Didattica a distanza, ma ai più fragili chi ci pensa? La lettera di due genitori reggini

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di due genitori di un'adolescente con disabilità che chiedono alle istituzioni di non abbandonare i più fragili e trovare nuove soluzioni per l'istruzione

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di due genitori di un’adolescente con disabilità. In questo particolare periodo di emergenza, a farne le spese sono, purtroppo, le fasce più deboli. I riflettori, però, devono tornare ad essere puntati su chi, per cause di forza maggiore, non si può difendere da solo.

La missiva della famiglia reggina è indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina, al Presidente della Regione Calabria Jole Santelli, al Sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà ed al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Calabria Maria Rita Calvosa.

Richiesta di sostegno scolastico agli alunni con disabilità che non possono utilizzare la didattica a distanza

“Premesso che la scuola è oramai chiusa dal mese di marzo e che, visto quanto dichiarato dal signor Ministro della Pubblica Istruzione d’intesa con il Presidente del Consiglio e con il Governo, “non è ipotizzabile la riapertura per quanto riguarda questo anno scolastico”, aderendo all’iniziativa di quanto segnalato da molteplici Associazioni sul territorio Nazionale e dai genitori di bambini e ragazzi con disabilità, chiediamo a tutte le illustri Autorità in indirizzo di provvedere con la massima urgenza a emanare tutti i provvedimenti necessari – ciascuno per le rispettive competenze – per sostenere gli alunni con disabilità che non possono utilizzare i sistemi di didattica a distanza».

Giova rammentare alle illustri autorità in indirizzo che a questi studenti, la perdita dell’attività di un’intera parte dell’anno scolastico provocherà notevoli danni, che si vanno purtroppo ad aggiungere a quelli già presenti e per i quali grazie al sostegno della scuola le famiglie potevano sperare in un valido supporto.

Da informazioni recuperate sui media e facendo anche nostra un’idea segnalata sui social «ci permettiamo di suggerire, previa verifica e mappatura dell’effettiva situazione di difficoltà di tutti gli studenti con disabilità iscritti nei diversi istituti scolastici, di ipotizzare la possibilità, laddove non si possano utilizzare o non siano efficaci strumenti di supporto alla didattica a distanza, che tutte le istituzioni, a partire da quelle scolastiche, garantiscano la continuità dell’insegnamento attraverso la presenza dell’alunno con disabilità e dell’insegnante di sostegno e/o dell’assistente educativo “in ambiente neutro” (ad esempio aule scolastiche dedicate), in rapporto di uno a uno e con l’uso di “tutti i dispositivi di sicurezza necessari” (mascherine, gel disinfettante, ecc.)».

Nell’arco del periodo di restrizione e ligi alle direttive del Governo “abbiamo vissuto sulla nostra pelle” le non poche difficoltà che si sono presentate nel momento in cui l’insegnante di sostegno, tramite e-mail o chat, inoltrava le attività da far eseguire a nostra figlia, che malgrado supportata da entrambi i genitori, non si è dimostrata per nulla interessata e spesso si è dimostrata ancor più disturbata dimostrando l’inefficacia del metodo d’insegnamento a distanza. A ciò va aggiunto che, a causa delle restrizioni governative, si è verificata l’impossibilità di farle frequentare un centro dove, attraverso personale qualificato di un’associazione privata che opera nel settore, venivano svolte tutte le attività pomeridiane per stimolare le sue autonomie e una corretta socializzazione, garantendo al contempo un valido supporto alla famiglia.

In questo momento di enormi difficoltà per tutto il Paese, nel caso specifico che riguarda tutti gli studenti con disturbi dello spettro autistico e, più genericamente, con disturbi specifici del comportamento, per i quali non siano efficaci strumenti di supporto alla didattica a distanza si evidenzia l’importanza di “sostenere con particolare attenzione bambini e ragazzi già per loro condizione maggiormente fragili”, cercando di mantenere, per quanto possibile, una continuità nei rapporti (soprattutto umani) e nelle attività didattiche con le figure di riferimento, così consentendo anche alle famiglie, su cui ricade il maggior carico, di poter continuare ad usufruire dei servizi di sostegno normalmente erogati. È indispensabile che si dia a tutti, nessuno escluso, la possibilità di continuare a studiare e di mantenere i rapporti sociali di riferimento”.

Consolato Cutrupi e Daniela Rossi – Genitori di una ragazzina con disabilità