Caso di malasanità a Vibo, presentata denuncia dai Carabinieri: 'Cosi è morto nostro padre'

"Un racconto agghiacciante tra presunte inefficienze e scarsa umanità" evidenzia l'associazione Codici, che ha presentato un esposto in Procura

Al Pronto Soccorso di Vibo Valentia il decesso di un uomo di 77 anni ha causato la rabbia della famiglia per quanto accaduto. L’uomo lamentava forte dolore ad una gamba, anche gonfia e arrossata, e dopo il trasporto al Pronto Soccorso (accompagnato dagli stessi famigliari in assenza di un’ambulanza) è deceduto.

Di seguito il racconto del figlio di Giuseppe Giuliano, l’uomo venuto a mancare.

“Ho l’urgente necessità di condividere l’ennesima atroce storia di negligenza medica che il 14 Settembre 2023 ha coinvolto mio padre Giuliano Giuseppe presso il Pronto Soccorso di Vibo Valentia. Un episodio molto grave che conferma un andazzo che a Vibo Valentia sembra sia normalità.

La vita del mio amato papà è stata tragicamente fatta cessare a causa di un terribile caso di malasanità, uno dei tanti che affliggono questa amara provincia. Molte persone soffrono ingiustamente in silenzio, ma ora è il momento di gridare “basta”. È vitale che tutti siano a conoscenza della tragedia che si è celata dietro le porte di quest’ospedale.

Mi sento in dovere di raccontarla, poiché non possiamo accettare una morte così insensata, causata dall’indifferenza e dalla negligenza del personale sanitario. Va sottolineato che la provincia di Vibo Valentia registra frequentemente casi di malasanità, e non possiamo più chinare la testa in rassegnazione.

Non possiamo permettere che gli autori di queste negligenze rimangano impuniti facendo soffrire amaramente altre persone e le loro famiglie. Lo facciamo in nome di mio padre, di noi stessi e di coloro che non hanno la forza di lottare, ma che soffrono in silenzio.

Vogliamo gettare una pietra nello stagno, affinché il nostro grido sia un segnale per sensibilizzare le coscienze e impedire che tali negligenze e sciatterie sanitarie continuino nell’indifferenza a danneggiare la salute dei cittadini.

Purtroppo a Vibo Valentia è un andazzo. Ora che abbiamo fatto partire le denunce alla Procura, accompagnate dal clamore mediatico, diverse persone che hanno subito episodi di malasanità (riportandomi situazioni al limite dell’umanità) mi hanno contattato e hanno fatto propria questa sete di giustizia (diverse vengono “avvicinate e scoraggiate” nello sporgere denuncia o avvisare la stampa, casi del genere capitano purtroppo ogni settimana).

Quello che sentiamo di portare avanti è principalmente per mio padre (instancabile lavoratore, persona per bene, ben voluto e amato da tutti), per i tanti che non hanno la forza o gli strumenti per reagire subendo con rassegnazione e frustrazione, perché tutto ciò non riaccada con questa sciatteria e menefreghismo sanitario.

Abbiamo deciso di investire qui, nella nostra terra, di migliorarci, di creare indotto e spenderci amorevolmente e con tanta passione ogni giorno per il nostro territorio ma i servizi minimi devono essere garantiti. Non è possibile che una persona che arriva in pronto soccorso in auto, viene lasciato parcheggiato per ore a morire (l’ambulanza ci avevano comunicato due ore e mezza di attesa, ma purtroppo nella zona è diventata una prassi)”, conclude la Famiglia Giuliano.

Sull’episodio accaduto a Vibo Valentia è intervenuta anche l’associazione Codici, da anni impegnata in battaglie legali contro la malasanità.

“Un racconto agghiacciante tra presunte inefficienze e scarsa umanità. È quello che emerge dall’intervista rilasciata ad alcuni organi di informazione dalla moglie di Giuseppe Giuliano, storico imprenditore vibonese deceduto all’età di 77 anni giovedì scorso presso l’ospedale di Vibo Valentia. Una morte su cui incombe lo spettro della malasanità, stando alla denuncia dei parenti, a cui l’associazione Codici ha deciso di dare seguito con un esposto in Procura.

La ricostruzione delle cure fornite al paziente suscita più di qualche perplessità – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e per questo riteniamo doveroso da parte della magistratura effettuare tutte le verifiche del caso”. Stando a quanto raccontato dalla moglie della vittima, l’uomo aveva iniziato a lamentare dei fastidi nella mattinata di giovedì mattina.

Dolori sempre più forti ad una gamba, gonfia ed arrossata. Chiamata l’ambulanza, alla comunicazione di un’attesa di oltre due ore per l’arrivo del mezzo, i parenti decidono di portarlo in auto al Pronto Soccorso di Vibo Valentia, dove giunge nel primo pomeriggio con febbre e problemi respiratori.

L’uomo viene collocato su una barella, vengono predisposti una flebo ed un tampone anti-Covid. La moglie chiede inutilmente agli operatori di verificare quella gamba così gonfia e rossa, perché è evidente che qualcosa non va. La situazione non migliora ed alla sofferenza dell’uomo, si aggiungono la preoccupazione e l’ansia crescenti dei parenti, che attendono inutilmente notizie. Una comunicazione arriva intorno alle 19, ma è tragica: un medico informa la famiglia dell’avvenuto decesso.

Quello che raccontano i parenti – osserva Giacomelli – non è certamente un comportamento umano da parte del personale. Poche notizie, poca chiarezza, un’assistenza che sinceramente lascia senza parole. Crediamo che anche questo sia un aspetto da approfondire, oltre a quello principale della gestione del paziente, che presenta diverse ombre.

Sono state fornite le cure adeguate? Perché è stato lasciato al Pronto Soccorso per ore? Si parla di una Tac attesa invano, perché? Sono solo alcuni dei punti che la Procura dovrà chiarire”, gli interrogativi posti dall’associazione Codici.