La crisi del Coronavirus affossa anche il giovane settore cinematografico calabrese

"A ciò si aggiunga il fatto che molti lavoratori del settore, in quanto Partite Iva, sono privi di ogni tipologia di tutela" si legge nella nota

Non solo proiezioni di film cancellate, ma anche set bloccati e riprese rinviate a date da destinarsi. Con decine e decine di operatori del settore cinematografico senza gli introiti previsti ma con le scadenze fiscali e previdenziali di sempre. Così, la profonda crisi prodotta del coronavirus ora affossa anche il giovane settore cinematografico calabrese. Tanto che i produttori, gli attori, i registi e le maestranze che operano in Calabria adesso chiedono sostegno alle istituzioni contro le perdite causate dallo stop delle proiezione e delle riprese.
A rendere più drammatica la situazione è il fatto che questa crisi arriva proprio mentre finalmente in Calabria si stava consolidando un settore cinematografico vero e proprio che, anche grazie all’attività della Film Commission regionale, è finalmente riuscito a far notare la sua presenza a livello nazionale e internazionale, con case di produzioni che oggi riescono a realizzare film destinati alle sale cinematografiche; a eseguire la produzione esecutiva su set di grandi dimensioni, e a dare opportunità a registi, attori e maestranze. Ma anche a formarne di nuove, capaci di fronteggiare tutte le fasi produttive del cinema (sia di fiction, sia documentario). E anche a distribuire film prodotti nella regione.

Ma, come è scritto nell’appello alle istituzioni lanciato dall’associazione di categoria “Rete Cinema Calabria” questa crisi psicologica e sanitaria lo sta colpendo gravemente “sul nascere”, insieme all’intero comparto della cultura.

“Il nostro settore – è scritto nel messaggio a firma del presidente Fabrizio Nuccista vivendo con ancor più drammaticità questo periodo, in quanto gli operatori sono condizionati nelle loro attività o dalla presenza di un pubblico di fruitori (con le sale, i teatri, i musei, le scuole, le università, le accademie ad oggi chiusi) o una progettualità programmata con largo anticipo; ed ora rinviata o definitivamente annullata per l’impossibilità di svolgere attività in sicurezza (si pensi ai set cinematografici dove è d’obbligo la compresenza di molte persone in luoghi circoscritti), senza la possibilità di sostituire in breve tempo tali attività con altre. A ciò si aggiunga il fatto che molti lavoratori del settore, in quanto Partite Iva, sono privi di ogni tipologia di tutela e che, anche per la pregressa ed annosa situazione economica regionale alquanto fragile, già da tempo accusavano difficoltà nella gestione della propria attività professionale. Come uno dei maggiori gruppi rappresentativi delle istanze del mondo culturale del territorio calabrese, certi che le nostre siano esigenze condivise da tutto il comparto produttivo regionale (e non solo), vogliamo unirci alle diverse associazioni di categoria che già stanno sollecitando un intervento da parte dell’Amministrazione pubblica, chiedendo che le Istituzioni – direttamente, congiuntamente o mediante una concertazione di sistema, che possa coinvolgere ogni altro eventuale ente interessato, regionale, nazionale e sovranazionale – adottino al più presto delle iniziative di sostegno all’economia di settore, con particolare attenzione alle categorie con meno tutele quali le micro e piccole imprese e i lavoratori autonomi, e che possa fronteggiare quantomeno le seguenti esigenze: sospensione delle scadenze fiscali, tributarie e finanziarie per tutta la durata dell’emergenza (utenze, mutui, finanziamenti, imposte, oneri, tributi, etc.); riconoscimento di un credito d’imposta a copertura della differenza di fatturato d’impresa tra il periodo dell’emergenza 2020 e le medesime mensilità 2019; riconoscimento di un’indennità per i lavoratori autonomi”.