Microcriminalità a Reggio, Anghelone in Consiglio: ‘Cresce l’allarme, vera emergenza urbana’
"Non si tratta di militarizzare la città – ha spiegato Anghelone – ma di coordinare risorse e competenze per tornare a garantire sicurezza"
31 Luglio 2025 - 13:08 | Comunicato

“La microcriminalità sta diventando una vera emergenza urbana. Serve un’azione coordinata e immediata tra tutte le forze in campo.”
Con queste parole, il consigliere comunale Saverio Anghelone, capogruppo di Noi Moderati, è intervenuto in aula nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, chiedendo al sindaco di convocare un tavolo tecnico interforze. L’obiettivo: affrontare in maniera concreta il fenomeno della microcriminalità che, secondo Anghelone, “non è più un fastidio episodico, ma un sistema che alimenta insicurezza diffusa e sfiducia nelle istituzioni”.
Il consigliere ha citato episodi recenti che hanno colpito negozi, residenti e perfino turisti, denunciando una
“mancanza di controllo territoriale evidente” e sottolineando come in alcuni quartieri “i cittadini abbiano ormai rinunciato a denunciare, rassegnati alla solitudine civica”. La proposta del tavolo prevede il coinvolgimento di Prefettura, Questura, Polizia Locale, associazioni di commercianti e comitati di quartiere, con incontri regolari e monitoraggio degli interventi.
“Non si tratta di militarizzare la città – ha detto – ma di coordinare risorse e competenze per tornare a garantire sicurezza e vivibilità nei luoghi della vita quotidiana.”
Nel frattempo, la realtà nelle strade continua a raccontare un’altra storia. Furti, scippi, atti vandalici, piccole truffe e spaccio leggero sono all’ordine del giorno, specialmente nei quartieri periferici come Archi, Sbarre, Ciccarello e Gebbione, ma anche in aree centrali frequentate da turisti. Secondo il rapporto Confcommercio 2024, a Reggio Calabria i furti sono aumentati del 29 % in un solo anno, le rapine del 28,4 % e gli atti vandalici del 27,6 %.
L’ISTAT indica che oltre il 26 % delle famiglie italiane teme la criminalità nel proprio quartiere, ma nel Sud – e in Calabria – la percezione del rischio è ancora più forte. La paura, però, spesso non si traduce in denuncia: molti cittadini, come ha ribadito anche Anghelone, si sentono abbandonati e preferiscono “tenersi il danno” piuttosto che affrontare un iter burocratico che spesso non porta a nulla.
Le cause? Tante e complesse: disagio sociale, disoccupazione giovanile, mancanza di presidi civili e culturali, scarsa illuminazione, degrado urbano. Ma c’è anche un vuoto di presenza istituzionale: pattugliamenti saltuari, telecamere non funzionanti, quartieri interi lasciati privi di sorveglianza attiva. A farne le spese sono soprattutto i più vulnerabili: anziani vittime di truffe, giovani lasciati in balia della strada, commercianti che vivono nell’incertezza e nella solitudine.
Il tavolo tecnico proposto da Anghelone potrebbe essere l’inizio di un cambio di rotta. Ma da solo non basta. Serve una strategia multilivello: controllo del territorio, certo, ma anche prevenzione, riqualificazione urbana, illuminazione pubblica, progetti di legalità nelle scuole e spazi di aggregazione per i ragazzi. Servono risorse, coraggio politico, ma soprattutto visione: perché la sicurezza non si costruisce solo con la repressione, ma con la fiducia.
Reggio Calabria oggi ha bisogno di sentirsi ascoltata. La città non chiede miracoli, ma attenzione costante, istituzioni presenti e azioni concrete. Come ha ricordato il consigliere Anghelone in chiusura del suo intervento:
“Se non agiamo adesso, rischiamo di normalizzare il degrado. E la normalità del degrado è la sconfitta più grave per una comunità”.