“Le tradizioni che intendete voi”: festa della Madonna attraverso gli occhi di un reggino
"Non amate Reggio quando viene amata da tutti, onoratela quando tutti le voltano le spalle". Emozioni e sentimenti di un giovane reggino su Festa di Madonna
18 Settembre 2019 - 11:47 | Redazione

“Le tradizioni che intendete voi”…
Inizia così la riflessione di un giovane reggino riguardante la festa patronale appena conclusa. Alla fine delle danze è normale tirare le somme di un evento che, ogni anno da secoli, coinvolge credenti e non in un susseguirsi di iniziative che ricordano ai reggini di far parte di una grande comunità.
Non tutto però è rose e fiori:
“Le tradizioni che intendete voi sono palcoscenici di piccole situazioni momentanee, accampate per moda o esibizionismo. Le tradizioni, come le intendo io, vengono nutrite nel tempo, rispettate e onorate in tutte le sue forme”.
Di fedeli praticanti solo a Pasqua e Natale è pieno il mondo, così come di amanti di Reggio solo nella settimana di giostre e bancarelle. Un dato di fatto che, inevitabilmente, spezza il cuore della gente che in questa città ha investito anima e corpo e che, ogni giorno, si trova a difenderla con le unghie e con i denti.
“Il lancio dei fiori rivolto alla Madonna è una piccola tradizione di famiglia che dura da circa 30 anni, con enorme valore e devozione viene tramandata di generazione in generazione. Da 12 anni a questa parte è mio fratello, classe 2002, a portare avanti la tradizione”.
Sta proprio a noi, meno giovani e anziani, trasmettere quell’amore che ci ha spinto ad abbracciare Reggio nonostante i suoi innumerevoli difetti.
“Non amate Reggio quando viene amata da tutti, onoratela quando tutti le voltano le spalle e scappano via. Amate le tradizioni, difendete i valori trasmessi e valorizzate ogni angolo della nostra città. La voglia di migliorare deve partire da ognuno di noi. Diciamo basta alla gelosia, all’invidia, ai pregiudizi. É il momento di fare i fatti e non le chiacchiere.
Viva Maria e Viva Reggio Calabria”.
Fonte: Gianluca Scopelliti
