L'approfondimento: Il Piano strutturale strumento che semplifica la vita dei cittadini

Per la stesura 21 sedute della Commissione Assetto del Territorio presieduta da Giuseppe Sera: "Ridisegna la visione prospettica della città. Da minoranza polemica sterile"

“È il tempo di transizioni già mature, per rendere reale una visione di città plurifunzione, resiliente e accogliente: una città bella e attrattiva, custode della propria storia, coraggiosa ed allo stesso tempo artefice del proprio futuro”. Le parole dell’assessore all’Urbanistica Mariangela Cama, salutavano poche settimane fa l’approvazione in Consiglio comunale del Piano strutturale comunale (PSC) completo del Regolamento Edilizio e Urbanistico (REU) e del rapporto ambientale ai fini della Valutazione Strategica (VAS), portando a termine un procedimento complesso che dota la città di Reggio Calabria, dopo più di 50 anni, dello strumento di pianificazione territoriale e urbanistica per eccellenza. Parafrasando la titolare dell’assessorato all’Urbanistica basta comprendere “come la risorsa suolo sia un bene comune e non rinnovabile e quindi l’attenzione che ciascuno di noi deve avere per salvaguardarla e valorizzarla, diversamente da quanto si è fatto finora e questo può avvenire dando delle regole chiare che tutti dobbiamo rispettare”.

Un risultato importante, soprattutto politicamente, perché oltre ad essere un obiettivo del programma di Falcomatà, la città di Reggio Calabria è stata la prima delle cinque province calabresi a dotarsi del Psc.

La Giunta Comunale, presieduta dal sindaco Giuseppe Falcomatà, aveva approvato il testo definitivo nell’ultima seduta dell’anno, per farlo poi approdare al vaglio della Commissione Assetto del Territorio presieduta da Giuseppe Sera, che in ben 21 sedute di discussione lo ha portato in Consiglio.

“Le prime sedute sono state dedicate alla comprensione dello stato dell’arte, analizzando atti e delibere votati all’epoca in cui Scopelliti era sindaco e dirigente era Putortì. Quelle sedute sono servite anche a capire cosa era cambiato negli anni, insieme alle nuove indicazioni politiche impartite dall’amministrazione Falcomatà. Rispetto a questo si sono rimessi all’opera i progettisti incaricati. In altre riunioni, e periodicamente, sono stati sentiti il Rup Di Mare e i dirigenti Nino Cristiano e Umberto Giordano. Sono stati uditi anche i commercianti e le categorie professionali, in un processo partecipativo che ha portato alla stesura finale del Piano. Tutte le osservazioni raccolte sono state consegnate ai progettisti che hanno concluso il loro lavoro riportandolo in Commissione”.

Peppe Sera, eletto nel 2014 nella lista “Oltre”, è soddisfatto e fiero di aver potuto contribuire alla stesura del Psc. Quando il primo cittadino ha aperto l’assessorato all’Urbanistica al gruppo “Oltre”, fu lo stesso Sera a chiedere che fossero accorpate le deleghe del settore in parte detenute dall’assessore Giuseppe Marino – “feci un passo indietro, ma tenevamo molto a chiudere questa importante partita. Per questo ribadisco il mio grazie al sindaco e all’assessore Marino che hanno creduto in noi, per il bene della città, e per lasciare un minimo di speranza futura ai nostri figli”. Dopo, fu nominata Mariangela Cama, che Sera definisce “il Ronaldo dell’urbanistica”.

Iter lungo e tortuoso

È la legge regionale n° 19 del 16 aprile del 2002 a disporre, all’art. 28, che tutti i Comuni calabresi sono obbligati a dotarsi del Piano Strutturale comunale (PSC) con annesso Regolamento edilizio ed urbanistico (REU). Il Piano deve definire le strategie per il governo dell’intero territorio comunale, in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi urbanistici della Regione e con gli strumenti di pianificazione provinciale espressi dal Quadro territoriale regionale (Qtr), dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) e dal Piano di assetto idrogeologico (Pai).

L’amministrazione comunale affidò l’incarico per la redazione del Piano strutturale comunale nel novembre del 2005. Il raggruppamento temporaneo di professionisti incaricati, era composto dagli architetti Franco Karrer (capogruppo), Loreto Colombo e Francesca Moraci. Per la parte geologica, si fece riferimento alla delibera n° 870 del 2000 licenziata dalla giunta municipale che incaricò i geologi Giuseppe Mandaglio e Vincenzo Pizzonia; mentre per le relazioni specialistiche vennero incaricati Giuseppe Scirtò e Francesco Marando. Lo studio agro forestale e la relazione agropedologica per il quadro conoscitivo, fu affidato a Giuseppe Bombino, allora consulente incaricato dal gruppo di professionisti per gli elaboratirelativi alle scelte di pianificazione inerenti il territorio agricolo forestale (Taf).

Approvato dalla Regione il quadro territoriale di coordinamento, il Consiglio comunale nella seduta del 21 aprile del 2007 avviò la discussione sullo stato di attuazione del Piano regolatore, e quindi sulla procedura per la redazione del Psc, che si concluse con l’adozione della delibera di indirizzo n° 5/2008 “Piano strutturale comunale: analisi, orientamenti e linee guida”.

A distanza di tre anni, nel marzo del 2010, la giunta delibera il “Documento preliminare”, ratificato dall’assemblea nel novembre del 2011 ma senza Rapporto preliminare ambientale.

Poi, venne il commissariamento di Palazzo San Giorgio, e il procedimento si insabbiò, ripreso solamente nell’aprile del 2016 dalla Giunta comunale che approvò la proposta del sindaco di riavviare il procedimento e aggiornarlo al mutato quadro normativo e quindi ai nuovi indirizzi dati dall’amministrazione in carica, che indicò nel dirigente pro tempore del Settore Pianificazione urbana, il nuovo Responsabile unico del procedimento. Il Consiglio comunale vide approdare in aula la delibera solo nel dicembre del 2016, approvando il riavvio del procedimento comprensivo del Rapporto preliminare ambientale. Nel marzo del 2017 si svolse la prima seduta della Conferenza di Pianificazione per la valutazione del “documento preliminare” al Psc, e nel novembre del 2017 il Consiglio comunale approvò il “documento di aggiornamento degli indirizzi programmatici per la formazione del Psc e del Reu”.

“Atto madre della pianificazione territoriale”

Per Peppe Sera il nuovo Psc, così come è stato concepito ridisegna la visione prospettica della città negli anni.

“È concepito diversamente dal passato, anche linguisticamente, infatti non ci sono più zone a, b, c e così via, oggi il tutto è stato ridotto, con la nuova normativa, in tre grandi zone: l’urbanizzato, l’urbanizzabile, cioè quello che si può costruire, e la grande zona agricola. Per ogni zona ci sono diverse sottozone, e bisogna andare a consultare un apposito catalogo per saper cosa si può fare… È abbastanza chiaro che con questa nuova visione della città abbiamo dato maggiore spazio al rapporto tra Reggio e il mare e la montagna”.

Per il presidente della Commissione cambia in maniera sostanziale anche il rapporto cittadino/ente, con il cittadino che può in qualche modo contrattare con l’amministrazione pubblica che rilascia gli atti autorizzativi.

“Il Psc – continua Sera – semplifica la vita dei cittadini e sottolinea l’importanza del rispetto delle regole, ma soprattutto del rispetto per l’ambiente. Il dato principe che ci ha permesso in così poco tempo di portare in Consiglio il Psc è stata l’adozione della delibera del “consumo di suolo zero” che prevede delle premialità consentendoci di dimezzare i tempi di adozione del Psc: insomma, oggi non si può più sforare”.

“Polemica sterile”

Ma come sempre, non sono solo rose e fiori. Nel senso che l’approvazione del Psc ha scatenato la polemica alimentata dalla minoranza di centrodestra che ha lamentato il poco tempo a disposizione per esaminare l’atto. Sera le bolla come “polemiche sterili”, ribadendo che

“politicamente è come vincere la coppa dei campioni, se non la coppa del mondo. Significa uscire da uno stallo di 50 anni, se non addirittura ridisegnare la città come fece negli anni ‘70 Quaroni. Ti sblocca o ti blocca la crescita urbanistica della città che non significa solo costruire una casa ma significa armonizzare l’esistente con il verde e le nuove costruzioni. Una vera e propria riorganizzazione del territorio”.

Entrando poi nello specifico della polemica, Sera ricorda che

“nell’ultima seduta l’assessore ha chiarito i dubbi avanzati dalla minoranza. L’abbiamo convocata su loro sollecitazione in via d’urgenza il 3 gennaio, ma ci fu chiesto di rinviarla al 7 gennaio per dare la possibilità alla minoranza di discutere l’atto, ma il giorno della riunione si sono presentati soltanto in due. Quindi abbiamo approvato l’atto con 9 voti a favore e 2 astenuti, della minoranza. Parecchie volte, in commissioni precedenti – continua Sera – la minoranza ha votato a favore, spesso collaborando. Ecco perché credo che sia una polemica sterile quella sull’adozione dell’atto. Qualcuno ci ha detto addirittura che avremmo potuto aspettare la prossima legislatura. Ma su questo prevale il bene della città”.

Rush finale

Il carattere partecipativo del Psc sarà mantenuto anche e soprattutto nelle fasi della sua attuazione. A tal fine, il Piano sarà immediatamente divulgato presso la sede dell’Urban Center, appositamente strutturata con professionisti, che anche con la collaborazione ed il supporto di tutti gli Ordini e Collegi Professionali della Città Metropolitana, sapranno fornire le dovute spiegazioni ed informazioni tecniche sul nuovo strumento urbanistico.

Inoltre, dopo l’approvazione, serviranno 30 giorni per eventuali osservazioni da parte di cittadini e ordini professionali, al recepimento dei quali si tornerà da progettisti per eventuali aggiustamenti (che però non dovrebbero stravolgere lo strumento approvato). Il passaggio succesivo sarà in regione, dove la ratifica dovrebbe arrivare entro 45 giorni. Solo allora si tornerà in Consiglio per l’approvazione definitiva e l’entrata in vigore. Le previsioni vorrebbero la conclusione di tutto l’iter entro il prossimo marzo.