Falcomatà alle prese con la Giunta. Rebus anche per il vice sindaco

Fondamentale diventa la figura del vicesindaco. Una condanna farebbe scattare la Legge Severino e quindi la sospensione dalla carica del primo cittadino

“Garantisco che ci saranno diverse novità, nei nomi e anche nei modi in cui si arriverà a quei nomi”.

Così si era espresso il sindaco Giuseppe Falcomata, nel giorno della proclamazione, ai microfoni di CityNow, in merito alla formazione della giunta. Bocca cucita su quei nomi, ma anche la consapevolezza di non poter tradire la fiducia e le aspettative della cittadinanza. Perché il voto, e Falcomatà ne è cosciente, porta con sé una chiara richiesta di cambiamento. Così il primo cittadino ha inteso tracciare il profilo di massima del nuovo assessore, che dovrà essere rappresentativo della città e delle istanze del territorio.

In questi giorni il sindaco avvierà le consultazioni coi partiti che hanno ben chiaro, anche loro, la necessità di dare all’esterno un segnale di rinnovamento, ma è ovvio che le regole della politica impongono un riconoscimento alle formazioni che hanno contribuito all’elezione del primo cittadino. Anche per questo è lecito aspettarsi che ci vorranno più dei sette giorni serviti a Falcomatà per nominare la sua prima giunta nel 2014.

E d’altra parte la formazione dell’esecutivo si intreccia con un altra competizione elettorale, ma tutta interna ai partiti, per la Città Metropolitana.

Infatti il consiglio metropolitano è eletto a suffragio ristretto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana. E sono eleggibili a consigliere metropolitano i sindaci e i consiglieri comunali in carica.
Falcomatà dovrà indire entro 60 giorni dalla sua proclamazione i comizi elettorali, anche se la corsa a Palazzo Alvaro di fatto è già cominciata.

Secondo l’opinione che va per la maggiore in molti, dei consiglieri eletti in odor di assessorato, preferirebbero proprio uno dei 14 posti del Consiglio metropolitano rispetto a Palazzo San Giorgio. Un dato non da poco, che potrebbe anche mettere in difficoltà il primo cittadino alle prese con la nomina dell’esecutivo.

C’è da dire che la città metropolitana è sicuramente un luogo più tranquillo rispetto a palazzo di città, ma probabilmente le cariche che vanno ricoperte fanno gola a più di qualcuno, soprattutto alla luce delle richieste avanzate da Falcomatà che ha in più occasioni parlato della necessità di avere una squadra di assessori al suo fianco.

Ma perché ciò accada è necessario anche che la Regione trasferisca le deleghe alla Città metropolitana. Anche se il centrodestra non è riuscito a fare eleggere il proprio candidato a sindaco.

Intanto, in attesa che il sindaco rientri da fuori, c’è grande incertezza su quelli che saranno i suoi intendimenti. Si dovrà trovare una intesa coi partiti, e per questo da lunedì riprenderanno gli incontri con i rappresentanti della coalizione. C’è chi giura che il primo segnale di rinnovamento verrà proprio dalla non riconferma degli assessori “uscenti”.

Voci di corridoio per il momento, ma indicative del clima di incertezza che si respira.

C’è da dire che in questi giorni il sindaco è stato stretto anche dalle polemiche circa l’affaire Miramare e gli esiti del relativo processo che dovrebbe ripartire a breve. E non solo per lui. Una presumibile condanna farebbe scattare la Legge Severino e quindi la sospensione dalla carica. Ecco quindi che diventerà fondamentale la figura del vicesindaco. D’altra parte per chi è in carica basta anche una condanna non definitiva per l’attuazione della sospensione che può durare per un massimo di 18 mesi.

Dove pescherà questo uomo di fiducia Falcomatà è difficile dirlo oggi.

Certo al PD dovrebbero toccare due nomine. Bisognerà vedere su cosa opteranno i democrat: due assessorati, vicesindaco e un assessorato, presidenza del Consiglio… Staremo a vedere, ma lo schema che ci si può attendere potrebbe prevedere anche un assessorato a testa per Articolo 1 (con Delfino in pole position) , Italia viva, socialisti e S’intesi.