Imprese e ritorno alla normalità, Aloisio (Confesercenti): 'Siamo sull'orlo dell'abisso'

"È mai possibile che il peso economico di una crisi senza precedenti venga scaricato quasi tutto sulle spalle delle imprese". Le parole del Presidente Confesercenti

“Stiamo tornando a grandi passi alla “normalizzazione”. Il Governo procede spedito con lo smantellamento di tutte quelle norme che hanno permesso alle aziende di sopravvivere durante il periodo della pandemia. Come fosse tutto finito e si potesse tornare alla normalità. Quale normalità mi chiedo?”.

Lo ha scritto, in un lungo post su Facebook, il presidente di Confesercenti Reggio Calabria, Claudio Aloisio. Una riflessione dal sapore amaro che porta con se un notevole carico di preoccupazione, le stesse con cui, quotidianamente, tutti si trova a combattere, in particolar modo gli imprenditori.

Aloisio e la crisi economica a Reggio

“Quella dei contagi che continuano anche se in calo? Delle mascherine? Del super greenpass?
O forse quella di una guerra alle porte di casa che sta generando, tra l’altro, ripercussioni economiche devastanti?
La normalità delle bollette triplicate? Di un calo dei consumi disastroso, dei rincari esorbitanti delle materie prime e dei carburanti?

O la normalità dell’oltre mezzo milione di contribuenti che non sono riusciti a pagare, in 5 mesi, 2 anni di rate della rottamazione ter (ma guarda un po’ che strano!) e oggi si vedono arrivare le intimazioni di pagamento entro 5 giorni, senza possibilità di rateizzare e con l’aggiunta di tutte le sanzioni, pena l’avvio immediato dei pignoramenti?
O quella dei pubblici esercizi che il 31 marzo saranno costretti ad eliminare gli spazi esterni perché non c’è stata alcuna proroga, o forse quella dei milioni di cartelle esattoriali che sono arrivate come se nulla fosse, come se in questi due anni la perdita di consumi equivalente a oltre 180 miliardi non ci sia mai stata?

Oppure è la normalità di un’emergenza che finisce per decreto quando nella realtà non è affatto finita ma, anzi, a livello economico è destinata solo a peggiorare? Diciamocelo! L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo dove si riescono a trasformare straordinarie opportunità in disastrose difficoltà”.

“Dove è finita la ripartenza?”

“Dov’è finita la ripartenza? Le misure per ridurre il divario tra nord e sud? L’equità sociale che dovrebbe suddividere in egual modo sacrifici e perdite economiche tra tutti i cittadini e tutti i territori?

È mai possibile che il peso economico di una crisi senza precedenti venga scaricato quasi tutto sulle spalle delle imprese, soprattutto quelle meridionali, da sempre più deboli e maggiormente vulnerabili? Senza, peraltro, attuare una seria politica di supporto e sostegno per dargli l’opportunità di agganciare una possibile ripresa?

Siamo sull’orlo del baratro e lo vedremo soprattutto nei prossimi mesi se non ci sarà un radicale cambiamento di passo e una presa di coscienza da parte di chi ci governa della realtà, quella vera, non quella teorica di chi, da dietro una scrivania, ha ormai perso il contatto con coloro che dovrebbe rappresentare e tutelare”.