Comune di Reggio, ci risiamo: ritardi nei pagamenti di scrutatori e presidenti di seggio

Anche in occasione delle elezioni europee, ritardi nei pagamenti. La testimonianza: "Ogni volta la stessa storia. Perchè in tutta Italia si è puntuali e a Reggio no?"


A distanza di due mesi e mezzo, ancora non sono stati paganti i tanti scrutatori e presidenti di seggio che hanno prestato servizio ai seggi elettorali di Reggio Calabria nel corso delle ultime elezioni europee.

E’ un film già visto e che in passato ha richiesto diversi mesi per vedere i pagamenti effettuati in riva allo Stretto. Alla nostra mail di redazione, tra le altre segnalazioni sulla circostanza, anche la testimonianza di S.M.

Leggi anche

“Ho 29 anni, sono presidente di seggio da tanti anni, dal 2013 ho partecipato a tutte le elezioni come presidente di seggio in varie tornate elettorali. Quello che affermo è comprovato da esperienza personale, vorrei segnalare i continui ritardi da parte del comune di Reggio Calabria a emettere i pagamenti delle elezioni politiche, nella fattispecie quelle europee svoltesi l’8 e il 9 giugno 2024.

Con la presente, vorrei capire una volta per tutte come mai spesso proprio il comune di Reggio ha così tante remore , mentre comunico attigui appartenenti alla città metropolitana quindi stessa provincia, hanno già dopo un solo mese emesso i pagamenti. Stesso discorso per altri comuni calabresi e nel resto d’Italia.

Così passa la voglia, già i soldi sono pochi rispetto al lavoro svolto, sarebbe giusto però almeno riceverli. Servirebbe trasparenza e maggiore serietà, ogni volta la stessa storia. Perchè in tutta Italia si è puntuali e a Reggio no?”, le parole del giovane presidente di seggio.

Alle comunali reggine del 2020 il ritardo era stato enorme, tanto da superare i limiti previsti dalle normative. I pagamenti infatti sono arrivati a più di 5 mesi dalle elezioni che si erano tenute il 20 e 21 settembre 2020, con turno di ballottaggio (che aveva visto Falcomatà imporsi su Minicuci) il 3 e 4 ottobre. La speranza è che questa volta non si raggiungano ritardi di questo tipo, e che nelle prossime settimane da Palazzo San Giorgio si provveda ai pagamenti.

Solitamente per i quesiti referendari è previsto l’importo base di 130 euro per il presidente e 100 euro per gli altri membri. Gli onorari cambiano però dal tipo di tornata elettorale e in caso di contemporaneo svolgimento dei referendum con il primo turno delle amministrative vengono adeguati alla normativa per le elezioni comunali: 150 euro per il presidente, 120 euro per gli altri componenti. Restano le quattro maggiorazioni per il numero di quesiti (che sono cinque). Risultato: circa 280 euro per il presidente e 200 per gli altri scrutatori.

logo community