Ultimo saluto a Ludovico: l'abbraccio di Roccella - FOTO

Un paese sbarrato, con bar e negozi con le serrande calate a manifestare un dolore che ha colpito trasversalmente la cittadina jonica

Ci sono i ragazzi che si occupano dei palloncini bianchi e quelli con le canotte della sua squadra di basket; e coppie di anziani che si tengono a braccetto come per darsi conforto. Davanti al sagrato della Matrice, Roccella si è stretta forte alla famiglia del ragazzo morto domenica notte, investito da un regionale sui binari all’ingresso del paese. Tutto attorno alla chiesa, amici e conoscenti del giovane universitario si raggruppano in piccoli capannelli silenziosi, molti piangono, altri si abbracciano, tutti sono increduli davanti alla tragedia di un ventiquattrenne vittima di un incidente dai contorni assurdi.

«Prenderemo a calci tutti i treni – dice uno degli amici di Ludovico Lombardo durante la cerimonia – e ci ritroveremo qui su questo binario, dove anche una parte della nostra vita è finita domenica».

Nel silenzio irreale di un pomeriggio di scirocco feroce, gli amici e i compagni del ragazzo si alternano dal pulpito, ricordandolo per le (tante) iniziative di cui era protagonista. Il basket, la musica, lo studio, gli amici: una vita normale, interrotta nel modo peggiore, che rivive nelle parole semplici di chi gli era vicino. E poi gli applausi, sommessi, a due passi dalle bandiere ammainate del municipio, proprio accanto alla chiesa, e i palloncini con la scritta Gang – Ludovico aveva fatto della musica una delle sue ragioni di vita – che prendono il volo quando la bara viene portata fuori dal portale della chiesa.

Tutto intorno, un paese sbarrato, con bar e negozi con le serrande calate a manifestare un dolore che ha colpito trasversalmente la cittadina jonica, che difficilmente dimenticherà quel pomeriggio di agosto in cui tutto si è fermato per l’ultimo saluto a quel ragazzo dal sorriso contagioso, morto troppo presto mentre tentava di raggiungere gli amici per una serata di svago sul lungomare.

Ludovico Lombardo è l’ennesima vittima della ferrovia jonica, per anni praticamente unico, o quasi, mezzo di trasporto pubblico nella zona e da tempo ormai agonizzante paradigma delle difficoltà del territorio. La morte del giovane roccellese è solo l’ultima in ordine di tempo avvenuta sul binario unico che collega Reggio a Taranto lungo un tracciato che da nord a sud divide le spiagge dal resto dei paesi costieri e che spesso viene attraversata da cittadini e turisti con fin troppa disinvoltura.

Due anni fa, eravamo sempre ad agosto, furono due fratellini a essere colpiti a morte da un convoglio assieme alla loro madre nel comune di Brancaleone; domenica è stato il turno di Ludovico, che ha avuto la sfortuna di essere colpito da uno dei pochissimi mezzi che ancora si avventurano a queste latitudini.

La redazione di CityNow si stringe al dolore della famiglia e degli amici.