Lucio Dattola: "Unioni civili la vera rivoluzione. Presto a Rc la prima..."

"Ci sono cose molto più importanti". Spesso era q

“Ci sono cose molto più importanti”. Spesso era questa la risposta, secca e lapidaria, che la comunità LGBT riceveva quando provava a far emergere la questione relativa alle unioni civili. La fiducia al DDL Cirinnà segna l’inizio di una nuova era. L’Italia, seppur in notevole ritardo rispetto a quanto successo in gran parte dell’Europa, compie un passo importante in termini di civiltà ed evoluzione culturale.

“La fiducia al DDL sulle unioni civili è il primo segnale verso il riconoscimento del valore dell’affettività. La libertá di poter scegliere il tipo di rapporto affettivo, é questa la grande rivoluzione. Inoltre -dichiara Lucio Dattola ai microfoni di CityNow- cambia un aspetto sostanziale della nostra società. Non si potrà più dire che la famiglia ‘tradizionale’ è l’unico modello o quello migliore, adesso esistono varie forme di unione tutte con la stessa dignità“.

In Italia il passo elefantiaco della politica spesso ‘iberna’ questioni di enorme rilevanza sociale. Il DDL Cirinnà ha avuto come unico sottofondo una colonna sonora di polemiche che non si è spenta (tutt’altro…) dopo la fiducia: “Mi sarebbe piaciuto ascoltare un vero dibattito ma cosi non è stato purtroppo. In questa occasione si è palesata una volta di più la mancanza di spina dorsale della politica italiana. Un esempio sono i sindaci che minacciano di non voler istituire il registro delle unioni civili, forse ignorando che si tratta di abuso d’ufficio. Un amministratore è al servizio di tutti i cittadini, anche di quelli che non la pensano come lui”.

Reggio Calabria pronta a respirare una boccata di civiltà. Nelle prossime settimane ci sarà la prima unione civile, dichiara soddisfatto il presidente di Arcigay RC: “Viviamo in una regione che non ha fatto grandi passi sull’inclusione sociale ma sta provando a crescere. Nella nostra città e a Cosenza noto che le cose stanno un pò cambiando, bisogna recuperare la propria dignità. Le stesse persone gay non devono nascondersi ma vivere liberamente il proprio rapporto affettivo”.

La comunità LGBT non può, e non vuole, fermarsi al riconoscimento delle unioni civili. Raggiunto con piena soddisfazione il primo traguardo, la corsa prosegue:

“Adesso ‘esistiamo’, da qui si parte. Intanto bisogna comprendere la profonda portata culturale di questa legge, poi ci si può proiettare verso nuove sfide. Adozioni e affidi saranno i prossimi temi che vogliamo approfondire, non ci fermeremo assolutamente“, assicura Dattola.

L’obbligo di fedeltà, non previsto nel DDL Cirinnà, è sicuramente uno degli aspetti più controversi da considerare. Cade cosi uno dei ‘capisaldi’ dell’unione tradizionale, colonna portante del matrimonio. “Sino a oggi si è dovuto sempre cercare il colpevole quando una coppia si separa, credo sia errato. L’elemento della fedeltà non caratterizza più i rapporti affettivi al giorno d’oggi, almeno non obbligatoriamente. Deve essere una scelta della coppia e non una imposizione, cosi da poter dare il senso che vogliamo ad un rapporto affettivo”.

La legge sulle unioni civili rappresenta un momento di rottura di cui l’Italia aveva bisogno. Per poter crescere, allinearsi ad una struttura sociale inclusiva nei fatti e non a parole. Per rimanere favorevoli, o contrari, ma partendo dal presupposto che la libertà individuale non può avere catene. Per non dover più sentire “Ci sono cose molto più importanti”…