L'ultimo giro di Valentino Rossi: grazie Dottore, nessuno mai come te

A Valencia l'addio alle gare di Valentino Rossi, il più grande di tutti in sella ad una moto

Si dice che la grandezza di una leggenda sia concretamente misurabile con la portata emotiva universale nel momento dell’addio. Se mai ce ne fosse bisogno, il saluto alle corse di Valentino Rossi ha confermato una volta di più come si tratti del miglior pilota di tutti i tempi in sella ad una moto. Da diversi giorni si perdeva il conto, tra saluti e ringraziamenti, di celebrità (dello sport e non) che hanno reso omaggio all’ultimo tango di Rossi, basti pensare alla bandiera a scacchi sventolata da Ronaldo, il fenomeno.

Il Gp di Valencia epicentro di ricordi e sensazioni contrastanti, con le lancette dell’orologio a scandire uno strano tempo. I centesimi di secondo, che Rossi ha sbranato per una vita intera, per una volta hanno lasciato posto ad una meravigliosa ed irripetibile traiettoria durata 26 anni. In futuro ricorderemo tutti cosa abbiamo fatto nel pomeriggio del 14 novembre 2021, mentre Rossi abbracciava le ultime curve di una carriera infinita.

“Ho cercato di fare un’ultima parte della stagione nel mio stile. Volevano farmi piangere, ma questa deve essere una festa. Forse smettere era una scusa per fare un po’ di casino (ride, ndr). Ma quando mi hanno fatto vedere tutti i caschi mi sono emozionato”, le parole di Rossi all’arrivo, reduce da un weekend bagnato dalla commozione come fosse il più classico dei pomeriggi londinesi.

Nove volte campione del mondo, 431 gare disputate e 115 vinte. Mai come in questo caso però si tratta di freddi numeri che spiegano solo in parte la grandezza di Rossi. Fenomeno capace di attraversare generazioni, con le prime sfide in pista con Biaggi passando per l’epoca di Stoner e Lorenzo, sino ad arrivare a Quartararo e Bagnaia, in questo caso con Rossi costretto per la prima volta nelle retrovie dall’ineluttabile trascorrere del tempo. Che come sempre non fa sconti a nessuno, e come sempre ci permette di rendercene conto mentre ci specchiamo nelle pieghe che invecchiano i nostri miti.

Gli ultimi anni in chiaroscuro e il sogno della ‘decima’ mai afferrato non offuscano minimamente la storia di un mito capace di coniugare talento e disciplina come pochi altri. Istrionico e fuori dalle righe se non in pista, glaciale e magnifico in sella ad una moto. Valentino Rossi  un senso più ampio e profondo al motociclismo e un senso al numero 46, sino a quel momento noto soltanto per essere tra il 45 e il 47.

Grazie Dottore, per averci fatto invecchiare insieme a te. Respirando parte del brivido che si prova mentre si sfreccia a 300 km all’ora in sella ad una moto. Illudendoci di come, passando una vita di corsa, si possa fermare il tempo.