Guardia di finanza, sequestrati 13 milioni di euro ad un imprenditore reggino

Il sequestro della Guardia di Finanza di Reggio Calabria riguarda compendi societari, beni immobili e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato a 13 milioni di euro

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore – su richiesta del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Giulia Pantano, che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro su compendi societari, beni immobili e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato superiore a 13 milioni di euro.

Oggetto del provvedimento è il patrimonio intestato/riconducibile a SPOSATO Carmelo cl. ’74, imprenditore edile nel settore pubblico e privato, già assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo del comune di Taurianova, indiziato di intraneità al gruppo mafioso “Sposato-Tallarida”, operante in Taurianova (RC) e zone limitrofe.

La figura di SPOSATO Carmelo era emersa nell’ambito dell’operazione “Terramara Closed” condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, dal Reparto Operativo dell’Arma dei Carabinieri e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria – coordinati dalla citata Direzione Distrettuale Antimafia – e conclusa, nel mese di dicembre 2017, con l’esecuzione di provvedimenti:

  • restrittivi personali nei confronti di 47 soggetti – tra cui il predetto SPOSATO Carmelo, quale pubblico ufficiale nello svolgimento delle predette funzioni di assessore comunale, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso, poiché ritenuti intranei alla cosca di ‘ndrangheta “Avignone – Zagari – Fazzalari – Viola” (alla quale apparterrebbe il citato gruppo mafioso “Sposato-Tallarida”) attiva nel mandamento tirrenico della provincia reggina;
  • cautelari reali su un patrimonio costituito dai compendi aziendali di imprese/società, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore stimato complessivamente in euro 25 milioni.

In tale contesto, il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del citato Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria – valorizzando le funzioni proprie della Guardia di Finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese e di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati – aveva ricostruito, attraverso articolati approfondimenti sulle transazioni economico finanziarie e patrimoniali effettuate dai soggetti indagati negli ultimi 20 anni, il patrimonio complessivamente accumulato – tra gli altri –  dai componenti del nucleo familiare SPOSATO.

Gli accertamenti eseguiti avevano evidenziato, per ciascuno dei soggetti investigati, una significativa, ingiustificata differenza tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte sui redditi e il patrimonio posseduto, anche per interposta persona.

Al riguardo, era stata riscontrata in capo ai medesimi indagati la disponibilità di redditi, dichiarati ai fini delle imposte, non idonei a giustificare le cospicue acquisizioni patrimoniali.

Nello stesso mese di dicembre, sulla scorta degli elementi probatori raccolti dal G.I.C.O. durante l’esecuzione dell’originario provvedimento e all’esito delle ulteriori investigazioni patrimoniali condotte, la predetta Direzione Distrettuale Antimafia disponeva – in via d’urgenza – il sequestro preventivo sull’intero compendio aziendale di ulteriori due imprese edili – delle quali una risultata riconducibile al richiamato SPOSATO Carmelo, sebbene intestata a terzi prestanome – il cui patrimonio era stato complessivamente stimato in 10 milioni di euro.

Successivamente, veniva delegata al Nucleo PEF/G.I.C.O., dalla locale D.D.A., apposita indagine, a carattere economico/patrimoniale, volta all’individuazione dei beni mobili ed immobili riconducibili al predetto SPOSATO Carmelo ed al suo nucleo familiare, finalizzata all’applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale.

Al riguardo, dopo aver delineato il profilo di pericolosità sociale qualificata del proposto, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, la pertinente attività investigativa è stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali – dirette o indirette – effettuate nell’arco temporale intercorrente dal 1997 alla data odierna, accertando la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, ma soprattutto, la natura mafiosa dell’attività d’impresa svolta – nel tempo – dal proposto quale imprenditore espressione della cosca di riferimento.

Alla luce di tali risultanze, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione – su richiesta della citata DDA, formulando “in questa fase sommaria un giudizio incidentale di pericolosità sociale del proposto qualificata dall’appartenenza mafiosa, disvelandosi un quadro di sicura contiguità funzionale mediante comportamenti fattivi in favore della cosca Sposato la cui esistenza ha trovato riconoscimento nelle citate pronunce della Suprema Corte” ha ora disposto, con il provvedimento in esecuzione, l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’intero patrimonio riconducibile a SPOSATO Carmelo cl. ’74 e al suo nucleo familiare, costituito da 4 imprese/società commerciali, quote societarie, fabbricati e terreni (ubicati anche nelle province di Rieti e Pesaro), nonché disponibilità finanziarie, per un valore stimato in circa euro 13.200.000.