Locri: l'Ospedale delle incompiute

Tutto questo è vergognoso in un Paese dove si pagano le tasse per vedere garantiti i nostri diritti

Sono passati ormai mesi dalla fase di lockdown quando il Coronavirus dilagava, contagiando e mietendo vittime. Possiamo sicuramente ritenerci fortunati in quanto risparmiati dalla larga diffusione, altrimenti, come abbiamo ribadito più volte, visto il nostro sistema sanitario e, in particolare, le condizioni in cui versa il nostro ospedale, sarebbe stata un’ecatombe. Ad oggi ci chiediamo cosa è cambiato. Se tutto quello che è successo sia servito, anche solo in minima parte ad apportare qualche  miglioramento funzionale o strutturale.

La risposta è chiara a tutti, nulla è cambiato. Nonostante gli sforzi di noi cittadini  che, in periodi di chiusura totale, dove nessuno di noi lavorava, abbiamo tolto dalle nostre tasche 20.499,00 euro per acquistare ciò che serviva ai nostri sanitari, per il resto nessuno ha fatto altro. La politica è rimasta come al solito in silenzio e inerme, non ha avuto la volontà e l’interesse di provvedere al minimo indispensabile per far lavorare in sicurezza i nostri sanitari. Tutto questo è vergognoso in un Paese dove si pagano le tasse per vedere garantiti i nostri diritti, e, nella Locride, il diritto alla salute viene da tempo negato.

Un  susseguirsi solo di annunci. L’ autorizzazione al laboratorio analisi di Locri per poter processare i tamponi in sede sembrava cosa fatta; ad oggi ancora si è alla ricerca della stanza… L’astanteria aperta in emergenza, dopo aver assistito a scene incommentabili, dove la dignità del malato è stata ampiamente calpestata. Lavori di ristrutturazione per ampliare la rianimazione aggiungendo posti letto, assunzioni di medici e infermieri (delibera per l’assunzione di 7 medici in radiologia) per cercare di dare respiro ad un personale sfinito. Tutto di imminente realizzazione ed, invece, tutto ancora solo sulla carta.

Ciò che contraddistingue l’operato della triade commissariale dell’ASP di Reggio Calabria, cosi come l’operato del commissario ad acta regionale, è una straordinaria lentezza nel prendere decisioni e nella conseguente attuazione. Si è ancora alla ricerca di un posto adeguato per una Risonanza magnetica acquistata nel lontano ormai 2016, si spendono soldi per perizie fatte da esperti, ma nulla segue tali perizie. Il tempo scorre e noi non si sa in quale anno avremo un macchinario istallato (FORSE), di certo ormai obsoleto. Ultimo in ordine di tempo il problema da noi già sollevato della gastroenterologia, dove per parecchio tempo non si ha avuto la possibilità di effettuare colonscopie in quanto sprovvisti di strumento.

Da ribadire che lo strumento che veniva utilizzato era una gentile concessione  da parte della ditta che lo aveva dato in comodato d’uso. Un ospedale che vive di elemosine fatte grazie al buon cuore delle persone. Dopo le nostre sollecitazioni, si pensava che qualcosa si fosse mosso; si è parlato di gara d’appalto per acquistare finalmente uno strumento nuovo, ebbene, la gara non ha avuto luogo a procedere perche si è pensato bene di dotare il reparto di uno strumento già utilizzato da qualche altra parte. Siamo l’ospedale degli scarti, per noi avere qualcosa di nuovo che consenta all’utenza di poter avere una diagnostica di buon livello, è impensabile. Siamo l’Ospedale delle incompiute, dove chi amministra lo fa senza una programmazione e dove chi dovrebbe tutelare i nostri interessi bada bene a non mettere in atto azioni incisive per non guastarsela con nessuno.