Giunta Falcomatà e terzo tempo, la trattativa più lunga della storia. E il bene di Reggio quando?

Mentre il risultato finale di una triste partita di calcio durata (almeno) due mesi sarà uno 0-0 figlio di compromessi, Reggio e i reggini hanno già perso

Verrebbe da chiedersi, quante volte in questi (quasi) 10 anni, si siano spese da parte dell’amministrazione comunale settimane intere per il futuro di Reggio Calabria e progetti per il rilancio della città tra dialoghi, incontri, faccia a faccia, interlocuzioni e riunioni varie. Meglio non conoscere la risposta. Reggio però deve fare eccezione, sempre, ed è cosi costretta ad assistere alla trattativa più lunga della storia. Anche la celeberrima crisi dei missili di Cuba del 1962, potenzialmente a rischio guerra nucleare, durò di meno.

Siamo a due mesi esatti dal rientro trionfale di Giuseppe Falcomatà a Palazzo San Giorgio: terzo tempo e nuova musica le prime parole del sindaco, con lo spartito evidentemente a cura di Ludwig van Beethoven in persona. Anche la giornata di oggi, ha visto due incontri del Pd (primo e tardo pomeriggio), intervallati dalla riunione del gruppo Democratici e Progressisti.

Chi si aspettava la fumata bianca e l’annuncio della conclusione positiva delle trattative (ben pochi in realtà…) per l’ennesima volta è stato disatteso. Previsti nuovi faccia a faccia nella giornata di domani, Falcomatà vuole chiudere la partita entro la fine dell’anno e per riuscire nell’intento sembra poter cedere sui propri propositi rivoluzionari, accordando la conferma di qualche assessore eletto anche nel nuovo esecutivo.

Salvo accelerate nelle prossime ore, il rischio che si arrivi al consiglio comunale del 30 dicembre con l’attuale giunta è alto, anche se non è da escludere che tra il 28 e il 29 dicembre possa arrivare l’agognata composizione ufficiale del nuovo esecutivo. Reggio Calabria però una risposta l’ha già ricevuta, ed è ben più importante delle etichette con i nomi che verranno appiccicate su poltrone ben remunerate.

Si consuma da due mesi un tragicomico circo sulle spalle della città, con le fughe di notizie che vengano calibrate con cura e attenzione, a seconda delle convenienze politiche e dei vecchi trucchi del mestiere. E’ oramai alle spalle il Natale più triste della storia recente in riva allo Stretto, e guai a pensare che il teatrino sulla composizione della giunta non ne sia diretta conseguenza.

La mancata programmazione e i clamorosi ritardi sono figli e tratto distintivo di questa amministrazione, che aveva ben altre impellenze rispetto ad organizzare gli eventi natalizi in città. Ricordandosene quando in pratica era già trascorsa la Festa dell’Immacolata…

Così, mentre il risultato finale di una triste partita di calcio durata (almeno) due mesi sarà uno 0-0 figlio di compromessi e accordi, Reggio e i reggini hanno già perso.

E conoscono già il sottofondo che farà da cornice alla presentazione della nuova giunta, che è possibile anticipare a grandi linee. “Sono state settimane intense di dialoghi sereni e proficui, mai incentrati sulle poltrone o sulla spartizione del potere ma sui temi di rilancio della città. Questa è stata direttrice seguita in questo periodo e che dovrà rappresentare la traccia per realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati da oggi al termine della legislatura”. Il possibile utilizzo di parole differenti non muterà il senso delle cose.

Senso di incredulità mista ad imbarazzo, nel vedere un tale coraggio. E allora avanti così, con altre 24 ore di febbrili trattative, dialoghi, interlocuzioni e dialoghi su come incastrare i vari tasselli del puzzle, per non scontentare nessuno e prepararsi nel migliore dei modi alle elezioni europee o ai successivi appuntamenti elettorali. Le uniche cose che davvero interessano a chi da due mesi si sta prendendo gioco di una città.

Reggio non ha fretta e può aspettare.

Tanto è già alla deriva..