Ddl Zan e Vaticano, Arcigay Reggio: 'La politica ha l'occasione di dimostrare la sua sovranità e laicità'

Secondo il comitato Arcigay di Reggio Calabria "le minacce del Vaticano riportano il nostro Paese a tempi preistorici"

“Apprendiamo con preoccupazione e sgomento la nota ufficiale della Segreteria dello Stato Vaticano che condanna la proposta di legge approvata alla Camera contro omotransfobia, misoginia e abilismo come una violazione del Concordato Stato-Chiesa dell’84 rappresenta una minaccia senza precedenti alla Laicità e Sovranità del nostro Paese”.

È quanto scritto in una nota dal Comitato Arcigay I due Mari di Reggio Calabria in merito alla questione ddl Zan e Vaticano.

“Un ricatto diplomatico che mette in evidenza che una parte del Vaticano è ancora sotto il controllo di gruppi estremisti che anziché concretizzare le parole del Vangelo giocano con le vite delle persone. La discriminazione e la violenza verso le persone LGBT (gay, lesbiche, bisessuali e trans) è un fatto trasversale che nasce dall’odio e dall’intolleranza verso una caratteristica fondamentale dell’uomo. È un attacco alla dignità degli esseri umani. Nessuna legge che tuteli chi è vittima può compromettere la libertà, anzi la difende”.

Michela Calabrò, presidente dell’Arcigay di Reggio Calabria, ha concluso:

“Ricordiamo che il lungo e travagliato percorso della legge ha già conosciuto compromessi al ribasso. È stato introdotto l’art. 4 che promettendo di garantire la libertà di pensiero, in realtà, legittimerebbe di fatto e per la prima volta posizioni discriminatorie. Inoltre, anche l’articolo 7 è stato rivisto, subordinando le iniziative di informazione e cultura del rispetto contro l’omotransfobia nelle scuole al consenso genitoriale e all’approvazione del piano formativo, come fossero valori negoziabili, un’offerta integrativa e non indispensabile. Creare occasioni di dialogo, espressione, formazione non limita la libertà di pensiero ma la riconosce e le dà spazio. Per questo chiediamo alla politica di dare un segnale, di riaffermare i principi di uno stato laico e pluralista, includente e non oscurantista”.