La leggenda di Ligea, la sirena che riposa sulle coste della Calabria

Le sirene sono, fin dai tempi più antichi, creature misteriose dal fascino disarmante

Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profumi, i luoghi, ma non sempre conosciamo i meravigliosi miti e le misteriose leggende che avvolgono la Calabria.

La leggenda

Oggi vi raccontiamo la storia della Sirena Ligea.

Le sirene sono, fin dai tempi più antichi, creature misteriose dal fascino disarmante. Divinità marine della mitologia greca, figlie del Dio Acheloo, rappresentano una vera e propria minaccia per i marinai, che per via del loro canto, arrivano a perdere il controllo delle navi finendo per essere divorati.

Questo è ciò che narrano le leggende a proposito delle sirene. Una descrizione completamente in antitesi con quella moderna, che vede invece le sirene come creature metà donne e metà pesci, innocue e dalla bellezza mozzafiato.

Non vi è una tesi predominante al riguardo, perciò non sapremo mai se queste creature mitologiche siano realmente appartenenti al mondo marino o, come le raffigura la mitologia greca, busto di donna e ali di uccello. Una cosa però è certa la storia delle sirene non può che intrecciarsi indissolubilmente con quella della Calabria.

La nostra è una terra completamente avvolta e cullata dal mare, palcoscenico di innumerevoli leggende riguardanti le sirene. La più famosa è di certo quella della sirena Ligea.

La più piccola fra le sue consorelle, Ligea non subì un destino molto piacevole. Figlie di Forci e di Ceto, secondo la leggenda, per non aver salvato la compagna di giochi Persefone, dal rapimento di Plutone, furono trasformate in sirene dalla madre di lei, Demetra.

La leggenda narra che Ligea vide sua sorella Partenope lanciarsi giù dalla rupe e sua sorella Leucosia scomparire nei profondi abissi del mare; entrambe decise a morire, e così, non accettando la condanna di vivere in solitudine, senza le sue amate sorelle, si affidò al mare in furia, durante una spaventosa tempesta.

Il giorno era scuro, grigio e terribile, e le onde vere e proprie mura d’acqua, che si abbattevano con ferocia contro gli scogli; e proprio in questo scenario, Ligea si lasciò cadere nel mare, facendosi trasportare dalle onde, senza opporre resistenza, lasciando che fossero i flutti a scegliere della sua vita, fino a che arrivò al Golfo di Sant’Eufemia. Qui, trovata morta dai marinai sulla riva dell’Okinaros – l’attuale fiume Bagni – fu sepolta sulla piccola isola, formata dal materiale ghiaioso, diventando la loro protettrice, tanto che in suo onore e ricordo, fu eretto un monumento.

Una storia, quella delle tre sirene, Partenope, Leucosia e Ligea, narrata in molte produzioni letterarie antiche, in primis, nell’Odissea, ove si celebra il loro melodico canto, in grado di attirare le navi, fino a farle naufragare. Navi di marinai e pescatori, tra cui, l’unica che riuscì a resistere al loro tranello, fu quella di Ulisse, che avvertito per tempo, impavido riuscì a resistere al canto delle sirene ammaliatrici, legato all’albero maestro della nave; mentre i suoi marinai si salvarono, grazie ai tappi messi nelle orecchie, che li avevano resi sordi.

Una figura mitologia dell’antica Grecia e di Roma, la sirena Ligea, è raffigurata con un busto di donna con le braccia nude ed il corpo di uccello con coda e ampie ali, in varie monete di Terina, seduta su un cippo mentre gioca con una palla, oppure mentre riempie un’anfora con l’acqua che sgorga dalla bocca di un leone.

Ligea compare spesso anche in statue isolate ed in rilievi ad ornamento di tombe, in genere mentre suona la cetra, oppure in vasi dipinti, mosaici, pitture e sarcofagi romani. È possibile trovare una versione di Ligea anche ai giorni nostri, precisamente in Piazza S.Domenico, a Nicastro, oggi Lamezia Terme, dove nel 1998 è stata inaugurata una splendida statua, realizzata dell’artista Dalisi, dedicata proprio alla sirena Ligea ed alla sua triste storia.