Lega del cane di Reggio su canile di Mortara: “Storia tutta riggitana”


Giornata difficile da dimenticare quell’8 luglio 2016, giorno in cui rappresentanti della Lega Nazionale per la difesa del cane, due Parlamentari della Repubblica, Bernini e Dieni, un veterinario ed un etologo incaricati dall’associazione nazionale, un avvocato e due volontari animalisti, recatisi presso il Canile comunale di Mortara, a seguito di numerose denunce pervenute da tutta Italia, assistevano ad uno spettacolo disumano al di fuori di ogni peggiore previsione.

Cani agonizzanti in attesa che gli stenti ponessero fine alla loro agonia, alcuni di questi in stato di abbandono all’interno dei box, altri in preda a gravi sofferenze nascosti nei bagni della struttura. I restanti in condizioni di salute, nelle migliori delle ipotesi, gravemente precarie.

Il tutto nella più totale inerzia dei gestori. Per alcuni dei poveri ospiti della struttura è stato vano il disperato ricovero a cura e spese della Lega del cane presso una clinica veterinaria della città. Una giornata triste per chi ha a cuore il benessere degli animali. Tuttavia, tanto è stato fatto da allora.

Il canile è stato posto sotto sequestro a pochi giorni da quel sopralluogo, i gestori tutti indagati ed allontanati dalla struttura sequestrata, tanti altri sopralluoghi delle Autorità si sono succeduti, con continue prescrizioni e sequestri. Ebbene, sarebbe una storia assolutamente normale, se non fosse che tali interventi della Giustizia, a pochi giorni dal sopralluogo del 8 luglio, avessero come destinataria l’associazione che quello scempio aveva denunciato, ovvero proprio la Lega Nazionale per la difesa del cane di Reggio Calabria e la presidente Rogolino Rosa.

Ovviamente sarà stato un caso, una di quelle congiunture astrali negative, che almeno una volta nella vita accompagnano l’esistenza umana. Della struttura comunale di Mortara, invece, neanche sfiorata da alcun provvedimento o prescrizione particolare, nonostante le numerose denunce, evidentemente frutto di psicosi collettiva, oggi poco si conosce, soprattutto sulle condizioni dei cani ivi ospitati. E’ stata resa nota solo una, ancora vigente, ordinanza del Sindaco che vieta l’ingresso di nuovi cani e che dà allo stesso tempo un ultimatum ai volontari dell’associazione Dacci una zampa di liberare la struttura dalla presenza dei cani a loro intestati e dai medesimi sino ad oggi curati ed accuditi a loro spese.

Una struttura pubblica, il canile comunale di Reggio, gestita dall’ASP veterinaria e dall’associazione aggiudicataria del bando comunale di gestione, ricettiva di soldi pubblici, ma condotta a totale discrezione privata dei gestori che, a quanto pare oggi, disattendendo la suddetta ordinanza sindacale stabiliscono che alcuni randagi possono farvi ingresso ed altri meno, mentre l’ignaro cittadino che si rivolge alle Autorità per segnalare cani feriti ed in difficoltà per le strade cittadine si sente rispondere picche.

Tutto questo mentre il Sindaco metropolitano sulla questione ha sempre mostrato totale disinteresse, nonostante quella struttura sia mantenuta con i soldi delle tasse dei cittadini reggini, senza che a tutt’oggi svolga minimamente il servizio pubblico per cui è destinata. Il primo cittadino si è sempre limitato a firmare e ratificare volontà provenienti dai dirigenti comunali, veri padroni del Comune di Reggio Calabria, come visto anche in altre note vicende, senza mai ascoltare i numerosi appelli rivoltigli da volontari, associazioni e cittadini. La procura dal canto suo sembra stia ancora indagando sulla struttura comunale delegando le indagini al Corpo Forestale dello Stato, il quale però dovrà trovare il tempo di occuparsi della questione canile di Mortara, tra un sopralluogo ed un sequestro effettuato nel frattempo presso la struttura della Lega del Cane a Campo Calabro,(su tre sopralluoghi tre sequestri effettuati, l’ultimo in ordine di tempo datato 28 dicembre con sequestro di alcuni farmaci), sempre rigorosamente accompagnato in siffatte ispezioni dagli stessi gestori ASP del canile di Mortara, ma guai a parlare di un possibile conflitto di interessi.

Insomma, una storia tutta all’italiana, anzi alla riggitana, fatta di soldi pubblici spesi per servizi e strutture inesistenti, mal gestite, al servizio dei privati gestori e giammai della cittadinanza, Dirigenti comunali non eletti che la fanno da padroni, Sindaci disinteressati, conflitti di interesse, controllati che sono anche controllori e i deboli che osano denunciare massacrati e a loro volta denunciati. In questo caso, in più vi è la sofferenza dei poveri randagi abbandonati per le strade e rinchiusi in strutture dove non è garantito loro il benessere minimo.

La Lega Nazionale per la difesa del cane di Reggio Calabria nonostante gli attacchi e le accuse infamanti che la stanno mettendo gravemente in ginocchio, adesso come non mai, le continue ispezioni, sequestri ed indagini che hanno coinvolto non solo la Presidente Rogolino, ma addirittura anche il suo legale di fiducia, come a voler spazzare via ogni minimo strumento di difesa concesso, sino a quando sarà in vita non smetterà mai di battersi per la tutela degli animali, e per far luce su una vicenda che sin dall’inizio ha visto come vittime principali i cani ospiti del canile comunale di Mortara, quelli abbandonati per le strade, ed i volontari e le associazioni che chiedevano e chiedono ancora oggi giustizia, oltre la cittadinanza tutta che paga per un servizio pubblico che non c’è.

Una vicenda che ha visto, inoltre, intrecciarsi interessi poco chiari ed apparentemente intoccabili.

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