"Il divario fra nord e sud verrà colmato nel 2020". Correva l'anno 1972...

Si diceva nel 1972. Adesso ci siamo. Preparatevi, mancano poche ore al cambio epocale

Magari qualcuno ci aveva pure creduto.

Anche il meridionale più ottimista, sfogliando le pagine dell’allora Corriere della Sera, avrebbe potuto sperare in un futuro migliore imbattendosi nell’articolo, datato 13 settembre 1972, dal titolo:

“Il divario fra Nord e Sud verrà colmato solo nel 2020”.

Il noto quotidiano milanese dell’era Pasolini illustrava, attraverso le parole del professore economista Pasquale Saraceno, una serie di indicazioni attraverso cui si evidenziavano i motivi del divario economico-sociale tra Nord e Sud, concludendo come ‘solo nel 2020 verrà colmato il divario’.

“Lo sviluppo del Sud è avvenuto in modo disordinato – riportava l’articolo – aggiungendo ai vecchi motivi di arretratezza nuove cause di disorientamento”.

Un pezzo incredibilmente e più che mai attuale che oggi vogliamo riproporvi a poche ore dal nuovo anno.

Disordinati, dunque. Così era il Sud di 47 anni fa (e quello di oggi?). Le imprese di allora e le nuove iniziative imprenditoriali poggiavano, secondo l’economista, su ‘sabbie mobili’ e le loro basi non erano affatto solide (e quelle di oggi?).

A corredo dell’articolo, in foto, gli stabilimenti siderurgici dell’Italsider di Taranto, ancora oggi nel mirino di polemiche ed accesi dibattiti.

A distanza di quasi 50 anni dunque, come siamo messi? Abbiamo accorciato le distanze tra Nord e Sud? La risposta la conosciamo, eccome. Nulla è cambiato.

A poche ore dal 2020, possiamo affermare con estrema certezza, che quella svolta e quel cambiamento, ahinoi non ci saranno. Quel gap non verrà colmato. E il problema ‘Nord – Sud’ ci tormenterà ancora per lungo tempo trascinandocelo nel 2020 e anche nel 2021.

Quel divario non solo non è stato colmato ma è cresciuto ancora. La Calabria e le vicine regioni del Meridione camminano con lentezza, a volte rimangono ferme per mesi e mesi.

E visti i precedenti, dubitiamo fortemente che ci possa essere un cambiamento nel giro di pochi anni.

La colpa, com’è ovvio, è stata (e lo è tuttora), della politica nazionale, delle classi dirigenti, dei governatori e della loro incapacità nel vedere un ‘Sud virtuoso’, nella loro mancata visione di un progetto di sviluppo del Meridione.

Corre tuttavia, l’obbligo di un sano ottimismo.

Ed è per questo che affermiamo (ce ne assumiamo la responsabilità) come ‘il divario fra Nord e Sud verrà colmato solo nel 2030‘.

Basteranno una decina d’anni per un miglioramento? Noi ci auguriamo di si. A buon cuore dei nostri politici ed amministratori.

Del resto, il 2030 ci sembra una data sufficientemente lontana. Chissà.

Nella speranza di non essere smentiti un domani da qualche giovane collega…