Crisi Comune - I Giovani sulla Strada: 'Reggio una città per vecchi. Si torni alle urne'

I Giovani sulla Strada invocano la rivoluzione culturale e politica per la città

Come è ormai noto, il nostro movimento Giovani sulla Strada assieme a La Strada, ha presentato attraverso il suo consigliere comunale Saverio Pazzano, una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco di Reggio Calabria. La nostra mozione, è figlia di un’analisi dell’attuale quadro politico e da un duro giudizio sulla gestione dell’attuale crisi politica da parte dei soggetti protagonisti. Questo a noi basta per chiedere un ritorno alle urne.

Stiamo assistendo in questi giorni ad un dibattito polarizzato e schiacciato esclusivamente sul tema di spartizione delle poltrone, inquadrato nelle lotte intestine del PD e dei vari “capi feudi” (per utilizzare un’espressione di Nicola Irto) nella spartizione delle poltrone. È assurdo come all’interno di tutto questo marasma, non si parli di progetti per la città e di come, ancora una volta, non si metta al centro l’obiettivo di ripopolare una città abbandonata da troppi giovani.

Non è oltremodo accettabile che si escluda il territorio ed in particolar modo la categoria più di tutte vittima delle scelte delle ultime amministrazioni locali e regionali, ossia le giovani generazioni, dal dibattito sul futuro di questa terra.

Esiste un’intera generazione che grida rappresentanza e ascolto. Siamo stati abituati in quanto giovani, ad essere escluse ed esclusi dalla politica, tacciati di essere “una generazione disorientata” (per usare un’altra espressione di questa maggioranza) e gli effetti di queste scelte sono sotto gli occhi di tutti: continue emigrazioni con conseguente spopolamento di intere fasce giovanili.

Dovrebbe essere naturale, per un amministratore di buon senso, interrogare proprio chi questo disagio lo vive, per individuare le falle che hanno generato tutto questo.

Viviamo in una città dove non esistono gli spazi per la cultura. Questo è un tema che abbiamo denunciato diverse volte nel tempo ma ovviamente, non è mai seguita nessuna presa di coscienza o azione che rimediasse in tal senso. Viviamo in una città morta, dove la massima offerta culturale è il cocktail il sabato sera a Piazza Duomo o la passeggiata pomeridiana d’inverno sul Corso Garibaldi e d’estate in Via Marina. Non esiste un’offerta culturale da parte del Comune che rispetti le diverse inclinazioni dei giovani del 2021. Una città amministrata da “giovani” ma fondamentalmente per vecchi.

Un altro fattore fondamentale è la carenza di impianti sportivi sul nostro territorio. Gran parte dei campi di calcio, ad esempio, sono inagibili, sequestrati o aperti con deroghe temporanee; per gli altri sport, la situazione è ancora peggiore. Non esiste una proporzionata dislocazione sulla città di questi impianti che noi pretendiamo debbano essere pubblici e gratuiti. Come pensiamo di recuperare le periferie se non partendo anche da questo?

Patiamo l’assenza di un dialogo, che a nostro avviso dovrebbe continuo e permanente, fra università e amministrazione. In ogni città che si vuole considerare moderna, questo dialogo esiste ed è incoraggiato, soprattutto in vista di scelte che orientano la costruzione di infrastrutture, spazi ed attività che coinvolgono la cittadinanza. Tutto questo è assente a Reggio Calabria e lo abbiamo visto con la figuraccia che il Sindaco e quest’amministrazione hanno fatto l’anno scorso bloccando e poi sbloccando (in seguito al richiamo del direttore del Diies dell’Università Mediterranea Tommaso Isernia, che giustamente sottolineava l’anti scientificità del provvedimento) l’installazione delle antenne 5G.

Crediamo però che un altro elemento che ci spinge ad allontanarci dai nostri affetti e dalla terra nella quale siamo nati, sia l’assenza di bellezza. Il degrado nel quale versa la città, ha raggiunto i suoi massimi storici. Siamo sommersi dai rifiuti, dopo un certo orario non esiste l’acqua nelle nostre case, le strade sembrano reduci di un bombardamento a Beirut e la città riflette grigiore in ogni angolo che non sia lo spazio che intercorre esattamente fra la stazione centrale e la stazione lido.

Viviamo in una città dove le diseguaglianze economiche sono particolarmente evidenti. Tutto questo è esacerbato da un dialogo esclusivo e privilegiato che questa amministrazione ha con la ricca imprenditoria reggina, unica categoria alla quale sembra rispondere viste anche recenti scelte che riguardano la gestione dei fondi dal PNRR.

Per tutti questi motivi e altri che sarebbero stati difficilmente riassumibili in un appello comunicato alla stampa, riteniamo sia arrivata l’ora che la politica, i partiti e tutte le istituzioni abbiano l’umiltà di mettere a tacere tutti quei discorsetti che non hanno minimamente a cuore l’interesse della città e ascoltino invece i giovani reggini che, ormai sempre più sfiduciati, scelgono di emigrare e, secondo i dati delle ultime elezioni, non praticano l’esercizio democratico più alto che esista: il voto. Ad averci allontanati e sfiduciati nei confronti della politica, siete stati voi.

Se questo è il quadro, allora noi giovani non ci stiamo più ad essere strumentalizzati da chi è assente nella quotidianità ma presente nel momento elettorale.

Non ci interessa più auspicare un cambiamento che, siamo consapevoli, non potrà venire da chi ha tradito le promesse a questa città e alla nostra generazione. Ci appelliamo a tutte e tutti i giovani, a chi opera nelle associazioni o a chi è semplicemente vittima di non-scelte che ricadono sulla loro pelle, a chi ha voglia di cambiare la nostra città e a chi vuole essere protagonista di questo cambiamento. I Giovani sulla Strada sono stati e saranno sempre la casa di tutte e tutti coloro sono stati esclusi dalle varie logiche di spartizione. Vogliamo una Rivoluzione, che sia culturale e politica, per costruire quello che la nostra generazione non ha mai avuto, soprattutto in questa città.