12.5.1995, addio a Mimì. Il ricordo ad un quarto di secolo dalla scomparsa

Mia Martini è stata una delle voci più soavi della musica leggera italiana. Una delle più grandi interpreti. 

Per tutti era Mimì. Sono trascorsi 25 anni da quel maledetto giorno, quando Mia Martini, all’età di 47 anni, veniva trovata morta in casa a Cardano al Campo, in provincia di Varese, con il braccio vicino a un telefono e le cuffie di un mangianastri sulle orecchie che intonavano ‘Luna Rossa‘.

Un caso avvolto ancora oggi da ombre di mistero anche se le prime analisi indicarono come causa della morte una overdose da sostanze stupefacenti. Tante sono tuttavia le voci che si sono susseguite da quel 12.5.1995 come il difficile rapporto col padre.

“Per la Martini – dissero le sorelle – era uno dei periodi più felici della sua vita”.

Mia Martini è stata una delle voci più soavi della musica leggera italiana. Una delle più grandi interpreti.

Mia Martini, al secolo Domenica Bertè, nasce a Bagnara Calabra il 20 settembre (lo stesso giorno della sorella Loredana più piccola di tre anni) del 1947 e con la famiglia si trasferisce prima ad Ancona e poi a Roma. Comincia a cantare giovanissima, ma il successo arriva negli Anni 70 con brani storici come “Piccolo Uomo” e “Minuetto” che le fanno vincere il Festivalbar nel ’72 e ’73, altri come “Inno” e “Padre davvero” scalano le hit parade. Tutti riconoscimenti che la portano all’estero, in Giappone e in Francia, dove canta all’Olympia di Parigi con Charles Aznavour che si innamora perdutamente della sua voce. “E’ nata una stella”, titola in prima pagina “Le Figaro”.

Negli Anni 80 regala canzoni indimenticabili come “E non finisce mica il cielo”, il brano scritto per lei da Ivano Fossati, unico grande amore della sua vita, che non vince Sanremo nel 1982 ma conquista il Premio della Critica nato appositamente per lei. Era un pezzo troppo bello per non ricevere una targa, così i giornalisti si riuniscono in gran segreto e decidono di premiarla.