Nuovo logo per ritrovamento Bronzi di Riace, Aldo Presta lapidario: "Non è nemmeno un marchio"

"È una specie di illustrazione, abbastanza indecifrabile, non comunicativa e per nulla interessante", la critica di Presta

Lo scorso 27 novembre, in occasione della XXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico , è stato svelato il nuovo logo dedicato ai 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. Aldo Presta, designer della comunicazione visiva, attraverso un articolato post su Facebook ha criticato la scelta del MarRc relativa al nuovo logo.

“Evidentemente è stato disegnato da un non-professionista. Anzi questa condizione è stata rivendicata con una certa fierezza dal direttore del Museo, che con altrettanta fierezza rivendica che di conseguenza non è stato speso nemmeno un euro.

Chiarirei che questo, innanzitutto, non è un marchio. È una specie di illustrazione, abbastanza indecifrabile, non comunicativa e per nulla “corretta” o interessante da nessun punto di vista grafico-visivo o comunicativo.

Insomma a scanso di equivoci, non stiamo discutendo se questo segno è bello o brutto (lascerei proprio perdere questo piano). Semplicemente siamo in presenza di un segno che non può, ad esempio, essere collocato nella categoria di quei particolari segni chiamati marchi, perché non ne ha le caratteristiche tecniche e nemmeno linguistiche. Questo lo sa qualunque studente del primo anno di una scuola di grafica o design”, la critica di Presta.

Presta evidenzia la differenza, in questo tipo di lavori, con altri musei d’Europa. “Esempi di straordinaria qualità proprio nella sfera della comunicazione, design, servizi per i visitatori e per le comunità che ruotano intorno. E come comunicazione e design siano protagonisti, anzi siano spesso la radice del progetto e dell’intera filiera che va dall’identità visiva alla comunicazione, al sistema del merchandising, al web, alla comunicazione digitale e social e fino alle attività didattiche e di public engagment.

Pensare che questa concezioni “faidate” nasca nel cuore di un museo bellissimo come quello di Reggio, che possiede una collezione eccezionale, e che nella forma fisica con cui si presenta a noi adesso è un meraviglioso esempio proprio di quella cultura del progetto, lascia davvero a bocca aperta.

Del resto giova ricordare che proprio al progetto di restauro del Museo reggino era associato un notevole progetto di design della comunicazione, realizzato all’interno del progetto redesign calabria”.

Il designer della comunicazione visiva, anche a nome di Aiap, si dice aperto ad un confronto con il museo reggino.

“Animare il dibattito su questi temi, credo sia anche uno dei doveri di un Museo, proprio per il ruolo di epicentro culturale di un territorio e delle diverse comunità di riferimento (locali, nazionali e internazionali), tenendo altissimo il livello della qualità e dei suoi esiti.

Naturalmente saremmo ben felici, come AIAP, Associazione italiana design della comunicazione visiva , e poi come comunità di progettisti, di poterci confrontare su questi temi con la governance del Museo per il bene del Museo stesso e però anche della Calabria tutta che naturalmente guarda al museo dei Bronzi come uno dei presidi più importanti del suo sistema culturale”.