Caso de Magistris, il CSM accoglie parzialmente la revisione di condanna

"A distanza di 13 anni il CSM riconosce la fondatezza della richiesta di revisione". L'annuncio del candidato Governatore

Un nuovo risvolto sul caso che vede coinvolto Luigi de Magistris. Nel 2008 l’ex pm era stato condannato, con l’applicazione della sanzione della censura e come pena accessoria il trasferimento ad altra sede e ad altre funzioni, dalla procura di Catanzaro al Tribunale di Napoli, nell’ambito del procedimento disciplinare avviato a suo carico per incolpazioni relative alla gestione di inchieste di cui era allora titolare, ‘Poseidone’ e ‘Toghe lucane’. Oggi l’annuncio della revisione di condanna.

De Magistris annuncia la revisione di condanna

A dare la notizia è lo stesso candidato Governatore della Regione Calabria in un post su Facebook:

“Il Consiglio Superiore della Magistratura ha ritenuto parzialmente accoglibile la mia richiesta di revisione della condanna disciplinare. È un risultato enorme per il quale devo ringraziare la mia avvocata Elena Lepre. La magistratura ordinaria di Salerno aveva già ormai da tempo riconosciuto la correttezza del mio operato e le interferenze illecite di cui eravamo stati vittime.

Ora il CSM, a distanza di 13 anni, riconosce per taluni fatti la fondatezza della richiesta di revisione. Per quelli per cui si rigetta la richiesta di revisione si motiva con il giudicato purtroppo formato (dovevano essere i giudici dell’epoca a farlo, ma sappiamo come è andata) e l’assenza asserita di fatti nuovi.

Era già tutto chiaro 13 anni fa. Per gli altri capi di incolpazione, in realtà strettamente collegati ai primi, ci sono i fatti nuovi che rendono ammissibile la richiesta. I fatti nuovi sono il contesto ambientale ostile in cui operavo e l’inesigibilità da parte mia di condotte altre rispetto a quelle tenute.

Tutto questo era già noto all’epoca, ma purtroppo avevano deciso di cacciarmi per impedire di ricercare verità e giustizia sul sistema criminale che avevamo individuato. Se consideriamo il tempo trascorso e il fatto che la revisione ha spazi assai stretti per operare è un risultato clamoroso.

A distanza di anni, dopo le confessioni di Palamara che ammette che fui fatto fuori perché non appartenevo al Sistema, dopo tutti i procedimenti penali di questi anni che hanno dimostrato la bontà del nostro operato, si accerta l’ingiustizia della condanna disciplinare che provocò il trasferimento a Napoli per incompatibilità ambientale e la sottrazione delle funzioni di PM. La nostra tenacia ha consentito al tempo di essere galantuomo. Grazie a tutte le persone che hanno creduto in me, che mi hanno sostenuto e che mi hanno dato la forza di andare avanti”.