Falcomatà a rischio e personale del comune da licenziare? Le bufale del dissesto finanziario

Dubbi e timori sull'ipotesi dissesto si stanno diffondendo in città come un virus. Alcune precisazioni

Reggio Calabria e il rischio dissesto, sono giorni decisivi. Dopo il primo incontro a Roma tra il sindaco Falcomatà (presente nella sua qualità di delegato Anci al Mezzogiorno e alla Coesione territoriale) e i rappresentanti del Governo, il tavolo di confronto si è dato nuovo appuntamento a giovedì 21 marzo.

Meno di una settimana quindi per capire quali saranno gli scenari possibili per il futuro dell’amministrazione comunale reggina. Senza un ‘assist’ dal Governo, il dissesto finanziario rimane l’ipotesi più concreta. Il sindaco Falcomatà ha individuato una via d’uscita per tutti i comuni coinvolti, ovvero chiedere al Governo di sospendere, per il 2019, l’esecuzione prevista dalla sentenza della Corte costituzionale.

DISSESTO, RISCHI E BUFALE

Chiarito, e premesso, che un eventuale dissesto finanziario porterà con sè inevitabili conseguenze negative, è il caso di spazzare il campo da timori e dubbi che si stanno diffondendo come un virus in città.

AMMINISTRAZIONE ANCORA IN CARICA

Il dissesto finanziario non comporta l’automatico scioglimento del consiglio comunale. Il sindaco Falcomatà, anche in caso di dissesto, rimarrebbe in carica assieme alla sua squadra. E’ il debito ad essere gestito da un commissario, la gestione corrente invece rimarrebbe a carico dell’attuale amministrazione.

L’esempio arriva dalla vicina Catania, città ufficialmente in dissesto finanziario dallo scorso dicembre. L’attività del sindaco e del consiglio comunale, seppur in modo limitato, sta proseguendo anche dopo la dichiarazione di dissesto.

PERSONALE NON A RISCHIO

Assunzioni bloccate e lavoratori con contratti a tempo determinato licenziati? Normalmente, è una delle principali conseguenze del dissesto. Il comune di Reggio Calabria però farebbe eccezione. Complice l’attuale stato di predissesto infatti, il comune reggino ha una pianta organica già molto al di sotto degli standard.

I parametri tra dissesto e predissesto sono praticamente identici, quindi la misura è come se fosse già applicata. Non solo il personale del comune non rischierebbe il licenziamento anche in caso di dissesto, ma anzi da Palazzo San Giorgio possono procedere tramite concorso a nuove assunzioni, concorso che dovrebbe essere annunciato a giorni. Nuovi posti di lavoro che non sarebbero a rischio in caso di dissesto finanziario.

DEBITO RIDOTTO

Difficile districarsi tra debiti e bilanci riferiti all’ultimo decennio del comune di Reggio Calabria. Tra amministrazione Scopelliti, gestione dei commissari e amministrazione Falcomatà, è un mare di carte complicato da sbrogliare anche per gli addetti ai lavori.

Di certo, c’è che il debito (non l’unico purtroppo a carico del Comune) all’origine della richiesta di ‘spalmatura’ in 30 anni è stato sensibilmente ridotto. Da una cifra iniziale di 110 milioni, a partire dal 2013 l’amministrazione Falcomatà per 4 anni ha pagato 11 milioni l’anno per un totale di 44 milioni. Nel 2017 e nel 2018 invece, dopo la rimodulazione del debito e l’ok ricevuto per completare il pagamento in 30 anni, da Palazzo San Giorgio sono partiti due pagamenti di 2,5 milioni di euro ciascuno.

Sono quindi 49 i milioni restituiti in questi anni, 61 quelli rimanenti per arrivare al debito complessivo di 11o milioni di euro. Cifra che, dopo la recente sentenza della Corte, il Comune dovrebbe restituire al ritmo di 11 milioni di euro l’anno e non più 2,5 a partire già dal 2019.