Miramare, il legale di Falcomatà: 'Processo alle intenzioni. Delibera innocua'

"Una comunita' si è vista privata di un sindaco per una delibera mai eseguita"

E’ il giorno della sentenza del Processo Miramare, a chiudere gli interventi della difesa, l’arringa di Gian Domenico Caiazza, il ‘top player’ che Giuseppe Falcomatà si gioca sui titolo di coda.

Il presidente dell’Unione delle Camere Penali, apre il suo intervento affermando di aver letto gli atti “con un pò di sorpresa. Tutte le energie sono concentrate sulla illegittimità dell’ atto. Ma l’atto viene interpretato e non letto in modo soggettivo”, le parole di Caiazza.

Il legale del sindaco sospeso prosegue: “La delibera è a favore di una Onlus, se parliamo di abuso dobbiamo parlare dell atto e non di quello che potrebbe esserci dietro. Ci si è concentrati su un catalogo di profili come a voler cercare qualcosa, quasi come fosse una esercitazione nella ricerca di possibili profili. Parliamo di una innocua delibera che non ha avuto nemmeno esecuzione”.

Sui locali della segreteria che Zagarella aveva concesso a Falcomatà per la campagna elettorale, Caiazza evidenzia: ‘Chi dice che non fosse un debito di riconoscenza di Zagarella a Falcomatà per situazioni precedenti?’.

La differenza tra fatti affermati e congetture occupa buona parte dell’intervento del legale di Falcomatà. “E’ la caratteristica principale di questa vicenda. C’è indifferenza verso gli atti formali ed enfatizzazione di fatti laterali con intento di fare una ricostruzione veritiera. Un modo di ragionare preoccupante, stiamo parlando di un processo alle intenzioni”, afferma Caiazza.

Presente in aula buona parte dell’amministrazione comunale, a sorpresa in aula anche Demetrio Naccari. Secondo Caiazza, la vicenda Miramare non sarebbe dovuta nemmeno entrare in un’aula di tribunale.

“Siamo fuori dagli interessi di un giudice penale..si vada altrove per capire se è stato violato qualche interesse, ma rimarremmo sempre in ambito amministrativo”.

La sentenza di primo grado, secondo le parole di Caiazza, “ha alterato la dinamica di vita democratica. Una comunita’ si è vista privata di un sindaco per una delibera mai eseguita”.