Ex Ilva, Urso: ‘Calabria in corsa per il polo Dri a Gioia Tauro’
Il ministro delle imprese e del made in Italy incontrerà Occhiuto: "Pronti a valutare l’ipotesi calabrese"
01 Settembre 2025 - 13:17 | di Redazione

Si riaccende l’attenzione sul futuro dell’ex Ilva e sulla nuova strategia per l’acciaio italiano. In un’intervista al Secolo XIX, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha chiarito i prossimi passaggi: le manifestazioni di interesse per l’acquisizione degli impianti dovranno pervenire entro il 15 settembre, con l’obiettivo di chiudere la gara entro novembre.
La novità più significativa riguarda la Calabria. Gioia Tauro, infatti, è tra le aree prese in considerazione per ospitare uno dei poli centrali della decarbonizzazione della siderurgia nazionale.
«Giovedì incontrerò il governatore della Calabria, Occhiuto, che ha manifestato la disponibilità a ospitare il Polo Dri a Gioia Tauro, sulla base delle prime evidenze tecniche del Comitato appositamente costituito», ha dichiarato Urso.
Calabria candidata per il polo Dri
Il progetto prevede la realizzazione di un centro per la produzione di preridotto (Dri), materiale indispensabile per alimentare i nuovi forni elettrici della siderurgia green. La candidatura è stata avanzata dal presidente regionale Roberto Occhiuto, in vista delle prossime elezioni.
Il posizionamento del polo dipenderà anche dalle difficoltà che potrebbero emergere a Taranto, dove si valuta l’approdo temporaneo di una nave rigassificatrice. In caso di stop, si aprirebbe la strada a un’alternativa nel Sud Italia. «Se Taranto non consentirà l’approdo temporaneo di una nave rigassificatrice, è probabile che anche il Dri, che approvvigionerà il forno elettrico servente gli stabilimenti del Nord, debba essere collocato altrove», ha aggiunto Urso».
Una siderurgia decarbonizzata
Il nuovo piano industriale per l’ex Ilva mira a una siderurgia sostenibile, basata su forni elettrici alimentati a preridotto, con l’obiettivo di superare lo storico conflitto tra salute e lavoro. «Ilva è in crisi da quasi quindici anni, lacerata dalla contrapposizione tra lavoro e salute, che ora possiamo finalmente ricomporre con il piano di decarbonizzazione condiviso a livello centrale e locale», ha sottolineato Urso.
Il programma prevede tre forni a Taranto e uno al Nord. La scelta definitiva sarà in mano agli investitori, ma il governo chiede impegni chiari dai territori. «Se Genova chiude a questa prospettiva, speriamo sia possibile realizzarlo altrove», ha osservato Urso, ricordando che «Vi sono in Italia 34 forni elettrici in 26 località. In nessun caso vi sono state criticità. È quanto di meglio oggi esista nel campo della siderurgia green».
Le prossime scadenze
Dopo il termine del 15 settembre per le offerte, scatteranno i tre mesi necessari all’Antitrust europeo e all’istruttoria Golden Power, chiamata a valutare eventuali rischi legati ai nuovi ingressi societari.
Il governo punta a ridisegnare la geografia produttiva dell’acciaio in Italia, orientandola verso la sostenibilità e una distribuzione più equilibrata tra Nord e Sud. In questo scenario, la Calabria potrebbe giocare un ruolo decisivo.