Bilancio Comune, il M5S contro tutti: "La città del 'non vedo, non sento e non parlo"'

Debito comunale, Foti (M5S) punta i riflettori sul rumoroso silenzio dei candidati sindaco alle prossime elezioni

Sempre in merito alla mirabile operazione di marketing politico orchestrata ieri mattina a Palazzo San Giorgio (in quanto aiuti di stato pensati e stanziati da due governi a trazione M5S) , il Movimento 5 Stelle scrive oggi il secondo capitolo della pittoresca vicenda puntando l’attenzione sul rumoroso silenzio (mai ossimoro fu più calzante) che ha contraddistinto la giornata elettorale di Saverio Pazzano, Klaus Davi ed Antonino Minicuci, ovvero i tre principali antagonisti percentuali dell’attuale sindaco.

NON VEDO: tra un comizio dell’amore ed un utilizzo del megafono ci sarebbe stata bene una nota critica da parte dell’ufficio stampa del collettivo La Strada sulle mistificazioni di ieri. Invece nulla. Come se i falsi contenuti della conferenza fossero state velature invisibili poggiate sulle guance degli ignari cittadini, gli stessi che Saverio Pazzano afferma di voler tutelare in ogni modo restituendo a tutti la possibilità di riabitare Reggio. Bene, per il momento, sarebbe il caso di restituire al suo gruppo un po’ di dignità politica attaccando l’avversario politico con forza e determinazione. O forse, a sinistra, queste cose non si fanno?

NON SENTO: tra un incontro di quartiere ed una interlocuzione con turisti napoletani ci saremmo aspettati dal paladino anti-‘ndrangheta e consigliere di San Luca una precisa presa di posizione contro il fallocco accaparramento di meriti da parte del massimo rappresentante della nostra comunità. Ma, anche in quello caso, il nulla ben amagamato con il niente. Troppo tecnico e faticoso scendere nei particolari. Poco mediatico parlare di freddi numeri. Non da massmediologo interessarsi della bozza di un decreto governativo. Poco strategico spendere tempo per un argomento che non appassiona nessuno. In effetti, usando le sue parole “Reggio merita il meglio”. Sì, merita come sindaco qualcuno meglio di lui.

NON PARLO: tra un boicottaggio interno ed una mancata spiegazione su tutto (compresa la sua discesa in campo) il candidato del centrodestra sarebbe stato il primo a dover scrivere una nota tecnica sulla vicenda, in questo privilegiato sia dal suo background culturale ultratrentennale che dalla possibilità di accedere ad atti governativi interni vista la sua vicinanza a rilevanti esponenti parlamentari della Lega. Invece non argomentare in modo chiaro è stata, come ormai siamo abituati, la scelta operata. Il motivo? Facciamo fatica a comprenderlo. Forse si tratta solo di disinteresse alla battaglia per difendere la verità, i propri cittadini, il nostro orgoglio ferito. Oppure, semplicemente, trattasi di irrilevanza politica. Basta prenderne atto. Una volta per tutte.