Gioia Tauro, Zavettieri (Udc): 'Dopo il definanziamento Zes scompaiono i soldi del porto'

"Ennesima mancanza di attenzione da parte del Governo centrale, verso il sistema economico potenzialmente più importante del Sud Italia"

“È saltato poche ore prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il rifinanziamento delle Agenzie per il transhipment. 

Con la pubblicazione del decreto Mille proroghe, del 31 dicembre scorso, si è avuta la conferma definitiva che i fondi (23 milioni circa) per rifinanziare l’Agenzia, creata all’inizio del 2017 per far fronte alla crisi degli scali di Taranto e Gioia Tauro, non si sono trovati.

A Gioia Tauro, degli esuberi di partenza, fra reintegri del terminalista (MCT ieri, oggi MSC) e uscite volontarie, all’Agenzia – che ha come fine la ricollocazione, riqualificazione e impiego dei lavoratori come fornitori di manodopera temporanea portuale – sono rimasti 41 lavoratori. Un numero molto inferiore a quello originario ma comunque consistente. 

Senza dimenticare, inoltre, che i traffici sono in ripresa secondo quanto comunicato dall’Autorità Portuale: +8,4% rispetto all’anno precedente. Il tutto reso possibile grazie agli investimenti fatti e concretizzati da MSC“.

Questo è quanto afferma Pierpaolo Zavettieri, il quale nel suo intervento evidenzia:

“Ennesima mancanza di attenzione, dopo l’abrogazione con la nuova Legge di Bilancio 2020,  dei 300 milioni di euro destinati alla ZES, da parte del Governo centrale, verso il sistema economico potenzialmente più importante del Sud Italia”.

Zavettieri continua:

“Il tutto assume i contorni della beffa se si pensa che non sono mai  mancate le passerelle di esponenti politici nazionali, da ultimo quella del Ministro Provenzano, sotto i cui occhi sono spariti appunto i 300 milioni destinati alla  ZES e poi confluiti in un fondo denominato “Cresci al Sud” che ha finalità tanto ampie quanto imprecisate, al punto che nessuno in questo momento è in grado di capire se e come verrà utilizzato.

Sulla Zona Economica Speciale, già da prima non potevano riporsi grandi speranze di rilancio dello Scalo Gioiese, per una serie di ragioni più volte citate nel corso degli ultimi anni. La Zes per come è stata formulata, per aggirare la notifica alla Commissione Europea prevista nel caso di aiuti di Stato ( Regolamento UE 651/2014), ha partorito misure incentivanti minime, tali da poter essere considerate alla stregua degli aiuti già previsti nei regolamenti comunitari e rendendo le agevolazioni fiscali completamente sterili rispetto alle aspettative di rilancio economico attese ed annunciate.
A questo si doveva aggiungere  lo striminzito aiuto economico previsto esclusivamente sotto forma di credito d’imposta, le farraginosità burocratiche, l’impossibilità a beneficiarne da parte delle imprese dei trasporti della logistica, paradosso dei paradossi, questo solo per citare alcune criticità!

Attestato che Il Porto continua a rappresentare ancora l’emblema dell’assenza di visione strategica per la soluzione del meridionalismo che ci vede unico caso in Europa, con differenze economiche e sociali, dopo 30 anni di programmazione comunitaria, ancora  così marcate tra i diversi territori, sarebbe ora che, invece che alle chiacchiere e alle passerelle, si pensasse ad un serio programma di misure organiche e di investimenti strategici per il rilancio dell’economia e della competitività, e nel nostro caso, nei servizi che il porto e ancor più il retro porto possono dare”.

Zavettieri conclude:

“Occorre cambiare rotta,  attuando una politica lungimirante che miri a valorizzare e potenziare le realtà esistenti e a programmare quelle possibili. Il porto non può rappresentare una criticità se è una risorsa, anzi la risorsa per eccellenza che oggi è ritornata ad essere  realtà”.