Tra supplementi di esami ed esposti: la discarica di Melicuccà non diventi il “nuovo” tema elettorale

La denuncia del sindaco di Palmi riaccende i riflettori sulla questione. Attesa per l’esito degli approfondimenti del Cnr

La discarica di Melicuccà, quale antidoto – non il solo certamente – all’emergenza rifiuti, rimane al centro del dibattito politico. Ma da elemento che avrebbe dovuto unire, cittadini e istituzioni, rischia di diventare per l’ennesima volta un inutile feticcio in prossimità delle elezioni regionali di ottobre, configurandosi come un tema divisivo.

L’esposto depositato alla Procura della Repubblica dal sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio – “per rappresentare e denunciare un possibile disastro ambientale, determinato dalla riapertura della discarica di Melicuccà” – come lui stesso scrive sul proprio profilo facebook – rischia di creare confusione, non già nel mondo politico, ma tra la cittadinanza.

D’altra parte il sito di Melicuccà è stato al centro delle campagne elettorali di Comune e Città Metropolitana, e ancor prima, nell’ambito dell’eterna emergenza rifiuti, anche delle regionali di gennaio 2020. E se prima era la Città metropolitana a rimproverare alla Regione di non aver trasferito le competenze per poter “mettere mano” ai lavori, ora che le competenze sono in capo a Palazzo Alvaro è la Regione, con l’assessore all’ambiente “Ultimo” a provare fughe in avanti, parlando di una riapertura che indispettisce i politici di casa nostra.

Da qui la reazione di Ranuccio che testualmente dice:

“Ho appreso con stupore e rabbia delle dichiarazioni dell’assessore Ultimo, secondo cui la discarica sarebbe pronta ad entrare in funzione di qui a poche settimane, entro il mese di maggio. Ciò, nonostante su nostra forte pressione, la Regione e la Città Metropolitana abbiano disposto nuove indagini, studi e analisi per approfondire eventuali interferenze tra la discarica di Melicuccà e la sorgente Vina che alimenta l’acqua che noi beviamo. La Regione Calabria continua ad andare avanti e questo non è tollerabile e deve anche farci riflettere”.

Insomma, Ranuccio, che punta l’indice anche contro l’assessore reggino al ramo Paolo Brunetti, si fa interprete e difensore di una comunità che sta soffrendo il problema della discarica, portando avanti le iniziative di tutela che il Consiglio Comunale palmese, all’unanimità, ha espresso nel corso della seduta di lavori convocata sul tema.

E tuttavia, la sua iniziativa rischia di mettere in cattiva luce chi, a Palazzo Alvaro, sulla discarica ha scommesso tutto o quasi.

D’altra parte il sito per come più volte detto dal sindaco metropolitano, avrebbe dovuto aprire a ottobre, poi novembre, poi gennaio e così via. Siamo ad aprile e qualche settimana fa da Palazzo Alvaro si sottolineò che la discarica già finanziata e con lavori in corso si attiverà solo quando ci saranno le certezze sulla salubrità della struttura. Certezze che sarà il Cnr a darle o a negarle.

Lo scorso 24 marzo si è svolta una riunione sul tema, alla quale hanno partecipato i tecnici dei due Enti sovraordinati e quelli del Cnr, unitamente ai comuni di Palmi, Seminara, Melicuccà e all’Acquedotto Vina e il consigliere metropolitano delegato all’ambiente Salvatore Fuda.

Le perplessità e i dubbi di Ranuccio sono stati presi talmente tanto in considerazione che si è stabilito di proseguire con ulteriori approfondimenti tecnici, i cui risultati devono ancora arrivare.

E intanto, anche l’opposizione di centrodestra preme per capire cosa stia succedendo, presentando una interrogazione per conoscere lo stato dell’arte, a cui dovrà rispondere il delegato Fuda nel corso del prossimo Consiglio metropolitano.

Insomma si è capito che Melicuccà è tornato ad essere un tema divisivo e che c’è chi questa discarica la vuole aprire e chi no. L’importante, per i cittadini, è che ci siano vere motivazioni, magari tecniche, e non solo politiche o elettorali.

D’altra parte, per dirla con il delegato Fuda, c’è bisogno di “buonsenso ed equilibrio”.

Anche perché immaginare il ciclo integrale dei rifiuti, in questo momento storico, senza discariche è un’assurdità. L’aumento della raccolta differenziata creerà sempre un certo quantitativo di scarti che dovrà trovare posto in impianti che insistono sul territorio metropolitano. Ed altri siti, per il momento non sembra siano stati indicati.