Dante Alighieri, Morabito: 'Brunetti e Versace non nascondano loro responsabilità'

"Se c’è stata una gestione fallimentare, di questo fallimento Comune e Città Metropolitana sono corresponsabili", afferma l'associazione La Cosa Pubblica

“Stupiscono le affermazioni in Consiglio Comunale del consigliere Carmelo Versace e del sindaco facente funzioni Brunetti in merito alla crisi economica dell’Università per Stranieri.

Il primo, infatti, nel ribadire l’auspicio di pervenire ad una sinergia con l’Università Mediterranea (proposta su cui abbiamo già espresso pubblicamente il nostro apprezzamento), si lascia andare ad una serie di affermazioni palesemente mistificatorie della realtà. Sostiene infatti Versace che gli Enti “non nascono per supportare economicamente enti privati” che “evidentemente non sanno gestire le proprie competenze”.

Versace però, oltre che consigliere comunale di Reggio, è sindaco facente funzioni della Città metropolitana, il che raddoppia la portata mistificatoria delle sue dichiarazioni.

Secondo Versace dunque, l’Università per Stranieri sarebbe solo una azienda privata che, mal gestita, chiederebbe ora aiuto economico agli Enti locali, quando si tratta invece di un’Università non statale nata dalla volontà di Comune e Provincia di sostenerla e promuoverla, attraverso un Consorzio promotore cui partecipa il Comune di Reggio e che è presieduto non da un privato, ma niente di meno che dalla Città Metropolitana di cui è sindaco lo stesso Versace”.

 

 

Stefano Morabito, coordinatore di La Cosa Pubblica, invita i due sindaci f.f. Brunetti e Versace ad assumersi le proprie responsabilità in merito alla vicenda Dante Alighieri.

“Quanto alla “gestione fallimentare”, poi, ricorderemo noi quello che Versace ha omesso di fronte a un consiglio comunale peraltro incapace di ribattere sul punto: Comune e Città Metropolitana sono parte della gestione dell’Università e hanno i loro rappresentanti, con diritto di voto, nel Consiglio di Amministrazione della stessa. Se dunque c’è stata una gestione fallimentare, di questo fallimento Comune e Città Metropolitana sono corresponsabili.

A tali affermazioni ha fatto eco Brunetti, sindaco f.f. e “consigliere avente diritto al voto” del CdA della Dante, che parla di “un sistema un po’ contorto … ingarbugliato, di gestione dell’Università”, sistema di cui il Comune e la Città Metropolitana sono protagonisti. Che rilievi hanno mosso negli anni? Cosa hanno fatto per correggere la farraginosità del sistema oggi lamentata?

 

C’è l’impressione che queste affermazioni, particolarmente sfortunate vista la delicata fase, e ingiuste verso la cittadinanza che ha diritto a un’informazione veritiera e trasparente da parte dei suoi rappresentanti, siano un maldestro diversivo per nascondere le precise responsabilità degli Enti: insinuare che ci sia stata mala gestione per non affrontare il tema dei mancati contributi annuali da parte del Comune e della Città Metropolitana.

Una scelta, quella di non ottemperare ai propri obblighi nei confronti della Dante Alighieri, che, peraltro, mostra curiose coincidenze che richiederanno, da parte di Brunetti e Versace una spiegazione politica. Dall’arrivo di Falcomatà a Palazzo San Giorgio nel 2014, infatti, il Comune non ha mai versato un solo centesimo nelle casse della Dante Alighieri. Non così la Provincia, che ha continuato ad assolvere ai suoi obblighi fino alla gestione Raffa, salvo poi adottare la medesima linea di Palazzo San Giorgio con la trasformazione in Città Metropolitana e l’arrivo di Falcomatà. Misteri”.

“In che misura -continua Morabito- le difficoltà economiche della Dante Alighieri dipendono dal mancato versamento, per anni, dei contributi da parte degli Enti territoriali? Quale porzione del “buco” finanziario porta il nome degli Enti inadempienti? Quali sarebbero gli esempi di cattiva gestione cui Versace e Brunetti alludono in consiglio comunale ma che i loro rappresentanti nella loro funzione di membri del Consiglio di Amministrazione dell’Università non hanno mai rilevato né indicato? È interesse della comunità tutta saperlo.

Facciano il loro dovere gli Enti, senza nascondersi dietro allusioni dannose per l’Università e il territorio, e autolesionistiche per chi le formula. Indichino quali sono gli elementi da correggere: è interesse dell’Università, del territorio e degli Enti che queste correzioni vengano presto realizzate con l’obiettivo non solo di “salvare” l’esperienza culturale dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, ma di svilupparne tutte le sue potenzialità a beneficio del sistema universitario pubblico calabrese e della comunità cittadina e provinciale.

Si tratta di un’esperienza e di potenzialità che non possono trovare spazio in anguste mentalità aziendaliste, ma necessitano del terreno fertile di una solida e inedita (almeno rispetto all’ultimo decennio) visione di sviluppo del nostro territorio e della nostra regione”, conclude il coordinatore di La Cosa Pubblica.