Inaugurata a Vito la piazza dedicata a don Francesco Cagnolo

Con una breve ma significativa cerimonia, si è svolta a Vito, l’intitolazione di un piazzale a don Francesco Cagnolo

Con una breve ma significativa cerimonia, si è svolta a Vito, l’intitolazione di un piazzale a don Francesco Cagnolo, che per 37 anni, dal 1966 al 2003, è stato parroco nel quartiere reggino.

La commemorazione è avvenuta alla presenza dei nipoti Francesco e Carlo, del presidente della commissione toponomastica, prof. Giuseppe Cantarella, del responsabile del settore Toponomastica Carmelo Caridi, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale. Presenti anche tanti ragazzi che, per questioni anagrafiche, non hanno potuto conoscerlo, ed adulti, che lo hanno visto all’opera quando erano giovani.

“Don Francesco – spiega Giuseppe Pinto, esponente di Reggiolab – ha lasciato in tutta la comunità di Vito un indelebile ricordo. La parrocchia di San Nicola di Bari e la chiesetta di San Vincenzo sono state la sua casa, una dimora frequentata da tantissimi fedeli, che hanno avuto in don Cagnolo un esempio e un punto di riferimento”.

Per questo motivo, dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2008, ho avvertito l’esigenza di tributargli un riconoscimento, in modo da vivificare il ricordo di quanti lo hanno conosciuto e soprattutto per permettere ai tanti giovani, che non hanno avuto questa fortuna, di apprenderne gli alti insegnamenti morali e spirituali”.

“E così, nel 2016 – prosegue Pinto con il supporto dei miei concittadini, ho avanzato la richiesta all’amministrazione comunale di intitolare a don Francesco il piazzale di Vito, dove fa capolinea il servizio pubblico Atam e che già era stato abbellito con marciapiede e panchine in pietra. Finalmente, pochi giorni fa, la Prefettura di Reggio Calabria ha autorizzato la procedura di intitolazione.

La sua figura che a noi ragazzi sembrava un po’ burbera, in realtà, mascherava una profonda bontà e ricordo bene come le sue parole, sempre dolci e affettuose, sapessero sempre essere di conforto per i tanti sofferenti e bisognosi. Più volte, sono stato testimone diretto della sua incondizionata disponibilità, anche economica, nei confronti di coloro che a lui si affidavano”.

Giuseppe Pinto conclude:

“E oggi sono orgoglioso di vedere inciso sulla targa in travertino, donata dal sottoscritto, con il supporto degli artigiani del ferro di Vito, Francesco Malara, Antonio Giuffrè e Gianmarco Dascola, il nome di don Francesco, tanto amato e che, sono intimamente convinto, saprà ancora guidare la nostra comunità, come ha fatto quando era parroco”.