Gioia Tauro, 'Denunciare è democrazia': Tiberio Bentivoglio incontra gli studenti del Severi

L'imprenditore e testimone di giustizia reggino racconterà agli studenti la sua storia di lotta alla ’ndrangheta e contrasto alla cultura mafiosa

Prosegue il cammino seminariale e laboratoriale di educazione alla cittadinanza attiva promosso dall’Istituto Superiore “F. Severi” di Gioia Tauro in collaborazione con l’insegnamento universitario di Pedagogia dell’Antimafia attivo presso il Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria.

Lunedì 22 gennaio, alle 10:00, si terrà nell’auditorium della scuola intitolato a Nicholas Green un importante incontro formativo con l’imprenditore e testimone di giustizia reggino Tiberio Bentivoglio che racconterà agli studenti la sua storia di lotta alla ’ndrangheta e contrasto alla cultura mafiosa.

Il tema dell’iniziativa prende spunto da una frase chiave del percorso umano e professionale di Bentivoglio: “Denunciare è democrazia”, che condensa in pochi caratteri il senso del messaggio pedagogico che il Severi e l’Unical intendono lanciare in questa significativa occasione di studio e riflessione.

La manifestazione sarà moderata da Carmine Pisano, docente dell’Istituto, e avviata dai saluti istituzionali del Dirigente Scolastico Fortunato Praticò, che ha voluto fortemente questo progetto di formazione e coscientizzazione orientato ai valori della Costituzione repubblicana. Il compito di introdurre Bentivoglio è stato affidato a Rossella Bulsei, docente del Severi e coordinatrice del Dipartimento di Lettere della scuola, e a Giancarlo Costabile, docente di Pedagogia dell’Antimafia presso l’ateneo di
Arcavacata. Il coordinamento del dibattito e la supervisione dei testi realizzati dagli studenti, che dialogheranno con il testimone di giustizia della città dello Stretto, saranno curati dalla docente Domenica Velardo, referente di Educazione Civica.

Il Severi, attraverso questo percorso pedagogico-didattico nelle aule e nel territorio della Piana di Gioia Tauro, vuol dimostrare che, proponendosi come laboratorio culturale e di civismo democratico, la scuola può e deve ritornare ad essere presidio di legalità per la comunità e le famiglie, in modo particolare in realtà complesse come quella calabrese.