L’innovazione parte da Reggio con il modello di Home Restaurant Hotel
09 Maggio 2018 - 16:12 | di Eva Curatola
Tipicamente quella degli over 50 è una categoria che sembra avere poche chance da giocarsi in un mondo del lavoro che cambia rapidamente, dopo anni di crisi. Nei dati ISTAT sul mercato del lavoro, si evidenzia per questa categoria di lavoratori:
Da un lato, la crescita del tasso di occupazione con l’ingresso di nuovi lavoratori con basse competenze e perdita delle professionalità intermedie (+1,1% tra i 50 e i 64 anni dal 2016 al 2017, anche esito della riforma Fornero che ha spostato il traguardo della pensione);
Dall’altro, si registra una crescita della percentuale di chi viene espulso dal processo produttivo e, ancora piuttosto lontano dall’età pensionabile, incontra notevoli difficoltà nella ricerca di un nuovo lavoro – specialmente quando si tratta di occupazione femminile (il cui tasso di disoccupazione era dell’11,8% a dicembre 2017).
Tecnologia, innovazione e accesso orizzontale alle informazioni sono però diventati strumenti di cambiamento e così tanti over 50 hanno trovato seconde opportunità con lavori che non pensavano di poter fare. Molte di queste professioni, a volte nate come passioni (hobby si diceva una volta), hanno a che fare con turismo e accoglienza e internet. Basti pensare al boom delle stanze in affitto e degli host- i fenomeni mondiali airbnb e Homestay sono esempi in cui si affittano gli spazi extra ma anche ci si mette in gioco come ‘guide’ del posto – e poi a tutti i mestieri in ambito food, dai corsi di cucina a in generale l’home restaurant.
Tra le Cesarine, un’associazione nata nel 2004 per tutelare ricette e cibi della tradizione assaporandole a casa di cuoche esperte, ormai 400 in tutta Italia, le persone tra i 50 e i 60 anni sono in massima parte, 55 anni è l’eta media, 78 anni la persona più anziana (e una call dal 5 maggio continuerà a cercare talenti) ribaltando così le convenzioni sull’età visto che oggi, avere 50 può essere non più un ostacolo ma un’opportunità in tempi di fluidità generazionale e in un mondo del lavoro che cambia ed è profondamente influenzato dalle community internet.
E hanno tra i 44 anni e i 65+ il 64% degli aderenti a Home Restaurant Hotel, una piattaforma cross, incrocio tra home restaurant e B&B, che ha debuttato a Firenze nel 2015 ed è diffusa già in 30 città italiane (da luglio diventerà anche franchising) grazie anche alla facilità di business. Il modello parte da Reggio Calabria, dal trentunenne Gaetano Campolo e l’idea è di fare della propria casa una sorta di bed&breakfast esteso anche a pranzo e cena. Anche nelle zone in cui non vengono rilasciate autorizzazioni dal Comune per l’apertura di attività alberghiere. “In pratica – dice Campolo – un turista può gestire la vacanza in piena libertà senza le formalità del classico soggiorno, con orari da rispettare. Una vacanza quindi anche all’insegna del social eating. Ma Home restaurant hotel è un vantaggio anche per chi, magari in difficoltà con il lavoro, può reinventarsi come albergatore o ristoratore mettendo a disposizione la casa o la propria esperienza”.
Insomma oggi la “maturità” non è più un ostacolo, anzi è un’opportunità per fare quello che piace. Il benessere, la tecnologia, l’innovazione e l’accesso orizzontale alle informazioni sono stati fautori di questi cambiamenti, creando punti di contatto che prima non c’erano tra età diverse. Secondo quanto emerso da “Truth about Age – TAA” lo studio condotto da McCann Truth Central, sul tema dell’ageing “crescendo si scopre che invecchiare è bello e per farlo bene ogni popolo si affida a qualcosa di diverso. In Sudafrica è fondamentale la dimensione spirituale, in Giappone conta il sonno, in Canada bisogna saper gestire lo stress, in Brasile fare sport e in Italia mangiare bene.
Soprattutto gli over 60, e più in generale i pensionati, stanno scoprendo un nuovo lato della vecchiaia e della pensione. Non più momenti di ritiro, ma traguardi che una volta raggiunti permettono di godere della vita, potendo contare su più tempo. In Giappone l’avere una ragione di vita è definito con la parola Ikigai e sarebbe la ragione della longevità delle persone. Tenersi occupati rende felici.
La situazione lavorativa delle persone che compongono la rete capillare delle Cesarine, spiegano a Home Food, la start up che ne detiene il marchio, è variegata: alcuni lo fanno a tempo pieno potendo contare su retribuzioni conseguenti, altri sono in pensione e altri ancora lo fanno per passione, in modo più sporadico. Tra le tante storie quelle di Roberta, ex-fotografa di interni e velista appassionata, che a Milano riceve gli ospiti nella sua casa, Giulia Anna – tra le più agée – che non usa il cellulare e nemmeno Internet (ci pensano i figli a comunicare con la piattaforma) e sta studiando l’inglese per conversare meglio con i suoi ospiti internazionali, mentre Mara di Forlì che da 25 anni invita a cena le compagnie teatrali di passaggio nella sua città. Alla sua tavola si sono seduti Gaber, Gassman, Placido: ora fa la Cesarina “a tempo pieno” ospitando anche fino a 40 persone alla volta.