'9 marzo 2020, ricorderò per sempre questo giorno': il racconto di una studentessa reggina

"Mia madre faceva il compleanno. Dopo aver spento le candeline, in tv è apparso il Presidente Conte". Il racconto di una studentessa del liceo classico Campanella

Ristobottega

9 marzo 2020, ricorderò per sempre questo giorno. Mia madre faceva il compleanno e aveva amorevolmente adornato la sala da pranzo di decorazioni, in cui si inspirava un inebriante odore delle delizie preparate per la cena, ma nulla sembrava colmare quel vuoto provocato dall’assenza degli amici più cari e dei parenti il cui calore e gioia, ogni anno, riempivano la casa.

L’atmosfera cupa aveva sostituito la felicità di chi si nascondeva dietro falsi sorrisi, tristemente consapevoli che anche la voglia di festeggiare sarebbe presto svanita.

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Da un paio di giorni le scuole erano chiuse, le misure di sicurezza erano state attuate e la gente non usciva quasi più.

Quella sera, dopo lo spegnimento delle candeline, un avviso di emergenza aveva richiamato me e la mia famiglia all’attenzione; il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante una conferenza stampa, emanava ulteriori modalità di sicurezza, più restrittive, richiedendo il massimo impegno dei cittadini ad adattare le proprie abitudini alle nuove norme.

I giorni seguenti erano infiniti. La scuola cercava di fronteggiare il problema, attivando il servizio di video lezioni in modo tale che l’attività didattica ne risentisse il meno possibile.

La TV e la radio riportavano solo notizie riguardanti il virus il cui contagio cresceva di giorno in giorno, provocando sempre più decessi. In famiglia, nei giorni seguenti, si erano stabiliti i turni per fare la spesa, l’unica scusante che permetteva di uscire di casa il tempo necessario di prendere una boccata d’aria e tornare alle proprie dimore.

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Su internet circolavano video e frasi divertenti che ironizzavano sul COVID-19 per smorzare un po’ la tensione ma inevitabilmente, a fine giornata, i pensieri ricadevano sempre sullo stesso argomento.

La gente, dopo lunghe settimane, sembrava abituarsi alla situazione e aveva preso un’interessante iniziativa per rendere la quarantena più sopportabile: alle 18 di ogni giorno, dai balconi riecheggiava la musica a tutto volume, rompendo il silenzio della città che sembrava ormai morta.

Finalmente si rideva, si ballava, si cantava e nessuna norma poteva impedirlo. I Paesi stranieri mostravano solidarietà, le città si coloravano di verde,bianco e rosso, e l’Italia sembrava più forte che mai.

I contagi crescevano più lentamente e i decessi diminuivano, gli italiani avevano vinto e, anche se a distanza, si erano presi per mano e avevano trovato la forza di sperare. Si erano riscoperti gli affetti familiari, gli abbracci, la condivisione e la cooperazione, valori che nel quotidiano si trascurano, gli stessi che però avevano riportato armonia nelle famiglie.

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La forza dell’amore avrebbe presto vinto, le persone si sarebbero riabbracciate, la vita avrebbe sorriso più di prima e la speranza avrebbe sconfitto per sempre il Coronavirus“.

Sara Arecchi III D, liceo classico ‘Tommaso Campanella’