L'inferno di Notre Dame, il simbolo di un'Europa ferita: le riflessioni di un lettore

Nel primo giorno della settimana Santa ci colpisce un forte colpo al cuore. Di seguito le riflessioni di un lettore sull'incendio di Notre Dame

Cosa sia successo davvero? Non lo sappiamo!

Come sia accaduto? Non è dato a sapersi!

Queste sono alcune domande che, a poche ora dalla dolorosa tragedia di Notre Dame, in molti ci poniamo. Probabilmente, queste domande, non avranno mai un risposta veritiera e reale. Ma adesso, nel cuore della notte, a poche ore dalla tragedia, voglio parlare di Lei… voglio parlare di Notre Dame de Paris. Pochi mesi fa ho finalmente avuto modo di solcare le sue imponenti porte, appena entrato forte è stata la percezione di pace di chi entra in Chiesa, si in una Chiesa vera non un monumento. Di chi riconosce in quel luogo il vero motivo per cui è stato edificato. Un luogo dove senti l’esigenza di raccoglierti, anche per pochi minuti, in una preghiera.

Da questo momento in poi mi perdonerete se sarò ridondante nel ripetere il nome di Notre Dame, ma è voluto, fortemente voluto. Deve essere chiaro che stiamo parlando di un luogo preciso, non di un posto qualunque. Dobbiamo ricordarci in ogni riga che stiamo parlando di un luogo diverso, dove la sacralità incontra l’uomo. Dove affonda e prende vita l’anima di questa nostra vecchia Europa.

Proprio perché i nomi e le parole hanno un significato definito e preciso, per questi motivi voglio scrivere per esteso il nome di questo simbolo di questa confusa Europa: “Basilica Cattedrale Metropolitana Primaziale di Nostra Signora nella città di Parigi”.

Notre Dame de Paris non era un chiesa qualunque! Notre Dame de Paris, mi piace scrivere per esteso ogni singola lettera di questo bellissimo nome, era molto di più di una cattedrale. Tanto meno non può essere relegata ad un museo o ad un monumento storico qualunque. Non possiamo tollerare che il messaggio comune di buona parte di giornali e di telegiornali sia la distruzione di un banale edificio storico.

Nel primo giorno della settimana Santa ci colpisce un forte colpo al cuore, non solo perché sono crollati ed andati distrutti parti di questa splendida costruzione, ma, ancora di più, perché sono state colpite le fondamenta di questa Europa, sono state colpite le radici dei nostri avi. E’ stato colpito un luogo simbolo dove queste radici affondano da oltre otto secoli e trovano la base per le fondamenta di questa Europa. Perché ieri sera sono state colpite le radici della nostra cultura, non dobbiamo avere paura di dirlo, e soprattutto è stato colpito il cuore della cristianità in Europa.

Nel maggio del 2013 il saggista tradizionalista Dominique Venner si diede alla morte sul suo altare lasciando un breve e significativo messaggio, un presagio di quanto accaduto ieri sera: “Credo necessario sacrificarmi per rompere il letargo che ci opprime. Offro ciò che resta della mia vita in un intento di protesta e fondazione”.

In quel luogo, dove oggi appare il simbolo di questa Europa ferita, ma dove ancor prima i primi abitanti di questa Europa edificavano tempi a Giove, si materializza un bivio; la strada di chi vuol continuare ad anestetizzare le nostre coscienze rendendole prive di ogni legame con il nostro passato. La strada meglio frequentata dai farisei, che con le loro “leggi” hanno portato al collasso la nostra società; dove liberismo, materialismo ed individualismo sono il ripetitivo tantra di chi vuole cancellare ogni legame con il passato e con la nostra storia. Dove gli uomini sono gli utili strumenti di una economia che soddisfa gli interessi di pochi banchieri.

Oppure riprendere il selciato di chi ha voglia di ricostruire la nostra vecchia Europa, con la propria identità, la propria cultura, la propria storia ed i nostri valori… nulla di cui bisogna vergognarsi, anzi!!!

Pochi istanti fa è stata diramata la confortante notizia che la Corona di Spine che indossò nostro Signore Gesù Cristo, conservata al suo interno, è salva. Un monito di speranza, uno stimolo per riprendere ciò che ci appartiene. Dobbiamo ripercorrere gli antichi tracciati che ci hanno accompagnati per secoli.

Non rendiamo tutto vano, non piangiamoci addosso. Ripartiamo dai valori della famiglia, dal rispetto della nostra storia, dalle nostre civili tradizioni e dalle nostre radici cristiane. Solo così tutto tornerà ad avere la giusta ragione e le guglie di Notre-Dame torneranno a risplendere nel cielo di Parigi e della nostra Europa.

Viva chi ha il coraggio di sentirsi un fiero cittadino di ogni Paese europeo, viva Notre-Dame e ciò che davvero rappresenta.

Fonte: Pasquale La Gamba – Responsabile di Cultura Identità per la provincia di Vibo Valentia