Decreto Sud, il Comitato dei Tecnici del Sud: 'Bozza desta preoccupazione e incredulità'

"Il testo ignora sostanzialmente la loro esistenza, tace sul problema dell'imminente scadenza contrattuale" la nota del Comitato

Il Comitato per la Stabilizzazione dei Tecnici per il Sud prende atto con preoccupazione, incredulità e forte sgomento della bozza di decreto legge c.d. “Decreto Sud” circolata nelle ultime ore a mezzo stampa.

Proprio in questo periodo volge al termine la seconda annualità del contratto triennale dei pochi Tecnici al Sud ancora in servizio, decimati dalla mancanza di prospettive concrete che ha costretto i più a migrare altrove, e ciononostante alle prese quotidianamente con i progetti delle Politiche di coesione e con il PNRR di enti territoriali sempre più in affanno; comincia quindi per loro la terza e ultima annualità del contratto, delineando sempre più nitidamente un orizzonte fatto ancora di precariato, insicurezza e mancanza di occupazione.

La bozza di decreto citata, con perfetto (o pessimo, a seconda dei punti di vista!) tempismo, interviene tra le altre cose proprio sulla capacità amministrativa degli enti territoriali in merito alle Politiche di coesione, esattamente la stessa materia per cui i Tecnici sono stati selezionati con concorso pubblico e assunti – nonostante gli enti di assegnazione, giova sottolinearlo, li utilizzino spesso come jolly sfruttandone le competenze con le mansioni più disparate.

Cosa prevede il nuovo Decreto Sud

Ebbene, cosa prevede il nuovo Decreto Sud in merito al destino di queste importanti figure professionali? Assolutamente nulla! Clamorosamente, il testo ignora sostanzialmente la loro esistenza, l’esperienza maturata presso le rispettive amministrazioni e il know-how acquisito sul campo, nonché gli sforzi compiuti ogni giorno spendendosi in attività più o meno confacenti ai propri profili per permettere agli enti (che in mancanza mai disporrebbero di organici adeguati, per competenza o per eccessivo carico di lavoro) di “mettere a terra” milioni di euro di finanziamenti da investire sul territorio; in buona sostanza, dunque, il decreto tace sul problema della loro imminente scadenza contrattuale.

Piuttosto, l’art. 20 della bozza, “Rafforzamento della capacità amministrativa degli enti territoriali e del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri”, prevede per i medesimi enti interessati dalla attività dei Tecnici per il Sud la possibilità, dal 1° gennaio 2024, di richiedere l’assegnazione di un nuovo contingente di risorse umane, stimato in 2200 unità complessive, da assumere direttamente con contratto a tempo indeterminato (!), senza alcun onere per le relative assunzioni per sei annualità (ossia fino al 31 dicembre 2029!), in quanto tutte le spese sono da considerarsi a carico del Programma Nazionale FESR FSE+ “Capacità per la coesione 2021-2027” approvato con decisione di esecuzione C(2023) 374 del 12 gennaio 2023: la medesima fonte, ironicamente, suggerita da questo Comitato nei comunicati precedenti come possibile copertura economica per incentivare gli enti territoriali a procedere all’assorbimento dei Tecnici per il Sud già in forze presso i medesimi.

Tale previsione non può che avere l’effetto di ingolosire gli enti a richiedere l’assegnazione di nuove risorse (per le quali stavolta si prevede perfino una specifica formazione trimestrale, che comunque non vale meno di 24/36 mesi di esperienza sul campo!), per lunghissimo tempo a totale carico delle finanze statali (mentre per stabilizzare i Tecnici per il sud dovrebbero provvedere con oneri propri sin dal momento stesso del passaggio a tempo indeterminato), sostanzialmente fornendo l’assist per “scaricare” in sordina i Tecnici per il sud alla loro naturale scadenza: questo è quanto si può desumere dal “silenzio” del decreto in merito, così come dalla totale mancanza di risposte più volte sollecitate all’Agenzia di Coesione (che queste figure ha selezionato a monte) e al Ministro Fitto, competente in materia.

Le conclusioni del Comitato

Riassumendo, a breve gli enti si troveranno di fronte alla contestuale scelta di stabilizzare il personale già in essere, assumendolo con oneri interamente a proprio carico (possibilità prevista dall’art. 50, co. 17-bis del d.l. 13/2023 convertito in legge n. 41/2023, per i Tecnici per il Sud che abbiano maturato almeno 24 mesi di servizio), o invece di ricevere nuove risorse umane le cui spese sono per intero a carico dello Stato fino al 2030, sulla scorta della disposizione normativa introdotta dal decreto in
parola; e viste le finanze affatto floride dei nostri enti territoriali, non è difficile prevedere che la scelta in favore di questa seconda opzione appaia come assolutamente scontata, sebbene gli enti stessi avrebbero tutto l’interesse ad assorbire le risorse “rodate” e attualmente già in servizio presso i vari uffici, se solo potessero godere del medesimo sistema incentivante. Di fronte a tale gravissima ingiustizia, il cui rispetto dei principi di economicità ed efficienza dell’azione amministrativa è quantomeno dubbio, non possiamo rimanere a nostra volta in silenzio.

Il Comitato per la Stabilizzazione dei Tecnici per il Sud intende aprire immediatamente un confronto con il Governo sul tema, chiedendo che tramite l’aggiornamento della bozza stessa prima dell’approvazione, o tutt’al più con un apposito emendamento in sede di conversione in legge, venga introdotta la prelazione per l’assunzione di quelle risorse che all’interno degli enti ci sono già, proprio per occuparsi delle materie oggetto del decreto, risorse che sarebbe un inaccettabile spreco, un palese controsenso e una evidente iniquità lasciare decadere per relegarle alla disoccupazione in favore di altre da integrare ex novo in organico.

Auspichiamo pertanto che il nostro appello non rimanga inascoltato e che la stabilizzazione dei Tecnici per il Sud rientri nella manovra come assolutamente preliminare e prioritaria, e a tal fine invitiamo le OO.SS. a voler supportare la nostra istanza per il raggiungimento del giusto obiettivo. Non rimarremo in silenzio mentre altri prendono il nostro posto.