Bomba d’acqua e rifiuti, il vicesindaco Perna perde la pazienza: ‘Ma chi me l’ha fatto fare? Voglio i fatti’

L’esponente della giunta Falcomatà non le manda a dire: ‘La gente è esasperata, lo sono anche io’

Il maltempo non che si è abbattuto sulla città l’altro ieri ha certamente lasciato il segno. Non solo in senso materiale – gli allagamenti, gli smottamenti, le emergenze, l’asfalto saltato e la consueta piscina naturale dello svincolo di San Leo -, ma anche dal punto di vista delle responsabilità, con le scuse del sindaco Giuseppe Falcomatà che, al di là del gesto apprezzabile, difficilmente saranno accettate dai reggini.

Ma la questione rischia di diventare anche politica. Basta leggere lo sfogo del vicesindaco Tonino Perna che nel suo consueto ‘Diario non comune dal Comune’ non le manda a dire, raccontando uno spaccato di vita vera, che fornisce la misura della pazienza dei reggini. E, come vedremo, anche della sua.

Maltempo e rifiuti: il racconto

È la notte del 3 dicembre. Quella, per intenderci, della bomba d’acqua che ha sommerso la città di Reggio.

“Mi chiama mia suocera e quasi mi aggredisce al telefono: Hai visto le foto! Ma, hai visto la merda che galleggia… le auto trascinate dall’acqua insieme alla spazzatura! che vergogna!”.

Un momento di confidenza tutto familiare che Perna decide di condividere con il web, sottolineando come la suocera ‘donna sanguigna e reggina orgogliosa’ chieda conto al genero, amministratore della giunta del secondo tempo guidata da Giuseppe Falcomatà.

“Che debbo fare? Non sono io l’assessore al ramo – si legge nel post del vicesindaco – sono arrivato da quattro settimane in giunta. Che volete da me?”

Perna non nasconde la polvere sotto il tappeto. Questo ormai è chiaro, anche perché pur essendo ‘nuovo’ è comunque organico all’esecutivo, ed è normale essere considerato ‘corresponsabile’ di ciò che continua a non andare. Soprattutto se le amiche della suocera cominciano a domandarsi: ‘Tuo genero che sta facendo!? la città è più sporca di prima!”.

Prima i fatti

Così il vicesindaco passa al ‘contrattacco’. Ma non prima di aver ricevuto le stesse domande da chi questa città la vive, dal giornalaio al panettiere. Una sorta di mantra, un lamento continuo:

“Comincio a domandarmi: ma a me chi me l’ha fatto fare? Non ho la bacchetta magica, la lampada di Aladino, capisco che la gente sia esasperata, lo sono anch’io, farò il possibile, ma non pensate che è un problema che si risolve dall’oggi al domani”.

Poi l’annuncio, che però è più un avviso ai naviganti:

“Comunque stiamo per implementare in due quartieri un piano alternativo di raccolta rifiuti.  Ma, non annuncio niente: voglio prima i fatti!”