanno voglia di avere un futuro diverso, in questo momento si chiedono se il loro futuro sarà a Reggio Calabria o dall’altra parte d’Italia o d’Europa.

L’obiettivo è di ripartire i giovani a Reggio Calabria perché qui o te ne vai o devi vivere sulle spalle dei tuoi genitori. Qui davanti a me non ho una platea che vuole vivere di assistenzialismo o di reddito di cittadinanza. Non ho di fronte uomini e donne che vogliono stare seduti sul divano, ma persone che vogliono lavorare”.

Superata la piaga che affligge tantissime famiglie del sud, il discorso di Crippa si concentra sui temi caldi del programma della Lega:

“Servono meno tasse, c’è troppa burocrazia, serve una giustizia che funziona di più e meglio. Una delle prime cose che faremo appena andremo al Governo, sarà proprio questa la riforma della giustizia. Di Palamara ne abbiamo le tasche piene. Non può essere che se sei un amministratore del centrodestra sei colpevole fino a prova contraria mentre se ti chiami Falcomatà sei innocente fino a prova contraria”.

Il secondo di Matteo Salvini è però cosciente delle difficoltà di essere un leghista a Reggio Calabria e non ne fa segreto:

“Io so che è difficile essere della Lega a Reggio Calabria, ne sono consapevole. È sicuramente più difficile che esserlo a Monza, che è la città da cui provengo. C’è gente qui che per essere della Lega ha messo a rischio il proprio CV, i propri affetti, i propri amici. Magari per fare i gazebo si sono presi sassi, insulti, uova, sputi. Ma questo è il momento del riscatto. È il momento in cui il popolo del centrodestra deve dimostrare di non essere a Reggio Calabria per scaldare le poltrone.

Nino Minicuci, insieme alla sua squadra, si sta prendendo una responsabilità enorme, e non lo sta facendo per un interesse personale ma perchè ama la sua comunità, il suo territorio. Si sta prendendo una vera e propria gatta da pelare, un comune indebitato di 400 milioni di euro. Capacità, competenza, onestà e serietà sono i cardini della persona e del programma dei candidati della Lega. Non ci vedrete solo in campagna, ma dopo per ascoltare e rispondere alla gente”.

Ritorno al passato

La parte più importante del lungo discorso di Crippa è, probabilmente, quella conclusiva, quella da cui traspare in modo irrevocabile l’antico idealismo del Carroccio. Chiesa, famiglia ed immigrati, a questo punto, fanno da padroni.

“Se vincerà la Lega prima verranno i reggini e poi i cittadini del resto del mondo. Non dimentichiamo la storia, le tradizioni, la cultura. Devono tornare i crocefissi nelle chiese, si deve tornare a festeggiare il Natale, la Pasqua, la Festa della mamma, del papà. Io non sono una persona che giudica le persone in base al proprio orientamento sessuale, anzi io sono orgoglioso di avere come vice presidente della Regione Calabria Nino Spirlì.

Noi non spiamo nelle camere da letto degli italiani, per me stasera ognuno si può accoppiare con chi vuole, però è chiaro che su certi cardini, su certi valori non siamo disposti a fare un passo indietro. La famiglia deve essere composta da un uomo e da una donna e un bambino deve essere adottato da una mamma e da un papà. Quando si insegna ad un ragazzo che la famiglia deve essere composta da genitore 1 e genitore 2 si sta facendo male il proprio lavoro”.

Parole al veleno che mettono a repentaglio quanto di buono costruito, in questi anni, dall’intera comunità reggina, ma anche da un’amministrazione aperta al confronto ed al dialogo e ad un sindaco che non ha avuto timore di sfilare in prima fila al Pride cittadino.

“Si sta cercando di avere sempre meno reggini e calabresi a favore invece di immigrati che vendono il loro lavoro a 3,50 euro l’orda. Un gioco al ribasso per cui rendono sempre più poveri, quindi più bisognosi”.

Bisognosi, in questo preciso momento storico, i reggini lo sono di certo: di persone che abbiano a cuore lo sviluppo a 360° della comunità e non di chi crede di farci, rovinosamente, tornare indietro nel passato.