‘Reggio è una palestra di vita’: il giovane ing. Filippo Buonafede e il ritorno alle radici

C’è una forza speciale nelle storie di “restanza”, nel coraggio di chi sceglie di tornare alle proprie origini e contribuire alla crescita del proprio territorio

filippo buonafede

C’è una forza speciale nelle storie di “restanza”, nel coraggio di chi sceglie di tornare alle proprie origini e contribuire alla crescita del proprio territorio. In un mondo in cui si parla sempre più di partire, le storie di chi decide di restare, di radicarsi, sono storie che hanno un valore profondo.

Una di queste è quella di Filippo Buonafede, giovane ingegnere reggino, che ha scelto di tornare nella sua città.

Filippo, dopo aver studiato a Milano e aver acquisito esperienza lavorativa in una multinazionale americana, ha preso una decisione che molti giovani oggi ritengono difficile: tornare.

“Ho deciso di tornare a Reggio Calabria non solo per lavorare, ma per essere parte di qualcosa che sta crescendo, per costruire una città che possa dare a noi giovani la possibilità di realizzare i nostri sogni”.

Per lui, il legame con la città è forte, e non è solo un ritorno a casa, ma un impegno a dare forma a un futuro che oggi sembra più vicino.

“Reggio è stata fondamentale nella mia vita. È stata la mia palestra, anche se non sempre me ne rendevo conto”, racconta. Filippo sottolinea come, pur essendo una città piccola, Reggio abbia una forza particolare: “La sua forza sta nel fatto che, vuoi o non vuoi, ci si conosce tutti e, grazie a questo, è possibile creare relazioni vere. Reggio ti stimola a volerti realizzare, a volerti mettere in gioco, a fare rete. E questo è quello che mi piace di più della mia città: se vuoi fare qualcosa, probabilmente riuscirai a farlo”.

Il desiderio di Filippo è che Reggio diventi un centro di innovazione, un luogo che sappia valorizzare le proprie risorse e offrire nuove opportunità ai giovani.

“Oggi la città sta migliorando, soprattutto perché i giovani stanno iniziando a valorizzare ciò che hanno. Il mare, il clima, la storia: Reggio ha tutto, ed è solo ora che i giovani iniziano a rendersi conto della fortuna che hanno a vivere qui. Questo sta cambiando la città, rendendola un posto migliore”.

Non solo lavoro, però. Filippo è un vulcano in piena attività, impegnato anche nel sociale, con iniziative che spaziano dal volontariato a progetti imprenditoriali. È molto attivo con Confindustria Giovani e Attendiamoci Onlus, dove porta avanti il suo impegno per la formazione e il supporto ai giovani, creando occasioni di crescita e di apprendimento. Ma la sua voglia di fare non si ferma qui.

“Sono impegnato in una piccola startup innovativa nel settore della ristorazione, fondata con altri giovani reggini. Ma se dovessi chiedere qualcosa alla città, mi piacerebbe creare un’impresa manifatturiera. Reggio ha bisogno di spazi per imprese del genere, per generare lavoro e opportunità”, afferma Filippo, evidenziando come la politica locale dovrebbe mettere a disposizione gli strumenti giusti per favorire l’imprenditorialità giovanile.

Filippo ha imparato, nel suo percorso di vita e carriera, che la formazione è la chiave per cambiare davvero le cose.

“La formazione è fondamentale, è grazie alla cultura che possiamo dare vita a vere rivoluzioni. Come diceva Gramsci: ‘Studiate, istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza'”. Per lui, la crescita della città passa attraverso l’investimento sulla cultura e sulla formazione dei giovani, affinché possano affrontare il futuro con consapevolezza e competenza.

Guardando al futuro, Filippo ha una visione chiara: trasformare Reggio Calabria in una città che sa valorizzare il proprio patrimonio e dare spazio a chi ha voglia di crescere.

“Le persone che mi hanno influenzato di più sono la mia famiglia, soprattutto mia nonna, che mi ha insegnato il senso del dovere e del servizio”, racconta con affetto. Per lui, l’importanza della famiglia e dell’educazione sono le fondamenta su cui si costruisce il futuro.

Fra dieci anni, Filippo sa cosa vuole:

“Spero di essere un buon padre. È la sfida più difficile, ma anche la più importante”.

Partire è difficile, ma anche tornare. La seconda, però, è una scelta che incide positivamente su tutta la comunità locale. Un atto di responsabilità verso la propria terra, verso le future generazioni e verso una comunità che sta imparando a fare tesoro di ciò che ha.

Reggio, con le sue potenzialità, sarà pronta per diventare il centro di innovazione e opportunità che Filippo e tanti altri giovani sognano?