Caos Giunta, la "Notte dei lunghi coltelli". Adesso Pd e Dp spieghino alla città cosa sta succedendo

Falcomatà aspetta il Pd...la città aspetta un sussulto di dignità. Per i dem è una questione di poltrone: mancano i nomi... e la vergogna. L'ultimo consiglio comunale del 2023 si preannuncia infuocato

“Il sindaco Falcomata’ mette da parte i propositi rivoluzionari di rimpasto totale, si va verso una rivoluzione…a metà”, scrivevamo qualche giorno fa su queste pagine. Alla fine l’epilogo potrebbe essere quello, salvo clamorose sorprese e strappi che è impossibile escludere in uno scenario così variabile e suscettibile di ribaltoni da un momento all altro.

Tolta la postazione del primo cittadino e del vicesindaco Paolo Brunetti, per le restanti 8 caselle della nuova giunta secondo quanto raccolto si potrebbe andare verso le 3 conferme e le 5 sostituzioni rispetto all’attuale esecutivo.

Pur di avvicinare la fumata bianca e concretizzare l’inizio del terzo tempo (diventato ormai quarto o quinto nel frattempo…) il sindaco Falcomatà nelle ultime 72 ore ha concesso molto agli alleati, forse troppo considerate le convinzioni iniziali del primo cittadino.

Donando spazio alle (personali) rivendicazioni di Partito Democratico e Dp, un’intesa di massima Falcomatà sembra (va) averla trovata. Tre le postazioni riservate ai dem nel nuovo esecutivo, due al gruppo capitanato da Nino De Gaetano con quest’ultimo che vede così soddisfatte le proprie richieste.

Con quale metodo verranno scelti i 5 assessori delle due forze di maggioranza? Qui il discorso torna a incepparsi nuovamente. Dopo aver proposto numerose soluzioni (solo nomi nuovi, conferme, priorità ai primi eletti, un mix tra queste combinazioni) Falcomatà si è arreso, dando quasi completamente carta bianca a Pd e Dp.

Da fonti vicine al sindaco, l’insoddisfazione per non essere riuscito a centrare l obiettivo iniziale di azzeramento è pari soltanto alla delusione per il triste spettacolo andato in scena in queste settimane.

Si aspettava totalmente un altro atteggiamento da parte della maggioranza il primo cittadino, in alcuni momenti sentitosi tradito sul piano umano ancor prima che politico o di attaccamento alla città. Ci sarà tempo per lavare i panni sporchi, a partire dalle frizioni oramai clamorose e palesi nei rapporti tra Falcomatà e quello che in teoria dovrebbe essere il partito del sindaco, ovvero il Pd.

Tensioni soprattutto a livello locale, con i vertici nazionali dem che hanno osservato da lontano e sperato (invano) che arrivasse prima o poi la fumata bianca a rasserenare i rapporti.

Se telefonando…

Due postazioni confermate scegliendo tra gli attuali 4 assessori dem, più un terzo profilo nuovo sempre con il timbro Pd. Con questa premessa, Falcomatà mercoledi era convinto di aver compiuto il passo decisivo per completare il puzzle, ma così non è stato.

Il sindaco ha atteso oggi segnali di vita da parte del Partito Democratico, che non sono arrivati. Secondo quanto filtra, i dem sarebbero insoddisfatti anche dell’ultima proposta, con un possibile nuovo rilancio (conferma di tutti e 4 gli eletti o totale libertà di manovra sulle 3 postazioni?) da proporre al sindaco ma soprattutto la volontà di farlo con assoluta calma e relax.

“Non c’è fretta di scegliere i nomi e comporre la nuova giunta, a maggior ragione dopo che abbiamo assicurato la presenza in aula nell’ultimo consiglio comunale dell’anno, durante il quale voteremo a favore i provvedimenti”, il pensiero che filtra da numerosi esponenti dem. Di idee completamente opposte il primo cittadino, che secondo alcuni rumors dell’ultim’ora avrebbe dato tempo entro questa sera al Pd per ricevere i 3 nomi da inserire all’interno della giunta.

Se davvero il Pd, come sembra, dovesse dire no anche all’ultimo invito di Falcomatà, fonti vicine al primo cittadino assicurano che il sindaco è pronto allo strappo totale con i dem, lasciandoli fuori dalla maggioranza, e andare spedito per la propria strada. Allo stesso tempo, la minaccia del Pd è quella di presentare un documento con l’appoggio esterno all’amministrazione.

In entrambi i casi, sarebbe di fatto il prologo di una Caporetto per l’amministrazione comunale, eventualità che soltanto sino a pochi giorni fa era pura fantascienza ma che adesso sarebbe quantomeno azzardato escludere a priori.

Aula Battaglia, il luogo della verità

In attesa di conoscere i prossimi capitoli di una farsa che vede il palcoscenico dominato dalla totale assenza di vergogna e di coraggio che al contrario abbonda in dosi massicce, da questa pagine parte la proposta al sindaco Falcomatà e ai due capigruppo di Pd e Dp, rispettivamente Giuseppe Sera e Nino Malara.

Spieghino alla città e ai cittadini, nel corso del prossimo consiglio comunale, per quali ragioni la città è sostanzialmente immobile da due mesi, ostaggio di trattative sulle poltrone, di richieste che nulla hanno a che fare con il bene della città e il progetto di rilancio e sviluppo, ma solo alla conservazione di postazioni di potere.

Riassumano con dovizia di dettagli, se possibile senza rossore, gli ultimi 60 giorni e soprattutto chiariscano quali intenzioni si hanno per l’immediato futuro (a partire dal 1 gennaio 2024), magari prospettando la concreta possibilità di andare a casa rinunciando ai lauti stipendi.

E’ un diritto di ogni cittadino sapere cosa sta accadendo, è un dovere spiegarlo da parte di rappresentanti che stanno mostrando il volto peggiore della politica, preoccupandosi esclusivamente dei propri interessi a dispetto di elettori che gli hanno permesso di occupare poltrone che giorno dopo giorno si stanno disonorando sempre più.

Considerata l’età media degli esponenti politici presenti all’interno dell’Aula Battaglia, i tempi della spensieratezza e delle serate trascorse giocando a nascondino sono terminate da un pezzo. Adesso, sarebbe il caso di spiegare tutto alla luce del sole.

Basta: Reggio Calabria non merita e non si può permettere queste pagliacciate.